Amici, sorelle e fratelli, milanisti, la partita più importante che sta giocando la nostra squadra, questa volta, non è su un campo di calcio, ma bensì negli uffici della proprietà, probabilmente più a Londra che a Milano.

L'intervista rilasciata da Boban alla Gazzetta dello Sport è stata chiara, dettagliata e di facile interpretazione. L'opposto di quella "criptata" che, una settimana prima, "il grande capo Gazidis" aveva consegnato alla medesima testata.

L'amministratore sudafricano probabilmente pensava che fossero sufficienti le solite promesse, sostituire l'Atalanta, con il più blasonato Liverpool, come squadra di riferimento per tornare a vincere, infarcendo il tutto con un poco credibile: "uno per tutti, tutti per uno", al fine di tranquillizzare sia i tifosi che le "due bandiere".

Stare zitto, come ha sempre fatto in precedenza, sarebbe stato molto più saggio, poichè ha dato l'opportunità non solo ad una risposta che non ha tardato ad arrivare, ma specialmente ad un chiarimento che fino ad oggi non c'è stato. Un vero e proprio, guanto di sfida, che coinvolge tutti, Proprietà, Dirigenza, Tecnici e Giocatori.

Per l'importanza e il ruolo, che ricopre Gazidis, sembra la classica sfida impossibile da vincere, per Maldini e Boban. Saranno contente tutte quelle persone, milaniste e non, che fin dal primo giorno del loro arrivo, li hanno definiti "incapaci e inaffidabili", facendo proprio il gioco del "capo", quello cioè che se le cose vanno bene, è merito suo e se vanno male di altri. Chiedere a Leonardo, per conferme.

Eppure in questa sfida impari, mi aggrappo alla speranza che Davide possa ancora battere Golia, confortato da queste tre personalissime convinzioni.

1 - La Talpa: chi ha fatto trapelare la notizia dell'accordo con il tedesco Rangnick alla stampa italiana ed estera ha voluto avvisare sia i due dirigenti che la tifoseria, forse nel tentativo di arginare un potere che si prospetta "assoluto"?

2 - Boban: uomo intelligente, conosciuto e stimato in tutto il mondo, se ha usato parole così dirette e pesanti, chiedendo un confronto con la proprietà, il Fondo Elliot, mai citato in precedenza, è stato solo per sfogarsi e prepararsi all'addio o piuttosto per conquistarsi quel ruolo che può ricoprire nel modo migliore?

3 - La tifoseria: se è vero che gli "aziendalisti" già preparano il terreno con le classiche frasi: "c'è solo un Milan", "gli uomini passano, il Milan resta" e molte altre, solo una contestazione, CHIARA e MIRATA, FORTE, ma CIVILE, può arrivare alle orecchie di una proprietà così lontana. Se, come spero, la tifoseria organizzata, prendesse posizione, mettendo in discussione le capacità del costosissimo amministratore, non verrebbero prese in considerazione?

L'ultimo gol che Boban segnò con la maglia del Milan, fu contro la Lazio, il 1 Aprile del 2001. Uno splendido colpo di testa, dal dischetto del calcio di rigore, indirizzato all'angolino. La partita finì uno a zero e la curva cantava il suo nome.

Boban detto Zorro, è riuscito dopo molti anni, anche stando dietro ad una scrivania, a segnare per noi, un gol importantissimo.

Si, è vero, il Milan è uno, il NOSTRO, non facciamocelo portare via da chi non ha né ricordi né futuro.