Si sapeva che l'Inter ha un parco giocatori più forte di quello del Milan e un allenatore più bravo. Si sapeva che i nerazzurri sono già una realtà collettiva abbastanza efficiente. Lo stesso pareggio casalingo contro lo Slavia Praga era stato un segnale positivo per i nerazzurri, in quanto aveva mostrato come la Champions non stava distraendo i nerazzurri dal derby, ma il derby li stava distraendo dalla coppa, per quanto possa sembrare paradossale. Si sapeva tutto questo e, trattandosi di circostanze estranee alla sfera di controllo dei rossoneri, non ci si poteva fare nulla. Giampaolo ci ha messo comunque molto, se non troppo, del suo per complicare il derby rossonero.

Giampaolo è, mi sembra evidente, ossessionato all'idea di essere rifiutato dal gruppo dell'anno scorso. Non so se ciò sia un suo timore irrazionale o se il tecnico abbia fiutato atteggiamenti sospetti, ma nei confronti di alcuni giocatori non si sta comportando come un responsabile tecnico, bensì come un magazziniere o qualsiasi altro subalterno.

Prendiamo Biglia, ad esempio. Nonostante un generale pudore nel dire che a Verona era stato nullo... era stato nullo! Lo era stato, non solo perchè è sul viale del tramonto, ma anche perchè non è un regista, ma un centromediano metodista come lo è stato qualche anno fa De Jong. Biglia non può essere il punto di riferimento di una squadra che vorrebbe far circolare la palla velocemente. Non lo era neanche per il possesso palla più compassato di Gattuso, che infatti gli preferiva Bakayoko. Anche ieri, come a Verona, Biglia ha giocato con onesta serietà e niente di più, tenendosi in piedi con indubbia esperienza, e possiamo dargli atto di aver dato il meglio (o meno peggio) di se. Giampaolo continua però a parlarne come se si trattasse di Pirlo o Xavi, uno di quei punti fermi cui una squadra non può rinunciare senza amputarsi parti del corpo importanti. Questo è  solo il primo elemento che rivela la sudditanza dell'allenatore rossonero verso il gruppo dell'anno scorso. Il peggio, comunque, di Giampaolo, dobbiamo ancora affrontarlo.

Il Milan ieri si è schierato con un vero 4-3-3 ovvero un centravanti più due giocatori di cui uno, a seconda delle situazioni, giocava da trequartista e l'altro da seconda punta, con obbligo per almeno uno dei due di coprire, quando la palla  era in mano degli avversari. Delle 2 punte laterali uno era Leao, il migliore dei rossoneri per tutta la partita e uno dei migliori in assoluto dei 22 in campo nel primo tempo. La buona risposta di Leao alla fiducia concessagli avrebbe dovuto incoraggiare Giampaolo a sentirsi il tecnico del Milan e non un portatore di borracce dei giocatori dell'anno scorso. E invece no!

In effetti, se a partita finita il match è sembrato un disastro per il Milan, un'attenta analisi dimostra che il primo tempo era stato del tutto equilibrato. L'Inter aveva fatto soffrire il Milan dal 20° al 35°, con una buona incursione di Lukaku da destra e un'occasione incredibile trasformata in palo da D'ambrosio. Nel mezzo un gol annullato per l'Inter e uno per il Milan su un'azione di alleggerimento. Nei 10 minuti finali l'Inter si spegneva, anzi si sedeva sulle gambe, e finiva in balia dei rossoneri, che non ne approfittavano grazie agli sciagurati Suso e Piatek. Il primo prendeva il volo galoppando per almeno 40 metri nella prateria inaspettatamente solitaria. Arrivava incontrastato in area di rigore e qui vedeva Leao che si smarcava sulla sinistra in posizione regolare. Avrebbe dovuto servire il compagno, pronto a battere a rete, come avrebbe potuto essere egoista con decisione sparando in porta dal dischetto del rigore, visto che il difensore di fronte a lui si sovrapponeva ad Handanovic. Avrebbe potuto anche allargarla a Piatek, marcato sulla destra. Avrebbe potuto fare molte, troppe cose, per cui non ne ha fatta nessuna e ha appoggiato col piatto sinistro una fetecchia senza senso agevolmente ribattuta. Qualche minuto dopo Leao ha aggirato la difesa nerazzurra con la facilità dei campioni e ha servito una palla al bacio sulla testa di Piatek il quale, da vero predatore del gol, è saltato in ritardo e senza convinzione, mancando una rete agevole.

Non ci sarebbe stato nulla di male iniziare il secondo tempo senza Suso e Piatek che, a parte i due errori, erano apparsi confusionari. Mi sarei aspettato di vedere Paquetà al posto di Suso, ma in posizione di trequartista classico, con Leao al centro e Rebic, subentrato a Piatek, pronto a inserirsi sulla fascia a destra o a sinistra. Giampaolo, invece, incapace di mettere le mani al bisturi per amputare l'arto infetto, ha lasciato i due sciagurati titolari in campo fino al 95°.

Forse il Milan, nei 90° minuti avrebbe comunque perso contro un Inter complessivamente più forte o forse no, perchè il finale del primo tempo aveva dimostrato che i rossoneri sarebbero stati in grado di punire i nerazzurri, se questi si fossero distratti. Se, tuttavia, Ciccio Formaggio, come cantava Nino Taranto, non tiene coraggio, la squadra allenata da Ciccio Formaggio si consegna mani e piedi agli avversari.

Cosa si può dire? Visto Biglia, Bennacer non potrà fare peggio, anzi col Brescia aveva mostrato di poter fare meglio. Al momento Piatek e Suso possono e devono accomodarsi in panchina, lasciando a Paquetà, Leao e Rebic la possibilità di dimostrare che, per lo meno non sono peggio. Theo Hernandez andava recuperato con calma, ma ieri ha dimostrato di... aver recuperato. Gattuso nel derby di ritorno dell'anno scorso andò in confusione totale, Giampaolo ha impiegato i 90 minuti per far capire ai giocatori dell'anno scorso che il posto in squadra è loro, qualunque cosa facciano.

Non me ne voglia Giampaolo, ma devo fargli notare che, se ti siedi su una panchina ancora importante, quantomeno per il passato rossonero, devi avere anche un minimo di gusto per il rischio.