Sei stato l’emblema dell’Ottocento italiano, uno degli scrittori più riconosciuti anche a livello internazionale, sapessi quanti giovani, soprattutto in questo periodo di avvicinamento alla maturità, hanno studiato ed analizzato le tue opere, tra parafrasi e analisi dei tuoi testi.
Caro Giacomo Leopardi, tu non hai avuto la fortuna-sfortuna di conoscere il calcio, eppure le tue parole sembrano perfette per questo sport e tornano d’attualità, un momento di transizione che la squadra del mio cuore sta affrontando.

Siamo in un momento di quiete, una “Quiete dopo la tempesta” del cambio di guida tecnica, la Juventus ha annunciato di cambiare, di avere le idee chiare, di fare una scelta per la propria crescita.
E’ stato un’evento atmosferico devastante per i tifosi Juventini, per chi lo ha acclamato ad alta voce e chi lo temeva, non tanto per l’entità dell’evento, ma per la modalità e la successiva “quiete”.
Una situazione di apparente calma, di serenità per aver messo da parte una propria fase di vita, a tratti malinconica per chi vedeva in Allegri il Top con cui andare avanti, a tratti “noiosa”per l’eccessiva facilità nel vincere in campo Nazionale.

“La tempesta è passata:

 sento gli uccelli che fanno festa e la gallina

 che è tornata in strada

 ripetere il suo verso. Ecco, il cielo sereno

 da ovest verso la montagna squarcia le nuvole;

 la campagna si rischiara

 e il fiume appare luminoso nella valle.

 Il cuore di ognuno si rallegra, da ogni parte

 ripartono i rumori,

 si ritorna alle attività consuete.”

Appena ufficializzata la scelta, quanti tifosi hanno messo da parte questi 5 anni stupendi, con l’idea di cambiare in meglio, trovare nuovi stimoli con la serenità che tanto è stato fatto e che tanto è ancora da fare.

Pronti, via! La lista dei nomi, dei sogni, chi vuole il bel gioco, chi l’esperto nel vincere in Europa, chi l’emergente e chi il vecchio che ritorna, ognuno ha fatto un proprio sogno, una lista di nomi con tanto di priorità e di preferenze.

Poi pian piano, si è tornati alle proprie occupazioni, sono passati i giorni, sono rimasti in piedi alcuni profili e nella quotidianità sono affogati i propri sogni, l’ansia di sapere si è tramutata nella fretta di mettere una pietra sopra questa storia, qualunque sia l’epilogo, tu Giacomo l’hai chiamata “morte”, ma sarà un trapasso temporaneo, per alcuni un sollievo per altri un vero flagello, ma che darà spunto per una nuova vita, un nuovo inizio.

E quando ci sarà questo inizio, sarà come nel tuo “Sabato del villaggio”, in attesa della prossima festa, della prossima vittoria, più vivi di prima.

“La donzelletta vien dalla campagna,

In sul calar del sole,

Col suo fascio dell'erba; e reca in mano

Un mazzolin di rose e di viole,

Onde, siccome suole,                                 

Ornare ella si appresta

Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.”

Sarà una nuova Juventus, nel cuore sempre la stessa, ma che si agghinderà per l’occorrenza, per essere più bella e vincente, per essere ancora più splendente.

“Questo di sette è il più gradito giorno,

Pien di speme e di gioia:

Diman tristezza e noia                                 

Recheran l'ore, ed al travaglio usato

Ciascuno in suo pensier farà ritorno.”

E quando la vittoria sarà raggiunta, piena di gioia , lascerà posto al domani triste e noioso, per gli altri, che anche il prossimo anno dovranno inventarsi qualcosa di nuovo.

Ciao Giacomo, non lo sapevi ma in fondo sei stato anche tu un appassionato di questo sport, chissà in fondo anche un po' juventino.