Idee innovative, gioco offensivo, modulo 4-3-3, livello atletico impeccabile, tanto lavoro sporco e massima fedeltà agli schemi.

Sembrano i principi base del neo allenatore della Juventus Maurizio Sarri, invece sono le base con le quali Marcello Lippi ha costruito una delle Juventus più belle e vincenti, l’ultima che è riuscita nella tanto sognata impresa di alzare la Champions League, nel lontano 1995-96.

Sono molte le analogie tra il gioco di Sarri e quello di Lippi, prendendo in esame la stagione della vittoria in Champions 1995-96, Marcello Lippi ha utilizzato come modulo base il 4-3-3, con un portiere solido come Angelo Peruzzi, e una linea difensiva con 2 centrali rocciosi come Ciro Ferrara e Pietro Vierchowood, sostituiti all’occorrenza da Porrini e Carrera, e sulle fasce dagli stantuffi Pessotto e Torricelli, due infaticabili terzini che abbinavano alla corsa l’ottimo senso della posizione.

Il terzetto di centrocampo era governato dal metronomo Paulo Sousa, il portoghese comandava l’azione, decidendo quando accelerare e verticalizzare con passaggi veloci e lunghi. Ai suo fianchi, Lippi gli affiancava due mezzali che dovevano fare da raccordo tra i due terzini e i due attaccanti esterni, per fare ciò Lippi costruì un trio di giocatori che a turno si affiancava a Paulo Sousa, i designati erano il francese Didier Deschamps, brevilineo francese dalla particolare intelligenza tattica, abbinata a una propensione al contrasto e al pressing, Marcello Lippi lo apprezzava molto per la sua duttilità nel poter all’occorrenza sostituire anche Paulo Sousa in cabina di regia, Antonio Conte, il “futuro” capitano della Juventus, era il tipico giocatore che con grinta e tenacia teneva in equilibrio i tre reparti, e il “soldatino” Angelo Di Livio, soprannominato così dal suo ex compagno Roberto Baggio, per la sua particolare corsa testa bassa e braccia dritte, che denotava la sua capacità di arare il campo e saltare l’uomo per arrivare sul fondo al cross.

In avanti, il tridente dei sogni, un mix di qualità e quantità capitanato dal carismatico Gianluca Vialli, perno centrale dell’attacco, con ai suoi fianchi “Penna Bianca” Fabrizio Ravanelli, tipico giocatore operaio, al quale Lippi richiedeva un grosso sforzo in fase di ripiego, e il giovane talento Alessandro Del Piero, appena sbocciato all’ombra del campione Roberto Baggio.

A rotazione poi Lippi, in base alle condizioni e gli impegni, utilizzava anche altri giocatori come Michele Padovano, fondamentale in alcune partite di Champions, Alessio Tacchinardi, Attilio Lombardo e Vladimir Jugovic, divenuto l’uomo copertina nella storica vittoria ai rigori contro l’Ajax, per aver realizzato l’ultimo decisivo tiro dagli 11 metri.

Ci sono molte analogie tra Lippi e Sarri, stessa regione di provenienza, la Toscana, la passione per il fumo, Marcello Lippi amava fumare il sigaro, Sarri predilige le sigarette, la “mise”molto sportiva a bordo campo e quel carattere molto sanguigno e genuino, palesato soprattutto in conferenza stampa.

Qualche analogia la si può trovare anche nella rosa a disposizione, Leonardo Spinazzola potrebbe vestire i panni di “Geppetto” Torricelli, per la sua bravura nel percorrere la fascia e superare l’uomo, Spinazzola rispetto a Torricelli avrebbe un più spiccato senso nell’attaccare l’uomo e andrebbe disciplinato di più in fase difensiva, la rocciosità di Vierchowood sarebbe replicata da uno dei difensori più forti fisicamente, Giorgione Chiellini.

Le geometrie di Paulo Sousa, sarebbero ereditate dal bosniaco Miralem Pjanic, già collaudato con la gestione Allegri, con Sarri entrerebbe di più nel vivo del gioco, alternando passaggi corti e lunghi a sua discrezione.

Per le due mezzali Sarri ha l’imbarazzo della scelta, per un profilo più fisico e di interdizione può vantare la presenza di Blaise Matuidi, Emre Can e Rodrigo Bentancur. Il francese era uno dei più utilizzati da mister Allegri, il classico giocatore di cui si fidano gli allenatori, capace di fare legna in ogni partita e sapersi buttare nella mischia e trovare anche la via del goal, nonostante non sia il profilo ideale nel gioco di Sarri, anche Maurizio si affiderà alle sue capacità pian piano che lo conoscerà.

Emre Can, arrivato dal Liverpool a parametro zero, ha completato la sua prima annata in bianco e nero con qualche prestazione superlativa e qualche passaggio a vuoto, è sicuramente un profilo molto interessante, duttile, forte fisicamente, se Sarri lo educa dal punto di vista tattico lo può trasformare in un Didier Deschamps, giocatore prezioso.

Per Rodrigo Bentancur parlano i numeri, nell’ultima stagione impiegato 31 volte in Serie A e 7 in Champions con 3 goal all’attivo, è cresciuto molto e considerata la giovane età (a breve compirà 22 anni) sarà uno dei pezzi pregiati dei prossimi anni, di lui stupisce la facilità nella corsa, aiutata da un fisico di ben 187 centimetri.

Il pezzo pregiato del centrocampo però si chiama Aaron Ramsey, ultimo colpo a parametro zero della Juventus, è un giocatore dalle straordinarie qualità tecniche e capace di ricoprire più ruoli a centrocampo. Il vero dilemma sarà quindi come Sarri vorrà sfruttare le sue capacità, se vorrà “usarlo” per innescare le punte, quindi come trequartista come fatto, con ottimi risultati, all’Empoli con Saponara o se impiegarlo come mezzala con licenza di attaccare.

In attacco il trio Vialli-Ravanelli-Del Piero potrebbe avere diverse interpretazioni a seconda delle scelte sia in fase di calciomercato che di sviluppo degli attuali calciatori. Il ruolo di “Vialli” per carisma, capacità balistiche e senso del goal  è sicuramente pane per i denti di Cristiano Ronaldo, entrambi fatti per le conclusioni acrobatiche, con la rovesciata come marchio di fabbrica ed entrambi ossessionati per la ricerca per il goal.

Il “Del Piero” di turno invece andrebbe assegnato al numero 10 Paulo Dybala, a Sarri il compito di rivitalizzare la Joya, che nell’ultimo anno ha avuto una pesante involuzione, da capire se per demeriti della gestione Allegri nel nuovo ruolo da “Tuttocampista” o se invece legato anche alla pesante figura di Cristiano Ronaldo che lo ha messo in ombra dal punto di vista mediatico. Per quanto riguarda i numeri, la Joya ha dimostrato di saper trovare soluzioni geniali, colpi di alta classe alla Alex Del Piero, deve ritrovarsi.

Il “Ravanelli” della formazione allenata da Sarri potrebbe essere un Federico Bernardeschi reinventato esterno d’attacco, negli ultimi anni Bernardeschi ha avuto una crescita muscolare e anche tattica, mentre quella tecnica era già notevole quando acquistato dalla Fiorentina, con Sarri potrebbe esplodere e trovare una continuità mai ottenuta sotto la guida di Allegri.

Chissà se Sarri, in questo mese di attesa, rintanato nella sua casa dopo la vittoria in Europa League, si è documentato su una della Juventus più belle e vincenti, l’ultima che ha centrato la benedetta coppa dalle grandi orecchie.