Giovedì 20 Giugno 2019, nasce finalmente l’avventura del nuovo allenatore della Juventus, nasce la storia d’amore tra Sarri e la Juventus. Si presenta così, davanti a tutti, rigorosamente in giacca e cravatta, il neo allenatore bianconero Maurizio Sarri.

PREMESSA: nell’ultimo mese ho sognato e risognato una Juventus guidata da un Top, da un vincente, da un allenatore rivoluzionario, che mi faccia divertire, l’identikit non era Sarri, onestamente ero convinto fosse un allenatore spagnolo, su Sarri prevaleva in me un pensiero di scetticismo.

Lo scetticismo, il pregiudizio, uno dei peggiori scherzi messi in atto dal cervello umano, inquinato dalle esperienze passate, dalle opinioni della gente, dai propri gusti o da determinati episodi.

Nel mio inconscio, Sarri è stato un “nemico”, uno dei peggiori nemici che in questi anni la Juventus ha dovuto affrontare, per la capacità di arrivare molto vicino a vincere uno scudetto con un Napoli portato su livelli molto alti, e per la tipologia di uomo che si è sempre impegnato nel combattere con tutte le forze il suo avversario di quei tempi, cioè la Juventus.

Lo ha dichiarato lui stesso in questa prima uscita da allenatore della Juventus, è orgoglioso di aver dato il 110% per combattere la Juventus, e anche se con modi sbagliati è da apprezzare per aver combattuto il suo avversario per poter vincere.

Ha inoltre dichiarato e confermato il suo amore per Napoli, sua città di nascita, e che accetterà come prova d’affetto sia gli applausi che i fischi che riceverà la prima volta che sarà al San Paolo, ma questa opportunità, con la società bianconera, è stata valutata per rispetto della propria professione e accettata perchè si è trovato di fronte una dirigenza determinata, unita, molto decisa nel prendere un allenatore, qualcosa che in vita sua non aveva mai visto.

Una situazione che Sarri ha apprezzato molto, e che ha influito positivamente sulla sua risposta finale, che per lui significa il coronamento di una lunghissima e difficilissima carriera.

Sui moduli o i giocatori di partenza, per Sarri sarà importante definire quei 3-4 giocatori e poi adeguare la squadra alle loro caratteristiche, come successo con risultati diversi nelle sue esperienze passate, al Napoli si è trovato dei giocatori che giocavano più da squadra e che si esaltavano nel passarsi la palla, nel Chelsea ha trovato giocatori che si esaltavano di più giocando sulle fasce, giocando con la palla addosso.

Il giocatore da cui partire sarà sicuramente Cristiano Ronaldo, che mister Sarri riconosce come colui che sta sopra a tutti, che detiene tanti record e che punta a fargli acquisire altri record, così come già successo al Napoli con Higuain.

Una conferenza stampa dove Sarri ha districato tutti i dubbi, sul suo passato e su come sia stato avvicinato dal mondo Juventus, senza nascondere una certa emozione, e sempre palesando una profonda sincerità.

Non ha dato grandi spunti dal punto di vista tattico, senza esporsi su moduli, ma ha già fatto capire tra le righe, che punterà sicuramente su giocatori rimasti nel limbo della gestione Max Allegri, giocatori come Douglas Costa come potenziale Top Player che ancora non è esploso, o come Federico Bernardeschi, che lui aveva elogiato già in un post partita di Fiorentina-Napoli e che per lui ora deve “specializzarsi” in un ruolo ben definito per poter fare il salto di qualità.

La sensazione che ne esce di Sarri, da questa conferenza stampa è di un uomo con le idee già chiare sulla rosa, non si è sbilanciato sul mercato, ma sa che dovrà partire da alcune certezze e che la sua filosofia dovrà “scontrarsi” con il DNA di questa società, che deve pensare per prima cosa a vincere.

Vincere e convincere, l’unica ricetta che Sarri conosce per scacciare lo scetticismo.