Donnarumma aveva concluso il derby d'andata con un'uscita a farfalle e forse per questo motivo ha deciso di iniziare quello di ritorno facendosi impallinare su un cross. In realtà, più che di un cross, si è trattato di una fetecchia che Gigio avrebbe potuto agevolmente intercettare con un banale saltello, senza neanche ricorrere al colpo di reni. Ma il nostro ragazzo no, non è uno che si abbassa a scendere in campo con la concentrazione propria dei giocatori comuni, quelli che devono sudarsi la pagnotta sgranando tanto di occhi. Gigio è un fenomeno e si è sentito in diritto di schierarsi tra i pali per sonnecchiare beato, con tanto di pannolone per dormire tranquillo e asciutto, visto che il pannolone assorbe tutto.

Trovatosi in svantaggio dopo 2 minuti e 30 secondi, il Milan ha provato ad attaccare sparando in area palloni per il solingo Piatek, troppo facile da marcare, visto che i lanci non potevano che essere indirizzati a lui. Il più in palla sembrava Paquetà che ha creato le uniche due insidie per Handanovic nei primi 45', laddove l'Inter ha sbagliato un rigore in movimento con Vecino e un colpo di testa agevole con Skriniar.

Al rientro in campo dopo l'intervallo, qualunque analfacalcio di questo mondo avrebbe provato a fare qualcosa per rendere meno solo il povero Piatek. Si poteva spostare Paquetà nel ruolo di Suso, sostituendo lo spagnolo con Cutrone, come pure affiancare Paquetà a Piatek, lasciando lo spagnolo in campo. Ciò perché Paquetà era apparso, come scritto sopra, il più in palla, pericoloso e imprevedibile dei rossoneri. Molte cose, insomma, potevano essere fatte, ma Rino Gattuso, non amando le soluzioni semplici, quelle che qualunque tecnico del cavolo può adottare, decideva di togliere proprio Paquetà per far entrare un portatore di palla ovvero l'unico tipo di giocatore che non serviva.

Il risultato era che l'Inter andava sul 2-0 e Gattuso, quasi a voler coinvolgere Cutrone in una sconfitta che appariva ormai certa, decideva di farlo entrare in campo. Nel vederlo a bordocampo pronto a entrare, gli interisti si distraevano (è una battuta oh... non prendetemi alla lettera) e consentivano a Bakayoko di accorciare le distanze.

Qui Gattuso perdeva del tutto la Trebisonda e stravolgeva l'assetto tattico della squadra, quando mancavano ancora 35 minuti più recupero, e toglieva Rodriguez. Difesa a 3? No, difesa a capocchia che mandava in tilt l'ottimo, ma confusionario, Castillejo il quale provocava un rigore inutile su un giocatore che stava uscendo dall'area di rigore.

Gattuso cercava di mettere una pezza all'errore commesso e faceva entrare Conti, schierando Calabria a sinistra, con ritorno alla collaudata difesa a 4. Non sarebbe stato troppo tardi per pareggiare, visto che Musacchio riduceva ancora le distanze a meno di un quarto d'ora dalla fine, ma quando ti riduci agli sgoccioli, sei nelle mani dell'episodio, che non è tenuto a premiarti. E questa sera non lo ha fatto.

L'Inter ha vinto legittimamente il derby, perché ha segnato 3 gol, ma anche perché Spalletti non ha mai pensato di mettere Lautaro Martinez in porta e Handanovic in attacco.
Le scelte di questa sera inchiodano, invece, Gattuso che si è smarrito del tutto un'altra volta, come al Pireo e peggio che contro la Lazio in Coppa Italia. Castillejo era, come ho scritto sopra, il giocatore più inutile, se non dannoso, in questo derby, mentre Paquetà era l'uomo in grado di inventare qualcosa. Dal canto suo, Donnarumma, sarà anche un fenomeno e patrimonio della società, ma ha segato le gambe ai compagni.

E pensare che, secondo Calabria, il Milan doveva dare il colpo di grazia ai nerazzurri. Però eh...