Non serviva certo essere un veggente, consultare una zingara o affidarsi agli oroscopi di Paolo Fox per sapere quale futuro avrebbe dovuto affrontare la squadra allenata da Pioli. Avevamo tutti tre anni con i quali confrontarci ed infatti, la maggior parte di chi scrive su questa community, aveva previsto le problematiche che con il licenziamento di Maldini si sarebbero presentate. Bisognava solo aggiungere quei limiti tecnici di cui si  era perfettamente a conoscenza.

Quindi perché stupirsi oggi? La sconfitta contro l'Udinese è meno grave di altre che abbiamo già visto in precedenza, anzi, considerando il rigore fin troppo generoso concesso alla squadra friulana, è certamente più sopportabile delle sconfitte casalinghe contro lo Spezia, il Sassuolo, 5 a 2 per chi fosse smemorato, o l'eliminazione in Coppa Italia, con il Torino che giocava in dieci. Mister Pioli ha ciclicamente proposto al "grande pubblico milanista" il suo calcio più fantasioso che fluido. Tutte queste lamentele, che oggi prendono forza, nella consapevolezza che questa proprietà non licenzierà Mister Pioli, hanno solo l'effetto di delegittimarlo consegnando ai giocatori la giustificazione per ogni loro errore.

Il Milan che perde contro l'Udinese, sommerso dai fischi dei suoi tifosi, accorsi come sempre numerosissimi, nonostante la pioggia battente, vede l'Inter capolista allontanarsi con già sei punti di vantaggio, ma all'undicesima giornata di campionato anche a fronte di un solo punto conquistato nelle ultime tre partite, due delle quali in casa, ci sarebbe tutto il tempo per rimediare e recuperare lo svantaggio. Ci sarebbe, solo sapendo quali rimedi adottare. Ed ecco che tutte le nostre previsioni si concretizzano... purtroppo.
Gli infortuni, sempre numericamente eccessivi, l'assenza di Maldini, fondamentale nel rapporto fra spogliatoio e allenatore, oltre che in grado di smorzare ogni tipo di pressione esponendosi in prima persona, fino ad una squadra progettata da Pioli per un teorico 4-3-3 di cui non se ne vede traccia. Ma lo scopriamo solo oggi?                                                                                      

1- Che Pioli non sia un motivatore, lo sanno tutti. Ha sempre basato il suo lavoro sul dialogo, trovandosi spesso a fare i conti con approcci alle partite più abbordabili, totalmente sbagliati. 2 - Che Pioli non sia un tattico, in grado di essere un valore aggiunto alla squadra, lo abbiamo scoperto l'anno scorso, quando non ha voluto aggiungere un centrocampista ad una squadra che aveva problemi nella fase difensiva e nell'incapacità di trovare soluzioni contro l'Inter aveva proposto un 352 che snaturava le caratteristiche di molti giocatori. 3 - Che Pioli sia il garante sulle prestazioni fisiche dei giocatori a sua disposizione, è forse la risposta più importante a cui dare risposta e che apre uno scenario totalmente diverso per uno spogliatoio con più giocatori in infermeria che a disposizione.

Eppure, dati alla mano, Mister Pioli ha portato il Milan alla vittoria dello scudetto, ha superato le 200 panchine alla sua guida, ha una media punti più che positiva e, cosa non trascurabile, il suo contratto scade a giugno 2025. Ecco che l'insistenza con cui Ibra viene giornalmente accostato al Milan appare solo una soluzione rivolta ad evitarne il licenziamento, dai costi troppo consistenti. Una "pezza" che personalmente per quanto comprensibile ritengo non da Grande Club e non a stagione in corso rischiando di condizionare anche le scelte future. Ibra non è facile da gestire, non è il tipo di persona predisposto a mediare, a ingoiare qualsiasi rospo nell'interesse collettivo e specialmente come si relazionerebbe con Furlani, Moncada e D'Ottavio, triade invisibile messa a sostituire Maldini e Massara?

Le stagioni di Pioli hanno tutte il medesimo andamento. Partenza forte, infortuni a catena, ciclo di sconfitte e poi un finale in crescendo. I punti conquistati dal suo Milan sono sempre stati sufficienti a soddisfare gli obiettivi Societari con l'aggiunta di uno scudetto. La probabile eliminazione dalla Champions potrebbe essere un aiuto per garantirsi una fra le prime quattro posizioni. Il recupero di Bennacer e qualche rinforzo dal mercato invernale, dovrebbero facilitarne il percorso.
Questa squadra può e deve aspirare ad altroCon un altro tecnico potrebbe ambire allo scudetto?  
Sono queste le due semplici domande a cui la Dirigenza del Milan dovrebbe cercare le risposte. Un'analisi che dovrebbe transitare per i giocatori acquistati e sul loro utilizzo, scoprendo subito una totale illogicità, fra il calcio proposto da Pioli nei suo triennio precedente e i giocatori arrivati a Milanello. Se Pioli ha sempre privilegiato il 4-2-3-1 perchè si è trovato a proporre un 4-3-3 alquanto approssimativo? Il mio giudizio sui giocatori acquistati, specialmente considerando il rapporto, prezzo-valore economico, resta positivo. Se poi l'allenatore colloca Musah fuori ruolo, sulla fascia e gli chiede di fare l'ala, allora non c'è da stupirsi se la sua prestazione non è positiva. Discorso che vale per Okafor o per Rejnders, talento puro, frenato da schemi a me incomprensibili e relegato a toccare pochi palloni perchè tutti devono transitare da Krunic, limitando ciò che sa fare meglio, verticalizzare.

La squadra è stata rinforzata. Serviva altro? Certamente, ma questa proprietà ragiona prima in ambito economico e successivamente in quello sportivo. Se così fosse allora l'allontanamento di Mister Pioli dovrebbe essere preso in seria considerazione, perché la rosa del Milan rischia di svalutarsi. Maignan, Theo e Leao sono i giocatori più facili da vendere, ma se demotivati o, peggio, utilizzati male si rischia solo di perdere acquirenti e abbassarne il prezzo.
Oggi la situazione è quella che avevamo ampiamente previsto, Ibra, per quanto utilissimo, non ne è la soluzione, poiché nel momento in cui si è scelto di allontanare Maldini (probabilmente colpevole di non adattarsi a fare lo yesman) bisognava scegliere un Allenatore in grado di gestire lo spogliatoio in prima persona. 

GAME OVER - Il ciclo di Elliott e Gazidis era finito e quello targato REDBIRD, con i suoi algoritmi, i poteri condivisi e il business football stenta a decollare. Aggrapparsi a Ibra sa tanto da inversione a U in autostrada.