Full Milan Jacket- 2° giornata di Serie A  
Milan Cagliari 4-1 (Tonali 12', Deiola 15', Leao 17', Giroud 24', 43')  

Prologo  
I Ragazzi stanno bene. Molto bene. Ma compare un qualcosa che assume un grado di maggior importanza nella serata di domenica 29 agosto.  
Secondo il capitolo 9 del libro della Genesi, successivamente ai quaranta giorni del punitivo diluvio universale che rese celebre la figura di Noè, si mostrò in cielo, altissimo, il primo arcobaleno della storia terrestre come simbolo di alleanza tra Dio ed umanità. L' arcobaleno, proprio come lo vediamo oggi, recita esteriormente una sequenza ordinata di sette colori: rispettivamente rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto. E come potete notare, Dio decise di porre come colore centrale tra i sette il verde, che rispettivamente trova tre cugini cromatici alla sua destra e tre a sinistra. Il verde sta al centro.  

Ieri sera, davvero, dopo mesi di incertezze e precarietà dovute alla battaglia contro il Covid19, è il verde che torna al centro dello spettacolo di San Siro, il verde del nostro amatissimo rettangolo di gioco. Finalmente, il campo è solo una parte dello show calcistico, è un palcoscenico centrale che viene circondato da un cumulo di voci. Le voci dei tifosi, della gente ben partecipe dentro la partita. Ed il campo rientra ad essere solo un pezzettino centrale nell'esibizione. Come l'arcobaleno, simbolo d'alleanza. Il verde torna al centro; oggi c'è speranza. E non a caso quel verde, tonalità presente anche sul prato di San Siro, è proprio il colore della speranza. In conclusione, Milano può sorridere, prudentemente.  

Capitolo 2  
Per la seconda giornata di campionato, il Milan si presenta al tavolo contro il Cagliari e mostra nel gioco, a carte scoperte, per la seconda volta in sette giorni, di trovarsi senza i due assi Kessiè ed Ibrahimović, dunque entr-ambi rimangono ai box per i rispettivi infortuni, saranno comunque e presto disponibili nella lista dei convocati stilata da mister Pioli. Almeno così sussurra il vento consigliere, due volte. Ieri però, la coppia sedeva su due seggiole vicine nel mezzo della tribuna di San Siro.  
Lo sappiamo bene: si scrive "Dazn" ma si legge "dazon" , però quando gioca il Milan si legge il 4-2-3-1 di stampo pioliano. Non solo lo stesso modulo della gara contro la Samp di D'Aversa ma sono anche medesimi gli interpreti dell'undici titolare. Idem. Calabria capitano e Diavolo con Florenzi e Bennacer dalla panchina, dunque Saelemaekers padrone della fascia destra e Krunić in combo con Tonali nella Terra di Mezzo, poi con Leao trionfante su Rebić nel ballottaggio per la corsia sinistra, infine "Grand Gourmet" Giroud posto al centro dell'attacco. Proprio quella grafica evidenziava un duello ipoconsonantico sulla sinistra: Hernandez contro Nández. Probabilmente il Cagliari non è la squadra più terrificante del campionato, mi riferisco alle famose facce da guerra alla Full Metal Jacket. Non spaventano granchè, ma di certo i sardi si fanno valere con i parecchi centimetri sulle palle aeree e possiedono anche la discussa garra. Ma... Pronti, via! Che spasso che spasso questa serata!  

I primi 25 minuti inquadrano dei ritmi scatenati e convulsi, tanto che Giroud dopo meno di 120 secondi impatta su un traversone ben calibrato da Saelemaekers, svetta e dirige alto il pallone tondo tondo. E Radunović, estremo difensore dei cagliaritani, è già in allarme. Hernandez subito ingaggia il duello contro Nandez, chiude in disimpegno in zone piuttosto pericolose di verde. Poco dopo, Giroud è ancora da livello 9 della scala Richter, dunque si dimostra incantevole con un colpo di tacco che suggerisce a Leao la via del gol. Purtroppo il portoghese non è altrettanto grandioso, indugia e ragiona davanti a Radunović, quella porta tanto larga pare nascondersi in un mare di nebbia friedrichiano, quindi nel momento della conclusione giunge eroicamente Carboni a chiudere lo specchio della porta. Tre minuti passano, che Godin atterra Saelemaekers abbindolatore e Sandro Fedro Tonali si incarica coordinatore del calcio di punizione. "O Fedro, raccontaci una storia. Magari scrivicela, accogli quella matita!" Tonali sa bene che con la matita non si scrive, si disegna. Si disegna una traiettoria iperbolica per oltrepassare la barriera avversaria, ed il guanto destro più importante di Cagliari sfiora e basta. Rete. Rivedendo i replay di Tonali che esulta per la sua prima marcatura a San Siro, vi accorgerete di un Sandro colto dall'entusiasmo e realizzato, a ripetere: "Daiiii! Andiamo! Andiamo! Siiii!"  
Pochi minuti ancora, con precisione tre, che Tonali si contorce per interrompere il giro palla dei rossoblu, la palla torna fortunosamente a Joao Pedro che crudelmente pennella su Deiola, originariamente l'uomo di Tonali da poco in piedi. Il nostro Sandro non segue l'uomo cercato da Pedro, Calabria si ritrova incastrato tra Carboni e Deiola, la palla viene incontrata alta dal secondo. Conclusione che schizza sul guanto di Maignan e capitombola in rete, parità. Il Diavolo guarda i Quattro Mori: "Tu m'hai provocato ed adesso io ti distruggo. Mo me te magno" . La vendetta jordaniana incomincia presto.  
Leao guarda l'obiettivo, punta il bersaglio e spara. Segna? Sì, o quasi. Colpisce la schiena di Brahim Díaz e la palla rotola contenta dentro la porta. Gol assegnato a Leao, nonostante l'evidente deviazione. È il regolamento, signori.  
Non ho potuto fare a meno di non notare la collocazione tattica assai differente alle altre uscite in fase di possesso. Se, a volte, soprattutto partendo dai bassifondi del campo riuscivo a notare i movimenti visti, rivisti e collaudati con il solito Saelemaekers sulla parallela di Theo Hernandez e Calabria più arretrato, ieri con frequenza ho visto altro. Il mio occhio avvistava un Calabria piazzato più avanti ed ampio, sulla linea di Krunić. Come fosse possibile? Beh, Saelemaekers gli lasciava margini di spazio maggiore venendo verso il centro. Non è finita qua, ovviamente. Tonali (ricordandomi un artificio proprio di Klopp ai tempi di Thiago Alcantara o di Busquets con i blaugrana della Catalogna) era l'angolo al vertice di un triangolo composto con Kjaer e Tomori in cabina di regia. Krunić, invece, con un ruolo importante dal punto di vista "strutturale" rimaneva centrale per mantenere alto il baricentro e dialogare con i compagni, sempre passaggi di breve raggio. Sembravano due schieramenti ben distinti che modificassero solo la colonna di destra. Un piano A ed un piano B, con il secondo che non portava alcuna modifica al posizionamento di Giroud, di Brahim Díaz che svariava sempre impegnato a scendere e risalire per la Corrente del Golfo, o di Leao parecchio ampio che frequentemente lasciava il passo più esterno a Theo Hernandez.  
Intanto l'assedio continuava sul rettangolo di gioco più gagliardo di prima. Il Milan si impegnava in sventagliate a cogliere gli avversari impreparati dietro le spalle, ma con ancor maggior frequenza preferiva mettere a ferro e fuoco le fasce, sfondando i muri che ne impedivano l'ingresso. Poteva capitare che i lanci finissero a vuoto, allora i nostri erano lestissimi a recuperare la sfera, sembravamo più degli avversari sul terreno di gioco, frutto di un ottimo posizionamento. Il povero Joao Pedro lottava (ha fatto una gran partita in proporzione alle occasioni fornitegli) spalle alla porta contro Kjaer, ma in posizione di centrocampo, Tomori guardava le spalle a Pavoletti in maniera ipocrita.  

Al 24' il Milan si fa trovare nuovamente pronto, Theo recupera el balón e strappa per il campo, poi serve Brahim. Non esiste cerniera che possa chiudere Díaz... se non ci sono avversari di fronte a lui ad ostacolarlo. Un sofferente Godin indietreggia, perchè quella del Milan era una ripartenza letale con il Cagliari che aveva abboccato, lasciando non l'intero organico nelle retrovie come era solito. In un mare di sovrapposizioni Díaz arriva al limite e serve il proprio numero 9. Giroud con il tiro a girou, conclude ed aumenta il vantaggio, il tabellino tiene il conto: 3 ad 1.  
Ed ancora spinge il Milan, una palla cade in area di rigore, Tomori ci si avventa. L' inglese con il destro trova l'angolo ma non riesce ad orientare la sfera con potenza, avrebbe avuto necessità di muoversi un passettino indietro ma la teoria è difficilmente praticabile. Il Milan l'aveva decisamente presa sul personale, piovevano cross. Ecco un tiro tentato da fuori e firmato dal solito ardore del piccolo Brahim. Strootman tocca e invia la traiettoria fuori, ma mediante il dorso della mano. Tin tin tiiin! Fischietto. E calcio di rigore. Giroud tira a destra, il portiere salta alla destra di Giroud. Eh... che? Parata? Ma il rigore di Giroud? Parato? No, no. No. Gol. Doppietta di Giroud.  

Il primo tempo scriveva 15 tiri tentati dal Milan, di cui 10 verso la porta. Spassosi questi primi 45', sotto gli occhi del fedelissimo Rino Gattuso, a San Siro. Grand Gourmet Giroud era stato straordinario, un vero semplificatore per la storia del primo Milan del primo tempo. La sua sagoma non aveva spigoli, pochissime imperfezioni nei movimenti. Rotondo, come uno dei suoi piatti, Chef.  
Serve una sponda di testa? C'è Giroud. Serve qualcuno che imbecchi i compagni verso la porta? C'è Giroud. Serve qualcuno insidioso sui numerosissimi cross? C'è Giroud. Serve qualcuno che segni? C'è Tonali, c'è Leao e c'è soprattutto Giroud. Il mio professore di musica mi disse che i più grandi artisti della storia non sono quelli che sembrano muoversi ed agitarsi, che creano un gran trambusto e che si agitano divincolandosi mentre suonano a tal punto da far sembrare tutto complicatissimo. L' arte di pochi e di Giroud, in questo simile al grande Paco de Lucía, è di rendere agli occhi della gente dei gesti piuttosto complicati come normalità o quasi. E ieri, la grandezza di Giroud stava nel mostrare la squadra come un cerchio tondo tondo perchè ogni azione combinata sembrava semplice e senza difetti. Sembrava tutto molto fattibile e realizzabile, e magari non eravamo poi tanto virtuosi, ma il gioco stava nel farti vedere tutte quelle tante azioni come possibili e... normali. E dunque Giroud aiutava l'intero reparto offensivo. Eppure ci tengo a sottolineare che il merito del gran primo tempo è da attribuire al gruppo, in cui non spiccavano primi violini evidenti. Era la gestione di tutta la squadra a meritare il 4-1. Aiutare l'uno l'altro.

Incomincia la seconda frazione. Questa è stata molto poco importante, invece. Il Milan ha buttato dentro qualche cross, nessuno dei Quattro Mori ha mai davvero immaginato di punzecchiare il Diavolo. Al 49' Kjaer si è dilettato in una giocata da calcetto, ponendo il collo del piede sotto la palla ed alzando la sfera sopra la testa di Joao Pedro, che è riuscito appena a toccare senza successi quello scavetto sulla propria fronte. Al 65' Godin rimediava un giallo dopo essersi fatto ingannare da un Leao molto in fiducia. Subito dopo l'uruguaiano era magistrale nell'usare la testa, così, con ragione illuminista, anticipava un Giroud volante verso Radunović. Due minuti dopo, Leao nel momento di massimo splendore veniva sostituito. Un attimino prima l' Onda di Almada aveva ricevuto da Kjaer un colpo teso di palla (piiing!) e, con il petto, aveva accompagnato il pallone verso il suolo (pong!), infine aumentando i giri nelle gambe avveniva il sorpasso su Ceppitelli e gettava dentro l'area un passaggio rasoterra verso Giroud. Ancora provvidenziale Godin in allungo, ma poco mancava all'autogol.
Saelemaekers ed un applaudittissimo Tonali vanno contemporaneamente out con Leao, i tre si faranno compagnia. Dentro Rebić, Florenzi e Bennacer. Poche volontà rimaste sul campo, Maignan viene impegnato da un destro potente di Lykogiannis su punizione al 79'.  
Arriverà, solo sei minuti dopo, lo scroscio di applausi per Brahim Díaz, viene gettato nella mischia Daniel Maldini. Rebić si inserisce e, dopo aver dialogato in lingue sconosciute all'uomo più erudito, calcia al limite. "Buuuuu!" Raduvanović salta per la paura, manca poco al quinto gol. Quello no. Quello no, perchè Rebić scaglia il pallone troppo in alto. Esce Giroud al 90', standing ovation. Triplettus non est. E dentro Castillejo.  

I Ragazzi vincono 4-1. Ed i Ragazzi stanno bene. Mooolto bene. Ma è solo l'inizio, dopo il Cagliari arriverà una temibile Lazio, presentatasi questo weekend come vincitrice per 6-1 contro lo Spezia. Come piace dire a me: ci sarà sangue.  

Le pagelle  
Ape legnaiola, Maignan 6  
Trottola nolaniana, Calabria 6.5  
The lightouse, Kjaer 7  
Big Tomatoe, Tomori 6.5
Theo Van Gogh, Hernandez 6.5
 
Fedro, Tonali 7 (Perry Mason, Bennacer 6)
Dera, Krunić 6.5
Brezza di giugno, Saelemaekers 6.5 (Palladio, Florenzi 6)
Alegría, Diaz 7 (Maldini s.v.)
 
Onda, Leao 7 (Raptor, Rebić 6)  
Grand Gourmet, Giroud 8-MVP (Castillejo s.v.)  
Mister, Stefano Pioli 7.5 (Avanti tutta così!)  

I Ragazzi stanno bene, hanno il fuoco nelle vene.  

Damiano Fallerini