Full Milan Jacket
Milan Napoli 0-1 (Elmas 5')  
Ohi ohi questo Milan: la metafora commerciale del "colosso dai piedi d'argilla" si rafforza. Il Diavolo circumnaviga il significato del verbo "mancare": nelle ultime gare manca di giocatori, manca di convinzione, manca di alternative, manca di idee, manca di gol assegnati, manca di occasioni e secondo qualcuno manca di ferri di cavallo ed amuleti protettori. Si aggira ciondolante e, come fosse un vaso di Exechias, vengono catturati i fotogrammi e gli istanti più sofferenti, dimenticato quanto di più normale: sì, perchè perlomeno il Milan è coerente.  

Era avversario un Napoli piegato, frammentato e smezzato come un biscotto della fortuna cinese. Nelle ultime sei gare aveva prodotto una sola vittoria: quella sberla di un 4-0 alla Lazio. Tanti freni, ma forse qualcuno non aveva visto giocare gli Azzurri nelle ultime tre partite di Serie A. Forse a qualcuno piaceva essere pessimista, perchè il Napoli era stato scioccamente ingenuo contro il pareggio di Sassuolo, autore di un partidazo perdente contro l'Atalanta e davvero-davvero iellatissimo nella sconfitta contro l'Empoli. Il Napoli veniva da risultati negativi e prestazioni positive. Dunque, in realtà, non è che qualcuno in rosa avesse grossi blocchi psicologici. Anzi! In quanto ad energia e perseveranza il Napoli pareva ben formato. Devo scrivere però, che sono rimasto davvero colpito a leggere Petagna centravanti e non Mertens, in panchina insieme a Politano. "Turnover in un oceano di assenti, pazzia?" Spalletti voleva una vita spericolata, l'avrebbe avuta vinta fino all'ultimo. Non era necessario Mertens per sconfiggere il Milan di questi giorni.
Infatti, il Milan veniva da risultati poco felici, ma da partite ancora meno felici, prestazioni scarne e negative. Senza grosse occasioni. Perchè Díaz, dopo le recenti apparenze, sarebbe dovuto diventare "cervo che esce di foresta"? Si giocherà a Milano, ma questo Milan meritava d'essere favorito? Non credo.
Piuttosto, questo Milan si può vantare, può sistemarsi le ciocche di capelli biondi, può reclamare sotto lo specchio: "Sono coerente!" Subire gol nei minuti primi, ex punto di forza di un Diavolo che ad inizio primo tempo appariva, solo pochi mesi fa, al massimo splendore, è abitudine.
Prima quella era una rara evenienza! La lista più recente contava Udinese, Sassuolo, Fiorentina e pure l'Inter: in effetti subire gol nella prima metà del primo tempo è ormai l'eccezione che si fa regola. Ammettiamo che in qualche frangente la concentrazione passeggiava a Corso Buenos Aires. Perchè il Napoli, nei primi 5', fracassava il Milan come fosse un mattarello ammansito da mani campane, con continui corner a piovere verso Maignan. Una volta, Tonali era sia sul primo palo e sia in marcatura, quindi (cosa naturale!) tentava di fare entrambe le cose e non riusciva in nessuna delle due. Un Elmas volante, libero di sognare ma specialmente di decidere, trovava la via della rete. Non è strano quanto succede, ma come inizi la dinamica del gol subito. Tonali può ricevere comprensione, il Milan è coerente.  

Poco dopo, i Ragazzi non riescono a gestire il pallone, si sforzano, ma tra fretta, errori ed entrambi i fattori, il risultato cambia. Piano piano, il campo diviene proprietà rossonera, mancano ancora gli ultimi trenta metri. Ed ancora un maledetto cubo di Rubik bloccato come nelle scorse settimane, Milan coerente! Il 4-2-3-1 del Dardanide Pioli restava fisso con i chiodi, solo Ballo-Tourè metteva le ali tentando di aggiungersi alla batteria di trequartisti, tra i mediani Fedro Tonali si muoveva da destra a sinistra verticalmente ed Apedemak Kessiè correva più orizzontale da attacco a difesa. Quest'ultimo non era certamente determinante come uno zero dopo la prima cifra di un numero intero, eppure non è colpa sua come molti credono, se la squadra era da ritenersi innocua in avanti. Scelte sbagliate, Kessiè qualcuna ne faceva. Ed anche Ibrahimović non era il problema metafisico del Diavolo, infatti duellava con due maglie vicine vicine, riusciva anche in alcune sponde, poi al 18' incornava e spingeva di poco a lato un cross di Punta di Clovis Ballo-Tourè. Difesa e prima mediana tentavano, si univano come in un assemblaggio meccanico, anche il miglior Florenzi dell'anno sparava al volo su una palla cacciata dall'area di rigore da Juan Jesus, fuori di un televisore sedici pollici. Pochino pochino.

Al 45' si avviava il secondo tempo, ed era sempre la stessa partita di prima, con lo stesso problema e con la stessa schiena ad "s": una partita con la scoliosi, e più erano i centimetri per cui ci si alzava e più c'era probabilità di assistere ad un guaio. Infatti, la squadra era lunga ed il tris di trequartisti era nullo sul destino della partita. Mediana e trequarti erano lontanissime. La trequarti milanista pullulava di guardie del corpo sempre presenti, come nell'invasione del palazzo in una delle celebri scene finali di Matrix, poi i trequartisti, veramente, erano innocui da non fare il solletico. Il Napoli pensava a ripartire o a gestire un possesso palla senza eventuali pizzicotti più in avanti.
Discorso trequarti. Krunić si assolve dai peccati, del resto non è lui il milanista che mai dovrebbe essere incaricato di saltare l'uomo o di creare superiorità numerica, dunque il suo cambio sarebbe stato opportuno presto. Ricordiamo: Krunić è pure adattato. Poi Messias agiva largo nella posizione su cui fu casa dell'ultimo Suso, dunque raramente trovava spiragli ed anzi, tentava timidamente dei passaggi a compagni vicini, eppure al minuto 68' veniva dentro e caricava verso la porta: la palla culminava fragorosamente dietro la porta di Ospina. Díaz ancora giocava all'uomo invisibile e svaniva. Con la palla sulla trequarti si rimaneva bloccati in uno stallo (perdente) alla messicana, ma molto facile era che la sfera non arrivasse proprio. Distanze troppo ampie. Oppure che i trequartisti la perdessero.
Insomma, Pioli guardava il suo cubo di Rubik bloccato, il tris di trequartisti nè si mostrava nè, soprattutto, dava possibilità. Arrivati negli ultimi trenta metri non esistevano opzioni, alternative, piano A o piano B, improvvisazioni. Solo piatti giri di sguardi. Coerente, ancora, alle ultime settimane: senza Leao (ed altri), qualcosa è evidentemente cambiato nello stile di gioco del Milan.  
Richiamati sui sedili Díaz e Krunić, correvano Saelemaekers e Giroud, eppure il Milan non riusciva a colmare le distanze. Il Diavolo era lungo come Miðgarðsormr, il Serpente capace di avvolgere il mondo secondo la mitologia norrena, e neppure si accorciava mai. Nonostante ciò, Saelemaekers dava una prova positiva e riusciva ad effettuare qualche giocata creativa, Anguissa chiedeva raddoppi ai compagni e perdeva con il belga gli uno contro uno.  
La partita sembrava dover mostrare i titoli di coda sullo 0-1, con il Napoli che non aveva più tirato in porta dopo la conclusione riuscita al 5' da Elmas e con un Milan da rompicapo dove muovere le caselle per guardare la porta di Ospina sembrava (ed era) complicatissimo. Al 92' qualcosa si illumina di immenso, vorrei scrivere che quello fu il piatto a rete di Kessiè. Apedemak disegna una traiettoria alla guglielmo tell su Di Lorenzo, a porta spalancata dopo un batti-e-ribatti con protagonista anche il neo-entrato Castillejo. Era gol, quello era proprio gol! Ma... i miei occhi? Cosa mi avevano fatto agli occhi? Quale stregoneria era mai quella che mi capitava, che vedevo? Le immagini cambiavano! Impossibile.

Illusione, si illuminava di immenso il fischietto giallo dell'arbitro Massa che consultava il VAR e scongiurava la rete del Milan. Decisamente, il fischietto si illuminava di immensamente... errato. Come? Con Giroud da terra che guardava l'azione svilupparsi, come una goccia di pioggia sull'asfalto osserva la profondità dell'autostrada! Ma come il nostro Grand Gourmet Giroud avrebbe influenzato Juan Jesus? Il fuorigioco di Giroud esiste, che il francese sia oltre la linea mi pare ovvio, che Giroud risulti disinteressato ed ininfluente sulla rete mi pare altrettanto ovvio! E Juan Jesus quel che combina lo fa senza consiglio, senza spinta e senza influenza di Giroud! Forse hanno visto la gamba di Giroud spuntare da sotto il terreno, come la radice di un acero? Perplessi? Ma... Giroud non combina niente di quel niente! Per me sono dolori fitti al pancino, una "Massa" di cose ingurgitate che fanno un bel male! E la gara si arresterà sullo 0-1 in favore del Napoli.

Che il Milan ha dei difetti ne ero consapevole, questi limiti già si erano visti nelle ultime sfide di Serie A. Pensiamo addirittura che Spalletti ha concesso solo dodici minuti a Mertens e Politano, forse era poco preoccupato? Ma ora, un' altra volta in questa stagione, vedersi sottrarre dei punti fondamentali, ma soprattutto che vengano segnati all'avversario con cui ci si gioca la posizione della classifica, rimane profondamente penalizzante. Non mi attacco al rigore, non sono tipo. Mi attacco al destino. E poi, sì, divento tipo da attaccarmi a quel rigore. Perchè sarebbe pesato un punto. Peserà questo gol annullato sulle sorti di fine stagioni e sugli almanacchi? ​Anche (anche!) questa rete, ingiustamente annullata, ricordando quanto accaduto durante la stagione è fatto di coerenza. Perchè questa, ora, è un' abitudine. E da scrollarsi presto, ancora no!
Un Milan al cubo di Rubik bloccato con un tris di trequartisti innocui, limitanti un reparto intero, si allontana da San Siro contro un Napoli in emergenza, fa pure zero punti ed un gol malamente annullato. Allora sì, amici milanisti, questo è un Milan davvero coerente.  

 

Damiano Fallerini