È stata rispolverata l'atmosfera magica, di Notte magiche. Poi infranta dal goal di Maradona, che fece il suo. Una notte horror fu quella dell'Italia '90. Per ragioni scaramantiche sarebbe stato meglio forse inventarsi qualcosa di nuovo, ma si è deciso di voler ribaltare quella notte da incubo per ricostruire un sogno. Un sogno che l'Italia ha conosciuto nel 2016, con il Mondiale, e poi, beh, poi sappiamo tutti quello che è successo.  E già dal mito delle "notti magiche" si sta scrivendo un nuovo corso che sfida e affronta diversi tabù. Quello della scaramanzia ad esempio che nel calcio continuerà ad esserci, perchè la scaramanzia fa parte del calcio, ma da questo momento ci sarà un però. L'Italia oggi sta rinascendo, facile entusiasmarsi quando si vince, vedremo quando arriveranno le prime difficoltà se questo amore sfumerà, allora altro non sarà stato che amore estivo, oppure veramente sarà cambiato qualcosa. Qualcosa di più profondo sarà nato? Chissà. L'Europeo è un primo passo, l'obiettivo rimane ritornare da protagonisti nel calcio Mondiale, con i Mondiali. Questa Nazionale va accolta con gli applausi, comunque andrà a finire. E soprattutto si deve prendere atto che si sono infranti due tabù fondamentali. Quello della scaramanzia era sarcasmo. Veniamo ora alle cose serie.

Il primo, andando in ordine cronologico, è quello dell'inginocchiarsi a sostegno del movimento anti razzista black lives matter. Si è consumato qualcosa di veramente imbarazzante al fischio di inizio. I giocatori gallesi si inginocchiano e gli italiani mettono in azione la palla. Poi, appena si sono accorti di quanto accaduto, in cinque si inginocchieranno. Gli altri no. Si è rotto il tabù. Come se questa protesta non interessasse anche il nostro Paese, come se il razzismo non fosse da noi un problema. Non mi interessa qui dire chi è stato più bravo o chi non è stato più bravo. La Federazione avrebbe potuto ben invitare i giocatori a dare un bel segnale. Aderite. Aderite a questa protesta. Li hanno lasciati da soli. Hanno fatto tutto da soli i giocatori, in modo imprevisto, impacciato, e sotto gli occhi del mondo intero. Milioni di persone hanno visto quello che è successo. E ora che il tabù si è rotto non resta che, dalla prossima partita, inginocchiarsi tutti per estendere questo rito simbolico importante nella lotta al razzismo anche all'interno dei nostri campionati. Non si tratta qui di alzare un pugno comunista perchè imposto dall'Unione Sovietica, come affermano alcuni, o un saluto romano imposto da uno Stato fascista, come sottolineano altri, e neanche del fatto che ci si inchina solo innanzi a Dio. Ma di dire anche noi ci siamo in questa protesta universale. Non possiamo più tirarci indietro. Indietro non si torna.

L'altro messaggio importante che si è condiviso è quello che si è realizzato nei minuti finali. No, non mi interessano i fischi a Donnarumma. Ma che Mancini abbia fatto entrare seppur per pochi minuti il secondo portiere. Manca solo il terzo, che non è detto che non vivrà per qualche minuto in questo Europeo la possibilità di esserci in campo. Stessa valenza simbolica dell'inginocchiarsi. Tutti hanno diritto di giocare, di sentirsi importanti nel gruppo. Chiaramente i titolari sono 11 e rimarranno 11, ma il messaggio che è passato è di una importanza forse anche rivoluzionaria nel calcio italiano, a partire dal mondo del calcio dei più piccini. Anche la panchina è importante, non deve essere vista come una punizione, ma l'essere riserva è fondamentale in un progetto che si chiama squadra e si deve dare la possibilità a tutti i componenti della squadra di vivere l'emozione del campo. Giocheranno i migliori, è vero, ma si vince anche con il gruppo, e pur pochi minuti di sudore, di emozione, valgono la pena. No, non si tratta dell'accontentino, ma di ben altro. Starà ora al mondo del calcio italiano recepire quanto di importante accaduto nel 20 giugno 2021.