Forse è la finale più sorprendente che si sia mai verificata nella storia della Champions; non tanto per il prestigio o il blasone di Liverpool e Tottenham, che se la contenderanno sabato 1 Giugno al Bernabeu di Madrid, ma per il modo come sono arrivate a conquistarsela  –  delle due il Liverpool è quello che ha il palmares internazionale più ricco con 5 Champions vinte, 3 Europa League e 3 supercoppa UEFA,  mentre il Tottenham che non ha mai vinto la Champions, fino ad ora ha conquistato 1 Coppa delle Coppe e 3 E.League. Infatti per quanto si possa scavare nella memoria rimonte come quelle realizzate dalle due squadre inglesi non se ne trovano, così come è raro ricordare emozioni tanto forti come quelle che ci hanno saputo regalare nel ritorno delle due semifinali.

Ma la cosa più sorprendente o se vogliamo la conferma più lapalissiana che se ne riscontra, è la grande imprevedibilità della Competizione che non premia effettivamente la squadra più forte del lotto dei competitors, ma finisce per premiare una delle squadre più forti e fra queste sicuramente la squadra più fortunata; vale a dire la formazione che arriva a disputare le partite tutte decisive senza infortunati e con tutti i giocatori titolari al meglio della loro condizione psico- fisica.   
Spesso le assenze si rivelano decisive per l’esito finale delle sfide, così come la serata di scarsa vena, nella quale è incappato il Barcellona  che gli è costata l’eliminazione dal Torneo.

Proprio l’uscita dal Torneo di Messi e compagni è stata la sorpresa più grande, perché alla vigilia del match di ritorno all’Anfield, solo Klopp e i suoi uomini e pochissimi addetti ai lavori avrebbero scommesso sulla rimonta del Liverpool, che certamente è una delle Big del calcio Europeo, ma quel 4-0 rimarrà a lungo negli annali della Champions come un’impresa irripetibile. Il fatto che arrivano in finale due squadre inglesi, una delle quali si sta giocando lo scudetto con il Manchester City mentre il Tottenham occupa la quarta poltrona della  classifica, sta a dimostrare la  superiorità della Premier sugli altri campionati Europei, avvalorata anche in Europa League dalla presenza di Chelsea e Arsenal che sono in corsa per la finalissima, e al di là della grandezza della prestazione dei Reds, resta la delusione altrettanto grande del Barcellona, che ci ha confermato soprattutto i limiti di personalità del giocatore da molti addirittura ribattezzato “il Dio del Calcio”, Lionel Messi alias la Pulce.
Infatti, dopo la magnifica punizione realizzata al Camp Nou contro il Liverpool, la Pulce era stato osannato al punto tale fino ad essere ricondotto nell’Olimpo degli Dei; poi come sempre è il campo che parla e fa la storia e all’Anfield il Dio del calcio non si è visto, e come si dice nel  gergo calcistico: non pervenuto.

Messi ha confermato limiti caratteriali che già si conoscevano, basta ricordare le pesanti critiche che in passato gli ha rivolto Maradona,  per la mancanza di personalità, tanto che in occasione del mondiale in  Brasile lo accusò  di non essere capace di sopportare la tensione agonistica  che lo costringeva  ad andare al bagno 20 volte prima della  partita. La Pulce, e non è la prima volta che succede, lontano dalla “Reggia dorata di Barcellona” spesso si smarrisce e non riesce ad esprimersi secondo l’infinito talento che gli ha donato Madre Natura.

All’Anfield c’era la controfigura di Messi, che vagava per il campo e guardava i compagni con lo sguardo vacuo come chi non sa che pesci pigliare e che cosa sta succedendo; del Leader neanche l’ombra, del condottiero nemmeno un ricordo e del Dio del calcio, per favore lasciamolo stare.

Messi resta un giocatore fenomenale, ma se molti addetti ai lavori, anche chi scrive, considerano Cristiano Ronaldo il n.1 al Mondo, hanno le loro buone ragioni.
Sarà pertanto Liverpool–Tottenham l’ultimo capitolo di questa storica edizione della Champions 2018-19; secondo le previsioni dovrebbe vincere il Liverpool, ma non stupitevi se a trionfare fosse il Tottenham, perché è  “la storia” che lo richiede.