Facciamo un passo indietro, a prima del fischio d'inizio di Milan Liverpool. Nonostante non bastasse solo battere gli inglesi allenati da Kloop, ma anche una combinazione fin troppo favorevole nella sfida portoghese, fra Porto e Atletico Madrid, ero convinto che il Milan avrebbe continuato la sua partecipazione in una delle due competizioni europee, augurandomi fosse la Champions. Nulla di più sbagliato.

Non solo il Milan non è riuscito a superare un Liverpool ampiamente rimaneggiato, ma la squadra allenata da Simeone vince ad Oporto con un perentorio 3 a 1, frutto più dell'abilità di saper irritare gli avversari che per reali meriti sportivi, ma poco importa ai fini di una classifica finale che vede il Milan in quarta ed ultima posizione, come ampiamente preventivato da chi non trepida e sostiene i rossoneri di Milano. Il giorno dopo tutto sembra più nitido e usare il termine "amareggiati" per una qualificazione sfiorata solo nell'immaginario milanista è completamente sbagliato. I punti necessari per restare in Europa non sono stati persi ieri, ma in precedenza. Senza appellarsi a sviste arbritali è il solo punto ottenuto contro il Porto, che ha evidenziato un fin troppo grande problema realizzativo, a condannarci. La squadra portoghese ha segnato quattro gol in sei partite, due dei quali contro il Milan e uno ieri sera, su rigore, a partita ampiamente conclusa e persa.

La partita di ieri è utile al fine di capire quanto siamo distanti dalle formazioni europee più competitive. Se Krunic, non certo il più talentuoso dei giocatori a disposizione di Mister Pioli, risulta fra i più bravi ed intraprendenti, appare logico porsi delle domande. Sicuramente sarebbero stati utili alcuni o tutti i giocatori fermi per infortuni, ma non essendo possibile, chiamo sul mio personalissimo "banco dei colpevoli", chi doveva prendersi la squadra sulle spalle, contribuendo a superare un ostacolo, difficile ma non insormontabile. Nell'ordine di gravità per prestazione e responsabilità : Kessie, Theo, Diaz, la Società e Ibra.  1 Kessie - Che non si stia esprimendo sui livelli dello scorso anno è fin troppo evidente, ma la sequenza di sbagli che sta inanellando, dall'espulsione contro l'Atletico, passando per il rigore nel derby, fino alla facilità con cui si è fatto saltare nell'occasione del primo gol dei Red, evidenziano quanto la testa sia distratta e lontano dal rettangolo di gioco. L'atteggiamento fin troppo disponibile della Società, disposta ad assegnargli la fascia di capitano, premiandolo con la medaglia per le 200 presenze e continuando un "corteggiamento" che non appare destinato ad essere ricambiato, si sta rilevando più dannoso che utile. Kessie è forte, ma non quello che sta giocando, prima se ne prende consapevolezza, affrontando soluzioni alternative, prima si potrà superare anche questo ulteriore problema, consapevoli che la squadra sarà più debole, ma forse più competitiva. 2 Theo - La lista per giustificare la sua prestazione è sufficientemente lunga. Il Covid, smaltito da poco tempo. Il raffreddore o l'indisposizione di pochi giorni fa, fino alla marcatura su uno dei giocatori più forti al mondo, l'Egiziano Salah. Ma sulla prestazione di Theo pesa la consapevolezza di vedere un'involuzione, sia nel gioco che nelle prestazioni. Troppi sbagli, spesso uguali, troppa superficialità, quasi avesse abbandonato i panni del giocatore voglioso di migliorarsi, vestendo i panni di quello già arrivato. Nulla di più sbagliato. Quando Kloop ha sostituito anche Salah, Theo aveva l'obbligo di dare un segnale, un acuto, invece è rimasto nell'anonimato generale. 3 Diaz - Vestire la 10 e giocare a San Siro obbliga a prestazioni ben più convincenti di quella esibita ieri sera. Il Covid e la conformazione fisica non gli sono stati di aiuto, ma mentre dalla prima si può guarire, con la seconda deve condividere tutta la sua carriera. Sappiamo benissimo che la partenza di Chala aveva aperto dubbi sul futuro del Milan ed era compito del giovanissimo spagnolo cancellare ogni rimpianto. In campionato ha saputo farlo, ma probabilmente per l'Europa è ancora troppo presto. 4 Società - Logicamente è un discorso generale che solo parzialmente incide sul risultato di ieri, ma che evidenzia quello che non si è voluto, o potuto, fare.
Incominciando proprio da quel sostituto di Chala, o vice Diaz, che non è stato acquistato. Serviva un giocatore di esperienza, in grado di prendersi la squadra sulle spalle, di farsi dare quelle palle che "scottano", senza perderle ed aiutando a superare la prima pressione degli avversari. Un giocatore non facile da trovare e sicuramente costoso, ma che avrebbe non solo facilitato quella volata scudetto a cui speriamo di partecipare, ma autorizzato anche a raggiungere quel passaggio di turno che sembrava impossibile, ma che era viceversa raggiungibile.     
Il vantaggio del Liverpool, su sbaglio difensivo, ha demoralizzato tutta la squadra, smorzando ogni entusiasmo e molte convinzioni. Sicuramente ha inciso l'assenza di Kjaer e il solo Ibra non è stato sufficiente, ecco perchè la Società doveva fare un innesto di spessore internazionale che contribuisse a far crescere tutti. 5 Ibra - Dare colpe a lui sarebbe ingiusto. Se la Champions è ben altra cosa rispetto al campionato italiano non è certo colpa sua, anzi ha cercato di fare il suo meglio. Poco o mal servito, contro una difesa per quanto rimaneggiata, granitica, poco ha potuto fare. Serviva un miracolo, servivano dieci anni di meno, oppure scegliere di giocare meno, magari solo il secondo tempo, iniziando a vestire un altro ruolo, per il suo bene e per quello del Milan, ma lui è pronto e disponibile a questo cambio di ruolo ?. Anche da questo passaggio transita la crescita del Milan.

Usciamo quindi dalle Coppe, davanti ad un pubblico meraviglioso e festante, ma consapevoli dei nostri limiti, vogliosi di poterci tornare, ma non per far numero, bensì per arricchire il nostro palmares. Sacchi ha dichiarato che solo il gioco, non si infortuna mai e quindi bisogna crescere attraverso quello. Capello ha detto: "gara impari, una F1 contro una F2". Rispetto entrambi, ma è sempre Rocco il mio riferimento.
Sapete cosa diceva: "me serve quattro de forti, portier, centrale, centrocampista e un attaccante e sette "muli" e vinco tutto" .................
FORZA MILAN