Passando il tempo in treno al cellulare...

In un ottimo articolo dell'altro giorno, Carlo Pellegatti illustrava un dettaglio giuridico, banale per chi è un tecnico della materia, ma non del tutto intuitivo per chi non lo è.  Il fatto che Elliott abbia ricevuto le azioni rossonere a garanzia dei suoi crediti verso Li, non significa che tali azioni vengano confiscate in caso di inadempimento contrattuale del cinese, ma solo che Elliott possa rifarsi con esse fino a concorrenza del capitale e degli interessi, avendo diritto YongHong Li a ricevere l'importo che eccede tale valore.

In sostanza, e qui abbandoniamo l'articolo di Pellegatti, ciò che è avvenuto nelle ultime 2 settimane è solo un re-styling della facciata Milan, un bel maquillage a uso del TAS, con un rimescolamento di carte che, qualunque ne vediate estrarre, verrà sempre dallo stesso mazzo.

YongHong Li ha sempre diritti sulle azioni rossonere, Fassone e Mirabelli saranno lì a fare danni, cosa in cui hanno dimostrato di essere autentici maestri, mentre pare che Maldini abbia mandato a mietere il grano chi gli proponeva per la seconda volta di fare da parafulmine alle bravate della suddetta coppia (Fassone & Mirabelli).

Elliott anticiperà qualcosa per la gestione, in attesa di vendere i gioielli di famiglia col cui ricavato rifarsi: parlo del promettente Locatelli, di Suso, forse di Bonucci (se si trova un fesso come il Milan disposto a pagarlo come fosse Beckenbauer) ecc.

Si incasserà X e si spenderà X/3 per Zaza, coi menestrelli che intoneranno le lodi per il buon padre Elliott che ha messo a disposizione il "tesoretto" (ricordate 2 anni fa il "tesoretto" ricavato con le cessioni e fatto passare per un regalo di Berlusconi?). In realtà i soldi saranno venuti dalle cessioni, ma c'è sempre qualcuno disposto a prestare fede alle fandonie, forse perché fa stare bene credere alle favole.

A Firenze ci rimarranno male se, come credo, l'operazione di re-styling andrà a buon fine e il TAS ripescherà il Milan. Ma ognuno tira acqua al suo mulino.

Ad Abilene, come cantava il Quartetto Cetra alla fine degli anni '60, finisce sempre tutto bene e magari accadrà anche questa volta ma... ma che tristezza!