Chiariamo subito una questione preliminare, dalla quale non si può prescindere.
Non c'è essere umano che sia esentato dal rischio di sbagliare. In tal senso, la fallibilità è un duro fardello cui nessuno può sfuggire, neanche per dispensa papale. Ma gli errori restano errori e non possono essere gabellati per scelte azzeccate o atti di coraggio. A questo proposito, l'opinionismo istituzionale rossonero ha lanciato l'ultima boutade, secondo la quale Pioli avrebbe compiuto un atto di coraggio nel lanciare Malick Thiaw
Questo ragazzo era stato campione europeo under-21 con la Germania già nel 2020. E' arrivato giovane, ma ad un'età in cui ormai un giocatore di talento può battersi ad alti livelli. Veniva dalla B tedesca, ma solo perché il suo club, lo Shalke 04, militava in quella serie per vicissitudini proprie, come Kaiser Franz Baresi ha giocato in B solo perché il Milan di Felice Colombo ci era finito due volte. Non ci ha giocato perché era un giocatore da serie B. Maldini, che di difensori ne capisce (vedi acquisto di Kalulu) lo seguiva da 2 anni e si è fiondato sul colpo appena lo Shalke, in debito di ossigeno a fine mercato, ha aperto alla sua cessione per soli 6 milioni di euro.

Ora, per 5 mesi Thiaw lo si è visto solo nel quarto d'ora finale di Empoli-Milan, quando ha salvato due gol fatti con recuperi miracolosi, e lo si è visto per un tempo contro la Fiorentina alla vigilia della sosta per i mondiali. Soffrì il gioco di Italiano come spesso capita al Milan di Pioli, ma non più degli altri. Gettato nella mischia nel momento peggiore per i rossoneri, ha dimostrato di essere un difensore completo, la cui unica differenza rispetto a Botman è che è costato molto molto molto meno.
In conclusione, è un demerito aver atteso i suddetti 5 mesi per lanciarlo nella mischia, preferendogli spesso il semplicemente onesto Gabbia. Di certo non è un merito e non è un atto di coraggio averlo lanciato a febbraio. Far passare questo messaggio sarebbe, mi dispiace dirlo, uno sgarbo all'intelligenza di qualsiasi tifoso.

Diciamolo, noi tifosi non saremo Umberto Eco o la Montalcini, ma non siamo neppure una manica di babbei con l'anello al naso come crede qualcuno. Si può difendere Pioli facendo notare che errare è umano e che è importante anche correggersi. Su questo non ci sarebbe nulla da dire. Ma non si possono trasformare gli errori in genialate, perché i fischi non sono fiaschi.
Bearzot ha vinto un mondiale, ma a partire dal 1984 ha preferito Tricella e Righetti a Franco Baresi, un errore evidente che nessuno ha più cercato di giustificare di fronte all'evidenza di un Kaiser Franz, el piscinin, affermatosi come uno dei più grandi difensori del calcio italiano.
Tiriamo avanti in attesa che questi signori ci dicano pure che il Black January 2023 è stata una tattica per far andare avanti gli avversari al solo scopo colpirli a sorpresa con diabolica astuzia. Non mi stupirei di sentire amenità del genere.

Parlando di Thiaw, si è parlato di Italiano, allenatore che ha già punito Pioli quando era sulla panchina dello Spezia (Spezia-Milan 2-0) e della stessa Fiorentina (Fiorentina-Milan 4-3).
Lo stessa Fiorentina di Italiano è stato avversario ostico a San Siro nella volata scudetto di pochi mesi fa. Leao mandò in vantaggio il Diavolo a pochi minuti dalla fine, ma sullo 0-0 i viola avevano avuto la chance importante del vantaggio. Prima della sosta per i mondiali, inoltre, la Fiorentina ha messo alla frusta il Milan a San Siro, subendo gol solo nel recupero e rischiando di andare in vantaggio poco prima con Ikoné. Si era messa in condizione di vincere, anche se poi non ha sfruttato la chance.

Visti i precedenti, Pioli andrà davvero a Firenze come un qualsiasi studente fuori sede che cerca di superare l'esame di... Italiano, il tecnico dei gigliati. La Fiorentina è di certo una buona squadra, con giocatori validi, con un tecnico in gamba e sta disputando un buon torneo europeo. Ma è dodicesima a 7 punti dal Bologna ottavo (peraltro la Juventus, settima, ha gli stessi punti dei felsinei solo a causa di una penalizzazione). Insomma, le insidie sono principalmente legate al confronto fra Pioli e Italiano che, spesso, ha visto il tecnico rossonero soffrire.

Dopo il Black January, che ha compromesso una buona fetta della stagione rossonera, il Milan si è ripreso bene approfittando, tuttavia, del vantaggio di non essersi mai allontanato da Milano. Ciò ha comportato la possibilità di lavorare con continuità sugli schemi e rimettere insieme i cocci della squadra. Andando a Firenze, invece, i rossoneri giocheranno in trasferta a tutti gli effetti, per poi affrontare un'altra trasferta vera, quella di Londra mercoledì prossimo contro il Tottenham. In questi giorni, pertanto, ci sarà meno possibilità per Pioli di provare e riprovare come Galileo Galilei. Il Diavolo, quindi, dovrà sfruttare a pieno il lavoro svolto a febbraio.
Abbiamo detto che le insidie saranno legata al tecnico viola, Italiano, dimostratosi spesso in grado di mettere alla frusta il collega rossonero. Come scritto sopra, il Milan di Pioli ha quasi sempre sofferto contro le squadre di Italiano. Dopo il primo incontro del settembre 2020, Milan-Spezia 3-0, gli incroci sono stati quantomeno insidiosi.
Italiano sa giocare con la squadra cortissima raccolta in non più di 30 metri. Deve solo tirare indietro i suoi se vuole riempire gli spazi nella propria metà campo o alzare la squadra se vuole soffocare gli avversari.

Nel 2021, a La Spezia, i liguri misero alle corde i rossoneri impedendo loro di uscire dalla propria metà campo, finché i rossoneri non crollarono. Sempre nel 2021 a Firenze, la Fiorentina iniziò prudente per 20-25 minuti, ma con la difesa alta e la squadra più corta possibile. Ibra fu obbligato a partire sul filo del fuorigioco, la cosa che gli riesce meno bene, finendo regolarmente in off-side. I viola, poi, aggredirono gli avversari intorno alla mezz'ora e, come il Chelsea in questa stagione a San Siro, impedirono al Milan di pensare buttandolo giù dopo 3 calci d'angolo consecutivi. Da lì nacque una strana partita a forza di botta e risposta, nella quale i rossoneri si avvicinarono in 2 occasioni al pareggio, perché la Fiorentina abbassava il ritmo per tirare il fiato. Non lo raggiunsero mai perché, quando il Diavolo sembrava vicino alla meta, il pressing di Italiano colpì inesorabile l'impostazione dal basso rossonera.

Sarà quindi un match in cui ci vorrà il miglior Pioli-Jeckyll, il quale dovrà leggere le mosse di Italiano con tempestività, senza fossilizzarsi su uno schema o una soluzione qualora lo svolgimento della partita ne mostrasse i limiti. Nel calcio si può giocare in centomila modi, ma tenendo conto che si gioca in due e, se l'avversario ti sta mettendo sotto o se ti accorgi che le tue scelte ti rendono impotente, devi cambiare.
Non c'è nulla di vergognoso nel prendere atto della bravura del tecnico avversario e adeguarcisi. In quella maniera, anzi, si ha la possibilità di esibire la propria.
In settimana, è stato fatto notare, correttamente, che ora gli esterni rossoneri si accentrano in fase di attacco per battere a rete dalla media distanza. Questa, in realtà, è una novità solo in parte. Chi segue Hernandez con attenzione, non può non aver notato che, se è un esterno sinistro, non è un vero fluidificante. Theo percepisce il campo da sinistra verso destra, quindi coordina i suoi movimenti al meglio se taglia il prato in trasversale. Lo ha sempre fatto, anche se, quando Leao si accentra, sa sfruttare altrettanto bene il movimento corrispondente della difesa avversaria per raggiungere il fondo percorrendo linee esterne. Madre natura, però, suggerisce al suo istinto di accentrarsi.
Di norma, Theo aggredisce il centrocampo avverso portandosi verso il centro e lì domenica ha trovato la sponda di Giroud il quale, sempre di norma, si trova spalle alla porta pronto per fare quella giocata.
Il discorso è diverso per Messias, che con Pioli aveva sempre, un po' troppo ossessivamente, giostrato esterno per accentrarsi e battere col mancino. Alla fine era diventato troppo prevedibile come lo era diventato Suso qualche anno fa. Ora, invece, il brasiliano alterna i due movimenti ed è diventato imprevedibile. Questa sì che è una novità, almeno in rossonero. A Crotone giocava spesso per anche per vie centrali.
Mancheranno Leao e Krunic, così come c'è il Tottenham alle porte, per cui Pioli sarà un po' obbligato a fare turn-over
. Non lo farà, però, fino al punto da far giocare chi non ha mai voluto e che, pertanto, ha già messo da parte. Sento voci su De Ketalaere titolare, ma il tecnico rossonero spesso decide all'ultimo momento.

Tuttavia, turn-over o non turn-over, conterà in primo luogo la capacità di scegliere modulo e uomini adatti alle difficoltà che le esperienze passate contro Italiano fanno prospettare. In secondo luogo, la capacità di adattarsi in corso d'opera alle mosse di Italiano.
In ogni caso, dato che in campionato si corre ormai per qualificarsi alla prossima Champions, non disprezzerei neanche il pari, che a Firenze non si butta mai via.