Prima di occuparci di Empoli-Milan 0-3, è necessaria una premessa.
Nel post-partita, Stefano Pioli ha chiesto di non pensare al passato e a ciò che poteva essere, perché il prosieguo della stagione potrebbe riservare ancora soddisfazioni. Ciò che ha detto è condivisibile, anzi più che condivisibile, ma solo a patto che Pioli stesso si convinca che non si può tornare a fare cose senza senso con la disinvoltura di Alice nel Paese delle Meraviglie. Il dittatore del Bananas di Woddy Allen impone lo svedese come lingua ai sudditi ispanofoni e ordina di cambiare la biancheria intima ogni mezz'ora (con conseguente obbligo di indossarla sopra i vestiti per poter controllare). Ecco, ritornare a certe stranezze potrebbe compromettere il resto della stagione. Se non dovessero ripetersi, invece, il Milan potrebbe davvero prendersi le sue soddisfazioni.

In realtà, passare al giro di boa con un distacco 9 punti dalla vetta non è il massimo. Certo, gli errori arbitrali a favore dell'Inter stanno viaggiando oltre i limiti della decenza e, per molto meno, gli stessi interisti avrebbero invocato Calciopoli. Ma i punti di distacco dalla vetta sono comunque 9, che l'Inter sia stata finora favorita o meno. Diciamo che con 38 punti ancora in palio non sei fuori, almeno in teoria, ma... solo in teoria. 
Se non altro, Scaroni può festeggiare i 7 punti di vantaggio sul 5° posto, che rendono più agevole la corsa per la Champions. Quel vantaggio, comunque, potrebbe far giocare il Milan più tranquillo nelle coppe. Be', vedremo presto se il Milan proseguirà il suo cammino in Coppa Italia.

Il Milan è tornato ad avere una buona base di scelta nonostante gli infortuni e ciò grazie ai giovani della Primavera. Per capire quanto sia valido il potenziale del settore giovanile, basterà ricordare che i rossoneri sono secondi nella regular season di Primavera 1 dietro l'Inter, che però ha mantenuto intatta la rosa. Abate ha perso via via Bartesaghi, Simic, Jimenez, Traoré e Zeroli, senza dimenticare lo stesso 'Nsiala, che ieri è stato riaggregato ai giovani per la vittoria 0-2 a Frosinone. Al completo i ragazzi rossoneri avevano vinto il girone di Youth League qualificandosi direttamente agli ottavi, laddove i rivali cittadini dovranno passare per un insidioso play-off.
Dispiace per Abate che deve arrangiarsi, ma quando hai dei diciannovenni di un certo livello, non ha senso andare a gettare soldi per mestieranti vari, magari non altrettanto bravi. Qualche errore i ragazzi lo commettono, mi sembra ovvio, ma ne commettono anche certi cammelli più esperti.

Il primo tempo di oggi ha detto che è un momento favorevole al Diavolo. Non lo ha detto, però, il bel gol del vantaggio, bensì il secondo realizzato su rigore. 
In occasione del primo gol, si sono visti proprio i lati positivi del gioco di Pioli, quelli che emergono quando il tecnico è in versione Jeckyll. La palla scorre in avanti con l'armonia e l'efficienza di una catena di secchi durante un incendio. L'azione è partita da Adli basso a destra, che ha preso palla mentre copriva Calabria. La sfera è rimbalzata fra lo stesso Calabria e Reijnders, quasi che i due si chiedessero chi era il più adatto a dare il la. Poi Leao ha fatto i suoi comodi sulla mancina e, come un pasticciere che farcisce un dolce di crema, Loftus-Cheek ha infilato l'angolo opposto di piatto dal limite dell'area. Era l'angolo della porta o la buca di un biliardo?

Il raddoppio del Milan, invece, dice che i rossoneri stanno andando sul velluto. Un mani di Maleh, infatti, ha dato a Giroud la chance del raddoppio e il francese non l'ha mancata. Il fallo di Maleh è stato abbastanza stupido, un regalo in un certo senso, perché il braccio era teso verso l'alto per opporsi a un tiro innocuo. Il VAR ha rilevato che la punta delle dita si piegava al passaggio del pallone e l'Empoli ha pagato caro l'atto di follia del suo uomo.
Poi è arrivata la ripresa, più interessante della prima fase dal punto di vista tattico. Il Milan ha iniziato in attacco, ma i centrocampisti empolesi erano più aggressivi anche in fase difensiva, come se il loro primo pensiero fosse il contrattacco prima che la difesa vera e propria. In generale, sono stati 45' che hanno messo alla prova la capacità del Milan attuale di non spezzarsi né sbrindellarsi né regalare terra di nessuno.

L'Empoli ha alzato i ritmi, respirando al quarto d'ora e intorno alla mezz'ora,  quando il Milan è venuto fuori procurandosi qualche occasione per il terzo gol (notevole il cross di Leao sul quale il colpo di testa di Pulisic è stato troppo timido).
Man mano che procedeva la ripresa, il Diavolo è stato costretto a stringere i denti, ma ha retto bene quando è riuscito a retrocedere compatto in difesa, senza restare a metà strada. In quelle fasi ha rischiato di prendere gol solo su una doppia conclusione di Cancellieri e Cambiaghi sulla destra di Maignan. Ha rischiato, però, ben due volte a cavallo della mezz'ora, quando si è fatto cogliere spezzato in due tronconi dalla veloce manovra dei toscani. Non solo c'era l'uno-contro-uno dei padroni di casa contro gli ultimi diavoletti, ma questi apparivano disorganizzati e quindi in potenziale inferiorità numerica. La conclusione da destra dell'incursore Cancellieri ha trovato piazzato Maignan che non ha trattenuto, ma poi Ciccio Caputo ha mancato il gol fatto sulla respinta, centrando il birillo Theo Hernandez. Nella seconda occasione, Kjaer sbatteva sul tavolo l'asso della propria esperienza disturbando l'avversario al tiro senza toccarlo. 

Vogliamo dirlo? E' questo il tallone d'Achille del Milan. Sa chiudere bene quando si difende e crea occasioni da gol quando attacca. Ma se il Diavolo resta a metà strada cercando la circolazione di palla, gli avversari non devono alzare i ritmi. Quando lo fanno, il Milan rischia di farsi trovare spezzato in due, allo sbando e con pericolosa terra di nessuno alle spalle del centrocampo. Oggi, per fortuna, è accaduto solo per una decina di minuti e, pur rischiando di pagare dazio, il Milan non ha subito danni.

E' stata lodevole la gestione dei cambi, lasciando da parte l'ingresso obbligato del bravo Jimenez al posto di un Florenzi acciaccato. Si può definire opportuna l'entrata di Bartesaghi al posto dello stanco Calabria, che ha permesso di spostare Jimenez proprio a destra. In quel momento, il Milan non tendeva solo a spezzarsi, ma anche cedere proprio su quel lato. Anche Loftus-Cheek era stanco e Musah lo ha rilevato con un maggior tendenza alla copertura, quella che serviva a 20 dalla fine in vantaggio di due gol. Gabbia non è stato un colpo di mercato, come lo definisce qualcuno in maniera un po' risibile, dal momento che è solo un esubero rossonero di ritorno da un prestito (e chi lo aveva preso non si è stracciato le vesti nel ridarlo indietro). Però ha consentito di dare fiato a Kjaer facendo segnare una buona copertura. Simic non avrebbe fatto peggio, ma si sa che, andando via Krunic, Pioli ha bisogno di almeno uno dei suoi fidi in squadra. Vi pareva di no?

L'ultimo cambio, effettuato a pochi minuti dalla fine insieme all'inserimento di Gabbia, è stato Traoré al posto di Leao. Molto diverso dal portoghese, non solo dal punto di vista della morfologia fisica, bensì anche come modo di giocare, Chaka Zulu Traoré ha siglato la rete del 3-0 come la avrebbe messa dentro Seedorf. Il contropiede di Pulisic, bravissimo nell'intercettare una palla morta al limite della propria area, ha creato la superiorità numerica in attacco che serviva per lanciare a rete il nuovo entrato. Dimostrando di avere materia grigia quanto Clarence Seedorf, Traoré ha trattenuto i giri del motore, tanto per non andare in fuorigioco quanto per non essere troppo sotto il difensore e facilitarne l'intervento. Ricevuta la sfera, ha sciorinato anche una tecnica paragonabile a quella dello storico olandese rossonero. Ha colto, infatti, il tempo sul recupero del difensore e l'ha messa imprendibile con un tiro angolato e basso, sfumato nella curvatura balistica, ma comunque un tiraggir. Come dice Jack Nicholson al barista fantasma in Shining: "Questa è classe!".

In conclusione, va detto che Adli e Reijnders mediani hanno dimostrato di capirsi alla perfezione nel senso che si scambiano le posizioni come se fossero compagni di vecchia data, senza pestarsi i piedi. Reijnders è più rapido nella corsa, negli inserimenti e nelle diagonali. Adli ha un lancio lungo che non si vede più da anni, perché oramai si gioca corti o si va all'inferno, e rispetto alle prime uscite sa trattenersi nel fallo, spendendolo al momento opportuno. Nella ripresa, il francese ha beccato un'ammonizione, ma fermando l'avversario prima che entrasse in area. Né Adli né Reijnders sono mediani, ma mezze ali, con Reijnders che ha più cambio di passo e Adli che sa stare anche al centro e far girare la palla da metronomo. Entrambi tendono a essere un po' classici nel giocare e a perdersi in copertura in alcuni frangenti. E' successo oggi nella fase centrale del match e Pioli lo ha notato chiedendo più decisione (chiariamo che spesso il tecnico esagera quando si appella alla decisione, ma nei frangenti di oggi aveva ragione). All'inizio del secondo tempo, in effetti, Adli e Reijnders hanno un po' giochicchiato perdendo palla a centrocampo. Sono usciti bene dall'impasse, però, e si sono ripresi.

Pioli considera i mediani veri, gli interditori, dei giocatori sprecati, perché ritiene che chi sa impostare, se si impegna, sa anche difendere. Chi non sa impostare, invece, anche se si impegna, avrà meno chance di costruire qualcosa. C'è un fondo di verità in questa convinzione, ma solo un fondo e... molto in fondoPioli non considera che anche l'interdizione richiede grande bravura e attidudini specifiche. Non è meno difficile interdire che costruire.

Bon, archiviata la pratica Empoli, per niente scontata visti certi risultati precedenti contro le ultime, scopriremo presto se è vera gloria. E già contro l'Atalanta in Coppa Italia.