Se un presidente come Andrea Agnelli non rinnova il mandato ad un am delegato come Beppe Marotta che in questi, quasi, nove anni ha guidato la a livelli inimmaginabili all'inizio, c'è da scommettere che abbia già il successore in tasca. 

Agnelli, che è la vera anima di questa Juve ha da sempre avuto il suo progetto in testa, cioè, quello di portare la Juve più vicino possibile ai top club europei come Manchester United, Bayer, Real e Barcellona a livello finanziario. Il percorso prevedeva innanzitutto di ridare credibilità sportiva ad una squadra rinata dalle macerie di calciopoli e dalla fallimentare gestione Cobolli-Blanc-Secco, e su l'altro tavolo creare i presupposti per una solidità finanziaria che potesse reggere il tutto, come stadio di proprietà, muse, nuova sede, il J medical e il J village. Questa era la prima fase, e a guidare questa fase c'era Marotta in primis, che ha svolto un lavoro incredibile, ma che più di questo non potrebbe fare perché non è nelle sue corde. Ora inizia la seconda fase, con una Juve nuovamente vincente in Italia tra le migliori d'Europa con un fatturato triplicato e soprattutto con Ronaldo in casa.

Ecco, Ronaldo è la chiave dell'inizio della seconda fase, un acquisto atipico, se vogliamo, non un modus operandi tipicamente di stampo juventino e per questo un segnale della nuova strada da percorrere. 

Dubito fortemente che Agnelli abbia preso questa decisione per sostituire un Marotta con un dirigente qualsiasi, nomi che rispecchiano l'identikit giusto non ce ne sono molti, almeno di conosciuti, quindi o Agnelli tirerà fuori dal cilindro un nome impensabile pescato in chi sa quale ambiente oppure il nome sarà quello di Richard Arnold, attuale AD del Manchester United, un ragazzotto inglese di 47 anni che è stato in grado di portare a termine operazioni finanziarie da capogiro. Non sto qui ad elencarvi la carriera gli studi o altro di questo mago della finanza sportiva, basta andare su Wikipedia, ma è lui il sogno di Agnelli.
Dopo il top player in campo ora serve il top player in dirigenza, uno capace di percorrere strade sconosciute a chi c'era ora. La parte sportiva sarà gestita in piena fiducia da Paratici e Nedved, mentre il resto sarà gestito da questo Harry Potter del management, oppure Agnelli ci stupirà con un'altro nome?