E se la Juve vincesse la Champions Legue? Ora immagino dove siano le mani di molti tifosi, ma lasciando perdere la scaramanzia, se realmente la Juve di Sarri vincesse la Champions, come cambierebbero gli scenari e le valutazioni che fino ad oggi hanno accompagnato il cammino della società e dell'allenatore?
La sensazione percepita è che quasi nessuno dei tifosi juventini crede a questa ipotesi, per realismo, per sfiducia, o per non illudersi per l'ennesima volta, il tifoso bianconero quest'anno non ci crede.
A differenza del 2017, dove invece la sensazione era che fosse l'anno giusto, e la finale raggiunta a Cardiff, contro le merengues, sarebbe stata l'apoteosi, salvo poi crollare nello spogliatoio a metà partita, quest'anno si vive esattamente il contrario. Il nuovo corso voluto dal duo Paratici e Nedved, con l'esonero di Allegri e l'arrivo di Sarri, sembra non dare le sperate certezze, il gioco latita e i risultati, almeno in Italia hanno avuto qualche battuta d'arresto inattesa, anche se la classifica parla ancora di primato.

In realtà, il tifoso bianconero, sembra aver già dimenticato i buoni propositi estivi che volevano una sorta di accettazione di un periodo di transizione, che normalmente serve per un cambio radicale, e che faceva sembrare accettabile la possibilità di non vincere niente.
Oggi sembra di essere davanti ad una sorta di fallimento preventivo, ancor prima che le sentenze siano decretate, già si pensa alla prossima stagione. C'è chi se la prende con la società, rea di non essere riuscita ad elevare gradualmente il tasso tecnico della squadra e di essersi arenata in prolungamenti troppo onerosi per giocatori a fine carriera, tanto da renderne impossibile la vendita, o di aver semplicemente sbagliato l'acquisto di alcuni giocatori come Rabiot e Ramsey su tutti. E chi ha messo Sarri nel mirino per non essere riuscito a dare un senso tattico alla squadra, e per il suo passato mai perdonato di anti juventino incallito.
Si leggono, qua e là, ipotesi di rivoluzioni tecniche con quasi tutti da vendere e molti altri da comprare, come nella play station, e soprattutto un nuovo allenatore. Un nuovo allenatore che deve innanzitutto essere, bello, magro, elegante e vestito in divisa ufficiale, poi che sia bravo oppure no, non conta nulla. L'importante, sembra essere, che non sia ancora Sarri, perché l'allenatore in tuta col mozzicone di sigaretta non va bene.
Volete mettere Guardiola? Con quei suoi maglioni da boscaiolo norvegese, quello stile da lord inglese, e quei venti milioni di stipendio che prende per arrivare a meno trenta dal Liverpool?
Oppure Inzaghi anch'esso baldo giovane sempre elegante che dopo anni di lavoro, ha infilato una serie di vittorie consecutive ma non è stato in grado di prendere un quarto posto in due anni.
I giudizi sono quasi sempre "distorti" dai risultati. Alla fine gira che ti rigira, anche il tifoso più naif, di nicchia, radical chic o ultras, basa il suo stato d'animo giudizio in base ai risultati. Se si vince anche giocando così così, è ok, se non si vince nulla pur iniziando un nuovo corso con alcuni segnali, allora non ci siamo. Non c'è fiducia intorno alla squadra e all'allenatore, eppure ad oggi, ogni risultato è ancora possibile, nel bene e nel male.

E se alla fine arrivasse la coppa delle grandi orecchie? Se questa società, questa squadra e questo allenatore, portassero a Torino quel trofeo, come cambierebbero i giudizi? Alla fine è sempre il risultato a contare e a dettare i giudizi. Ricordo che di come giocava l'Inter del triplete, credo nessuno se la ricordi come una squadra spettacolo, eppure quell'impresa rimarrà scolpita per sempre nel cuore dei tifosi nerazzurri. Una società seria che si rispetti deve comunque guardare avanti e cercare sempre di migliorare, il tifoso deve essere ambizioso, ma se l'ambizione si trasforma in un malcontento cronico, tale da dover sempre trovare un qualcosa che non va, e non riuscire a focalizzare il presente e viverlo, allora abbiamo un problema.