Non dubito che alla fine Ibrahimovic apponga la sua brava sottoscrizione al contratto con la società A.C. Milan. E' certo che firmi e non può non firmare, ma in qualunque momento lo faccia, da ieri, ha ufficialmente scrollato dal pero molti di quelli che gridavano alla guerra santa contro Ralf Rangnick. Lo ha fatto non firmando il rinnovo del contratto entro l'inizio del ritiro, ma rimanendo in Svezia in attesa che la società accetti le sue condizioni.

Per settimane, il grido di battaglia, simile al "Roma o morte" di risorgimentale memoria, era stato "Basta con le rivoluzioni, procediamo nel segno della comtinuità!". Maldini, primo tassello della continuità, era già sotto contratto col Milan, così come lo era Pioli, secondo tassello, mentre Ibrahimovic era in scadenza di rapporto lavorativo. E si sa che, da quando il mondo è il mondo, un contratto in scadenza è di per sé sintomo di incertezza e non certo un indizio di continuità. C'erano, insomma, quantomeno i rischi fondati di lasciare una casella vuota, quella del centravanti titolare, in un organico che fra un mese inizierà i preliminari di Europa League. Ma i pasionari della continuità, invasati da sacro furore anti-Rangnick, non hanno visto che il ramo scricchiolava e sono caduti rovinosamente dal pero sui cui si erano accalcati. Ecco il motivo per cui, in queste ore, si sta ingrossando la massa dei delusi, anonimi e meno anonimi, che rimproverano allo svedese il suo rifiuto, anche se poi il problema non è Ibra né lo è il suo procuratore: Ibrahimovic era a fine contratto e, andava da sé, che occorresse riacquistarlo. Andava da sé...

Come ho scritto nell'incipit, è poco probabile che Ibra non firmi, ma la strombazzata continuità è già venuta meno. Si inzia senza di lui, che dovrà essere riacquistato. Maldini, infatti, inizia a parlare di piano B, anche per far capire alla controparte che non si arriverà al mercato di gennaio. In cosa consisterebbe, tuttavia, il Piano B? Non si sa e forse non c'è ancora. Forse verrà fuori parlando con Mendes o col Real Madrid nel corso delle trattative per Brahim Diaz. Potrebbe anche spuntare qualche altro procuratore di qualche altro svincolato illustre. Il fatto, comunque, che si sbandieri a Raiola e Ibrahimovic che c'è un Piano B, la dice lunga sul fatto che i rapporti fra le parti si stiano incrinando e non poco.

Come già scritto in precedenza, le scelte di mercato rossonere sono, inevitabilmente, legate a Zlatan Ibrahimovic. Senza di lui, occorrerà puntare su una punta centrale di livello, magari allargando sensibilmente i cordoni della borsa. Perché, infatti, chiedere al Chelsea Bakayoko in prestito, quando con 22 milioni cash (basterebbero eccome) il giocatore arriverebbe? Perché offrire 15 milioni al posto di 20 per Aurier, quando per 20 l'affare sarebbe fatto? Perché tutta questa apparente tirchieria che potrebbe compromettere il raggiungimento di obiettivi alla portata rossonera? I soldi, in realtà, potrebbero servire per un altro centravanti e, al di là di questo, sarebbe pericoloso far credere a Raiola che i dindi ci siano. C'è il rinnovo di Donnarumma in ballo, non dimentichiamolo.

C'è però un'ipotesi alternativa ovvero che sia Ibra il piano B e che il rifiuto di stanziare 3 milioni lordi in più, per giunta per un solo anno, sia una maniera di prolungare una trattativa che non si è certi di voler concludere. Sarebbe bello se, per una volta, fosse Raiola a cascare in un tranello. Ma vedremo.