Sono cambiate proprietà e dirigenze, ma il Milan si trascina dietro da tempo un vizio nefasto, quello di gonfiare ciò che la ragione consiglierebbe di non gonfiare, nel tentativo, di certo lodevole, di creare quegli entusiasmi che dovrebbero rilanciare squadra e società, ma che finisce per rivelarsi nefasto, quando la realtà non è adeguata ai sogni. Facciamo solo alcuni esempi a caso e pensiamo in primo luogo agli acquirenti cinesi presentati come proprietari delle Miniere di Re Salomone, rivelatisi poi più squattrinati e indebitati dello scrivano Don Felice Sciosciammocca in "Miseria e nobiltà" di Scarpetta. Ricordiamo anche il Giampaolo presentato come maestro di calcio o il Pioli spacciato per l'uomo giusto al posto giusto, esibito ai tifosi come l'uomo sorridente che corre in testa al gruppo dei giocatori per indicare loro il radioso e sorgente astro solare dell'avvenire. Era quasi inevitabile, quindi, che l'arrivo di Ibrahimovic venisse presentato come l'avvento di Lancillotto, quello che combina il '48 e tutto a posto va. E come in tutti i precedenti casi di esagerata pompatura dell'evento, all'esaltazione è presto seguita la depressione dei tifosi delusi per il pareggio casalingo contro la Sampdoria. Basta fare un giro nel mondo social per vedere che si è passati da un improbabile "La Roma ha perso, forza ragazzi che la prendiamo!" al prevedibile "Oh Signore, finiremo in serie B". Fermi tutti, quindi, e diamoci tutti una bella calmata, ok? Valutando la situazione, non siamo alle stelle, ma neanche maturi per un suicidio collettivo. Il fatto, però, è che la regolata deve darsela in primis chi si occupa della comunicazione della società rossonera. Sbagliare è umano, ma ormai dovrebbe essere saltato agli occhi che, se la sostanza è modesta, la pompa magna è controproducente.

Pioli non ha sbagliato nel far partire il Milan con Piatek unica punta, dato in pasto ai difensori avversari per ammorbidire la Sampdoria e consentire a Ibra e Leao di colpire nel secondo tempo. Nella seconda fase, infatti, sia lo svedese che il portoghese hanno avuto due ottime occasioni, nelle quali il primo ha visto il suo colpo di testa fermato sulla linea di porta, mentre il secondo ha calciato alto, perchè messo in difficoltà dall'uscita disperata del portiere. I due sembrano fatti per giocare insieme e, in generale, anche un Ibrahimovic 38nne può migliorare questa squadra, per cui la scelta di Maldini e Boban va condivisa.

Pioli ha fatto bene anche a lasciare fuori Kessie, uno di quelli che finora è stato trattato da intoccabile fino a credersi tale. Il tecnico ha commesso, tuttavia, l'errore di rimanere a metà strada, perchè l'ivoriano non è l'unico a cui si può rivolgere tale accusa, in quanto anche Chala e Suso prestano il fianco a questo rimprovero. Se punizione o messaggio di avvertimento doveva essere, tanto sarebbe valso fare un repulisti completo schierando fin dall'inizio Paquetà e Leao, che hanno l'età per tenere i 90 minuti (se non ce la si fa a 20 anni...). Anche ammettendo, comunque, che Pioli abbia fatto una scelta di buon senso scegliendo di non stravolgere il centrocampo, ha comunque sbagliato a concedere  i 90 minuti a un Suso autore di una partita scandalosa, sostituendo invece l'onesto Bonaventura per dare spazio a Leao. E badate bene, io non ce l'ho con Suso, che in questo Milan può ben giocare, ma quando un giocatore si libera al tiro in area, come ha fatto Suso nel secondo tempo, e invece di calciare se ne sta lì in surplace palla al piede, simile a uno zombie ubriaco in preda a un incantesimo... ci siamo capiti, ci vuole un allenatore che lo insegua per il campo prendendolo a pedate! Signori, ma cosa c'è di speciale nel trio Chala-Suso-Kessie, per cui questi 3 signori debbano essere esclusi da ogni serio turn over? Sono protetti da qualche società segreta di incappucciati o dalla Spectre dei film di James Bond? Un po' di polso su! Al primo sbaglio Paquetà e Leao vengono messi fuori, questi restano in campo sempre, comunque e dovunque.

Eppure il pareggio di oggi va tenuto stretto e buono, perché il Milan del secondo tempo si è innervosito e disunito in difesa, concedendo 3 occasioni in contropiede agli avversari, due delle quali sono state sventate da un Donnarumma che ho spesso criticato, ma che da un po' di tempo a questa parte sta giocando con la personalità che si richiede al portiere della nazionale tetracampione del mondo. Un portiere così è importante quanto un centravanti che segna. E proprio pensando alle occasioni avversarie, chi ha commesso il crimine di convincere Calabria di essere un giocatore di calcio? A questo punto, anche alla luce delle prestazioni di qualche giocatore in altri reparti, come mai si cerca di mandare via il modesto, ma onesto, Borini anche a costo di non ricavarci uno sporco centesimo?

Mah... dopo la sbornia di esaltazione dei giorni scorsi, passeranno pure le manie depressive e suicide di oggi. Basterà fare qualche lungo respiro e passare in rassegna ai giocatori dell'Atalanta. Pensateci, se Gossens e Illicic giocassero in rossonero, la gente non commenterebbe forse che Van Basten e Gullit erano un'altra cosa? La mia è una provocazione, ma pensateci e tenetevi stretto il punticino striminzito di oggi. Si può sempre fare di peggio.