Il re del pallone, Edson Arantes do Nascimiento conosciuto da tutti come Pelé, ci ha lasciati. La leggenda del calcio O Rey è venuta a mancare domenica 29 dicembre nell'ospedale di San Paolo, dopo un lungo periodo passato in ospedale causato dalla malattia, che lo ha lentamente buttato a terra.  Ne annunciano la triste scomparsa i familiari, in particolare la figlia Kelly con un post su Instagram, con una corta ma toccante dedica.

Tutto il mondo del calcio è in lutto dopo la scomparsa di uno dei giocatori più grandi della storia di questo sport, il più grande a mio parere. Sportivi, giornalisti, medici, scalatori, bambini hanno dedicato a lui un piccolo ricordo sui social, per ricordare la sua grandezza. Sono molti i dibatti il cui obiettivo è decretare chi è il giocatore più forte di tutta la storia. I due giocatori più confrontati sono Pelé e Maradona. Da una parte si critica il fatto che il brasiliano giocava con squadre di basso livello, dall'altra il fatto che l'argentino faceva uso di sostanze non molto lecite. Comunque, metto O Rey al primo posto, sempre e per sempre. 

La carriera di O Rey, è stata meravigliosa. Ha mostrato a tutto il mondo le sue incredibili capacità, sin dalla giovane età. La sua carriera e la sua voglia di diventare calciatore nasce il 16 luglio 1950, una delle date più significative della storia di questo sport.  Finale mondiale: Uruguay contro Brasile. I pronostici affermavano che la vittoria dei verdeoro sarebbe stata certa. Ma tutti sanno come si conslcuse quella partita: il Brasile perderà per 2-1 contro l'Uruguay, contro ogni pronostico sulla faccia del globo.  Sugli spalti, decine di persone vennero colte da infarto. Alcune fonti sostengono che i morti dopo il fischio finale furono 10: 8 decessi per collasso e due per suicidio. Avete capito bene, suicidio. Due tifosi, disperati, si lanciarono dalle tribune del Maracanã. Questo tragico evento calcistico passò alla storia come Maracanazo.

Il piccolo Pelé di 10 anni, stava guardando la finale da un piccolo scorcio nel tetto di una baracca nel suo piccolo villaggio, con parenti e vicini di casa.  Dopo l'incredibile sconfitta, l'atmosfera in quella baracca era surreale. La gente strillava, si strappava i vestiti e urlava dalla rabbia. Nel mentre, il piccolo Pelé pensava tra sè e sè:"Io farò vincere il mondiale al Brasile".  Promessa che mantenne, dato che otto anni dopo vinse il mondiale da assoluto protagonista. Nella finale contro la Svezia, la quale ospitava il torneo, segnò una tripletta, tra cui una rovesciata all'età di soli diciotto anni. Lì, nacque una stella assoluta, senza ombra di dubbio. La carriera da professionista di O Rey iniziò con il Santos. Debuttò ufficialmente il 7 settembre 1956 in un'amichevole contro il Corinthians de Santo Andre, dove segnò una rete. Trascorse ben 19 anni con la sua squadra del cuore, il Santos, dove divenne un idolo internazionale. Nel 1975, dopo un anno lontano dai campi di gioco, fu ingaggiato dai New York Cosmos, con un contratto di 4,5 milioni di dollari per tre anni.

Il primo ottobre 1977 Pelé concluse la sua carriera disputando un'amichevole tra Cosmos e Santos, le sue due squadre. Il brasiliano giocò il primo tempo con i Cosmos e il secondo con il Santos. Durante l'intervallo i Cosmos ritirarono la maglia numero 10 di Pelé e alla fine della partita O Rei, impugnando una bandiera del Brasile nella mano destra e una degli Stati Uniti in quella sinistra, fu caricato sulle spalle dai compagni di squadra e portato in trionfo fuori dal campo. Pelè si ritirò dal calcio con 1281 gol, perciò fu nominato dalla FIFA "Il più grande goleador della storia del calcio".

Pelè detiene un palmares infinito, costituito da: 10 Campionati Paulista; 4 Tornei Rio-San Paolo; 6 Campeonatos Brasileiro Série A; 5 Taça Brasil; 1 Campionato NASL; 2 Coppe Libertadores; 2 Coppe Intercontinentale; 1 Supercoppa dei Campioni Intercontinentali.  Con la nazionale si aggiudicò 3 Coppe del Mondo; 2 Copa Roca; 3 Coppa Oswaldo Cruz; 1 Coppa Bernardo O'Higgins è una Coppa dell'Atlantico.  Individualmente vinse troppi premi, ben 16. Tra i più importanti ci sono: Atleta del Secolo del CIO, Calciatore del secolo della FIFA, Patrimonio storico-sportivo dell'umanità del Brasile, Pallone d'oro FIFA - Prix d'Honneur, Inserimento nel Dream Team del  Pallone d'oro (2020). Con tutti questi dati, come non si fa a dire che è stato il più grande? Scherzo, ognuno ha le proprie idee e non ho nessun diritto di giudicarle. 

Una grande tragedia, ho quasi pianto alla notizia della scomparsa. Ormai abbiamo perso anche lui, con Diego Armando Maradona. Comunque sarà ricordato da tutti, non verrà mai dimenticato. È un ricordo che resterà indelebile per sempre.

Grazie di tutto, O'Rei.   

Andrea, 13 anni.