In questi giorni circola la voce, l'indiscrezione, che vede la Juve mettere, ancora per il secondo anno consecutivo, Paulo Dybala sul mercato. Lo scorso anno avevano provato a scambiarlo con Lukaku, l'affare era fatto ma la Joya aveva fatto saltare il tutto alla fine, ora siamo nuovamente allo stesso punto dello scorso anno. Ma lo scorso anno Dybala veniva da una stagione abbastanza deludente dove l'arrivo di Ronaldo aveva cambiato le carte in tavola e la priorità era quella di mettere il portoghese nelle migliori condizioni possibili di giocare, e la difficile convivenza tra i due aveva spesso e volentieri visto l'argentino sacrificato in un ruolo molto distante dalla sua natura, oppure addirittura in panchina. Quest'anno, invece, l'annata del dieci bianconero è stata più che buona, con una intesa con Ronaldo trovata da Sarri e delle ottime prestazioni con dei gol estremamente decisivi. Allora perché la Juve lo vuole vendere? La risposta è abbastanza semplice e nulla ha a che fare con il valore tecnico del calciatore che nessuno mette in dubbio. I motivi di questo possibile scenario sono da ricercare e trovare solamente sotto l'aspetto economico.

Infatti non è un segreto che la Juve, dopo anni di bilanci positivi e conti a prova di controlla Uefa, stia attraversando un momento molto delicato, dove i mancati introiti dovuti a risultati non eccelsi in Champions, e un monte ingaggi davvero troppo elevato, hanno acceso la spia rossa e la società deve ovviamente correre ai ripari e far tornare la situazione nella normalità. Gli investimenti fatti lo scorso anno con De Ligt, e le commissioni e gli ingaggi di Ramsey e Rabiot, non sono stati equamente ammortizzati vista la prematura eliminazione dalla competizione europea, e se a questo aggiungiamo i danni avuti dai mancati incassi dello stadio che a ruota si porta via anche quelli relativi al merchandising, e delle visite agli store e al J Museum, è il momento delle scelte. E la scelta di Dybala è ovvia e scontata perché è l'unico giocatore ad avere un mercato e che può portare soldi cash e mettere a bilancio una importante plusvalenza.

Il prezzo del cartellino di Dybala, oggi, si aggira tranquillamente intorno agli 80 milioni, e quindi la Juve potrebbe mettere a bilancio una cinquantina di milioni di plusvalenza. Il motivo è tutto qua, non c'entra nulla il non sapere quanto forte sia, non c'entra che Paratici sia un pazzo, è solo una questione di soldi. Ronaldo non è vendibile, al massimo se se ne va abbassi il monte ingaggi ma a bilancio non cambia nulla, anzi potrebbe essere una minusvalenza se non ritorni dei cento milioni spesi per il cartellino. Il resto dei giocatori papabili per lasciare la Juve sono giocatori da inserire in un qualche scambio, niente di più. La scelta di Pirlo è abbastanza chiara e porta la Juventus in un ridimensionamento tecnico che deve per forza essere messo in atto per la questione del bilancio.

A Torino lo stesso presidente Agnelli sa benissimo come funzionano le cose e che a casa Exor il cugino John Elkann (vero titolare della società) non tollererà altri passivi che potrebbero portare l'Uefa ad intervenire, deve rimediare lui stesso se vuole mantenere saldo il suo posto ed essere riconfermato dall'assemblea degli azionisti. Comunque non è detto che anche Ronaldo alla fine non possa andarsene, se il nuovo progetto dovesse risultare da subito un vero e proprio anno zero senza grandi aspettative il portoghese potrebbe anche andarsene, il che comunque se da una parte sarebbe una perdita importante di circa trenta gol stagionali oltre ad una visibilità a livello mondiale, dall'altra lui si alleggerirebbe e di molto il peso del suo ingaggio, che potrebbe in parte essere usato per altri giocatori. L'importanza dei conti in ordine, con un bel segno più davanti al saldo, oggigiorno per una società quotata in borsa vale molto di più di un risultato sportivo, da qui l'idea di ripartire da un esordiente in panchina nella stagione che avrebbe potuto portare il decimo, è la chiara dimostrazione di quanto questo aspetto non possa più essere ignorato.

Agnelli, per sua stessa ammissione un anno fa, vedeva nei dieci scudetti consecutivi un traguardo leggendario che mai avrebbe messo in disparte, ma se ad essere messo in discussione è il suo ruolo, allora gli scenari e le priorità cambiano radicalmente. Dybala è una pedina dello scacchiere, un sacrificio obbligatorio se si vuole avere ancora un futuro da protagonisti prossimamente. La Juve oltre a Ronaldo aveva abituato ad una forza di acquisto che nessuno aveva in Italia, prendeva chi voleva, da Pjanic a Higuain, fino a De Ligt; ora le cose sono chiaramente cambiate. Ora scambia un Pjanic con Arthur, prende Kulusewski perché ancora ha un prezzo e un ingaggio abbordabile, ma è una scommessa e cerca di piazzare più zavorra possibile. Dopo Matuidi, ora tocca a Khedira, poi ci sarà la guerra per Higuain e magari anche Ramsey al quale pagare oltre sei milioni di ingaggio per passare più tempo in infermeria e tribuna sembra un lusso non più sostenibile, lo stesso discorso vale per Costa. I nomi che circolano come possibili entrate, anche quelli sono lontani parenti di quegli acquisti che hanno infiammato le estati bianconere degli ultimi anni, e soprattutto il dato anagrafico chiarisce bene quale possa essere l'intento della società quest'anno. Svecchiare, sistemare i conti e rimanere il più possibile competitivi possibili almeno in Italia. Attualmente i nomi, oltre a quelli già ufficializzati, sono quelli di Milik per l'attacco al posto di Higuain, e di Zaniolo per il centrocampo. In difesa dovrebbe tornare Pellegrini a far tirare il fiato a Sandro e sull'altra fascia De Sciglio dovrebbe essere anche lui ai saluti finali con Cuadrado e Danilo a spartirsi la fascia destra.

In conclusione. La Juve dopo aver potuto spendere sfruttando l'effetto stadio e alcune intuizioni con i parametri zero che si sono rivelati importanti e azzeccati come Barzagli, Tevez, Pirlo, Pogba anche con qualche piccola spesa, e le cessioni di Pogba e Vidal su tutti hanno permesso alla Juve di investire pesantemente per arrivare in cima all'Europa, con le due finali anche se perse, gli introiti sono stati importanti, ma le ultime due eliminazioni premature una ai quarti e una agli ottavi, devono per forza di cose ridimensionare i costi della rosa, e onestamente per questi risultati poteva spendere anche meno. Da qui l'idea di mettere Dybala sul mercato individuato come unico agnello sacrificale che possa sollevare le casse bianconere permettere alla società di ripartire a programmare un nuovo corso. Certo la sua possibile vendita deve essere accompagnata da tutta quella eliminazione del resto di zavorra. Correre ai ripari subito potrebbe essere considerato un passo indietro, ma sarebbe un passo indietro sensato e umile e potrebbe portare una Juventus a cambiare senza troppi scossoni o comunque perdendo pochissimo tempo, se si tenta di raggiungere l'irraggiungibile a tutti i costi si potrebbe andare incontro ad una brutta fine, che poi costerebbe anni e anni di anonimato. Se poi saranno così bravi da sistemare conti e bilancio senza scaricare la Joya, allora la Joya sarà tutta mia.