La passione e l'amore per questo sport e per la nostra squadra, spesso e volentieri ci portano oltre il senso della misura, e non a caso non esiste oggi un allenatore che sia ben voluto e ben visto dai tifosi, Allegri, Spalletti, Gattuso per citarne tre visto che già altri come Di Francesco e Pioli sono stati esonerati. Ognuno di questi, per vari motivi, verrebbero cacciati all'istante dai tifosi, certi che il male delle rispettive squadre è da imputare a loro.
Tutti siamo sicuri che potremmo fare di meglio, che sapremo schierare la formazione migliore, mettere ogni singolo giocatore nelle condizioni ideali per esprimersi al meglio, perché in fin dei conti cosa c'è di così difficile? I giocatori hanno il libretto delle istruzioni, basta chiedergli dove si trovano meglio e quindi accontentarli. Si fanno vedere due schemi sulla lavagna e automaticamente poi la domenica vengono messi in pratica dalla squadra. Da casa vediamo benissimo chi è in forma oppure no, figuratevi se fossimo a bordo campo ogni giorno, sapremo non solo vincere ma anche dare spettacolo, perché in fin dei conti il calcio è solo una questione teorica, dove basta essere degli appassionati per fare bene il lavoro di allenatore in squadre importanti.
La realtà è che non abbiamo più rispetto per il lavoro altrui, e con la nostra presunzione crediamo di poter essere in grado di prendere decisioni che sicuramente farebbero il bene della squadra. Parliamo di un calcio che non ha più, o quasi, un lato umano ma noi siamo i primi a non averlo non riuscendo a tenere conto di una miriade di aspetti umani, che sono legati al lavoro di allenatore. Diamo per scontato che un errore di un allenatore sia da imputare a incompetenza, a un carattere arrogante o presuntuoso, e mai diamo il beneficio del dubbio, sul perché di certe scelte, magari noi non sappiamo e mai sapremo, giustamente, la realtà di alcune scelte.
Siamo sicuri che questa Juve possa giocare un calcio diverso e più propositivo rimanendo altrettanto vincente, ma da dove arriva questa sicurezza? Sia chiaro che ognuno ha il sacrosanto diritto di esprimere il proprio parere, di dire se il gioco proposto dalla propria squadra piace oppure no, ci mancherebbe, ma da qui a credere di avere in tasca la soluzione ideale e che questa, quasi sempre, sia l'esonero dell'allenatore è alquanto superficiale e semplicistico. Avere degli schemi e delle idee di gioco non è così difficile, a scuola ci sono andati tutti, chi poi preferisce un modulo o un'altro in base ai propri gusti, poi però bisogna sempre metterli in pratica e capire se la squadra a disposizione è adatta a un modo o all'altro. Perché è lì la differenza. Noi da casa leggiamo i nomi dei giocatori e come alla Play station, teoricamente li posizioniamo e li controlliamo a nostro piacimento, ma la realtà è un tantino diversa. Credo che un allenatore, come Allegri in questo caso, passi il suo tempo in campo coi giocatori, e che parli, discuta si confronti con loro, alcuni di essi non sono dei novellini, e che probabilmente per questioni, che a noi tecnici da tastiera sfuggono, questa squadra per ottenere i risultati ottenuti in questi anni, non abbia modo diverso da esprimersi. Durante l'anno ci sono molte situazioni diverse da gestire, e al di là della superiorità della Juve rispetto alle altre in Italia, nessun'altra squadra, nessun'altro tecnico è riuscito a gestire la squadra così, per così tanto tempo mantenendo sempre tutti sul pezzo e motivati.
Su questo punto credo non possiamo discutere. Sulla gestione atletica e fisica si può e si deve sempre migliorare, ma anche qui c'è molto di causale e poco programmabile sugli infortuni. Ricordo che si cercava, anni fa, di trovare un perché agli infortuni in casa Juventus e si dava la colpa al clima piemontese, al terreno di Vinovo ecc..
È chiaro che anche questo aspetto non è così semplice da gestire come noi crediamo. Insomma, noi abbiamo l'illusione, o la presunzione, di saper gestire tutto questo o di sapere chi potrebbe farlo sicuramente meglio di chi c'è già. Cambieremo Allegri con Guardiola subito all'istante, un allenatore che a me piace tantissimo per quanto fatto al Barcellona, ma da lì in poi? ha sicuramente una filosofia di calcio molto bella e particolare che però da nessun'altra parte è riuscito ad infondere con continuità e risultati.
Perché parliamoci chiaro, il bel gioco fine a se stesso senza vittorie, non vale niente. Le società, vivono di vittorie e palmares, i contratti importanti di sponsor, di vendita del marchio, i diritti TV si ottengono mettendo sul tavolo le vittorie o i campioni in rosa. Fino a quando il bel gioco non sarà premiato, non finirà sugli albo d'oro, non riceverà premi in denaro, si punterà sempre al sodo. Vincere, tanto, il più possibile, se si riesce giocando bene, meglio, altrimenti va bene lo stesso.
A parti invertite, no, non andrebbe bene. Per fare meglio di Allegri bisogna vincere scudetto, coppa Italia, Champions giocando bene. Si faccia avanti chi lo sa fare, o fate i nomi di chi con certezza lo farebbe. Che poi le nostre certezze in merito contano quanto il due a briscola. Oggi tutti ammiriamo l'Ajax, che sta compiendo una cavalcata memorabile, ma fino a oggi e l'anno prossimo dove saranno? Probabilmente a re iniziare a lavorare per un'altro ciclo e chissà quanti anni passeranno ancora, mentre Real e Barcellona vinceranno Champions a grappoli, senza chissà quale gioco, senza chissà quale guru del calcio, ma con molti fenomeni in campo, e soprattutto anche senza il nostro contributo. Dobbiamo imparare ad avere rispetto per il lavoro altrui, soprattutto di chi ha vinto e sta mantenendo la nostra squadra ad alti livelli, non lo farà in un modo particolarmente attraente, ma sapete quanti vorrebbero essere al nostro posto? E non dobbiamo dimenticare che Allegri è un dipendente che ha dei compiti e ordini da seguire, e il bel gioco non è un obiettivo chiesto dalla società, come faceva Berlusconi. Lui chiedeva prima il gioco poi le vittorie, Agnelli non è così.

Ad oggi nessuno può dare più certezze di vittoria di Allegri, quelli che poi dicono che vincere ogni anno uno scudetto non vale nulla, non sanno di cosa parlano e l'Europa è lì, ci siamo sempre tra i migliori, sempre ogni anno, non ogni cinquanta anni.
Ci vuole tempo, pazienza e lavoro, e qui alla Juve ci vedono lontano, meglio di noi, che parliamo ma poi chi rischia e ci mette soldi e faccia non siamo noi FinoAllaFine