La classe è classe e resterà mitica quella con cui il Milan ha buttato fuori Giampaolo.
Il casting per sostituire l'allenatore di Giulianova è andato avanti pubblicamente per 48 ore, senza che il tecnico sotto contratto venisse esonerato, un po' come quando un marito o una moglie frequentano pubblicamente altre persone, senza rompere ufficialmente, almeno per un po', con il coniuge.

Giampaolo può tuttavia consolarsi con le frasi di circostanza che la stampa intera gli ha dedicato al momento di ricevere la proverbiale pedata nel fondoschiena. E, comunque, mi potevo sbagliare? L'allenatore abruzzese era, ovviamente, "incolpevole" o "il meno colpevole". Del resto si sa che, da sempre, fa molto "in" difendere l'allenatore anche quando questi ha dimostrato, come Giampaolo, di essere andato in confusione e di avere i tranci di  bistecca alla fiorentina sugli occhi.

Il Milan è però stato bravo a strappare alla concorrenza l'ambitissimo Pioli, genio della panchina, invitto comandante di mille imprese, tecnico superpagato in quanto la bravura si paga oh! Pensate che, se la società non fosse stata così determinata nell'ingaggiare Pioli, si sarebbe potuta ritrovare con Ranieri, allenatore che ha portato l'oscuro Leicester  alla vittoria in Premier League e ora si trova a Genova sulla panchina blucerchiata. Be', tiriamo un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo!

Ora un'intera orchestra di violini e mandolini sta intonando il "Te Deum" in onore di Pioli e, non potendo dire, quantomeno per decenza, che si tratta di un maestro di calcio, lo sta presentando come il proverbiale "uomo giusto al posto giusto". E' una celebrazione apparentemente più modesta, quasi minimalista, ma forse più rassicurante della storiella sul "maestro di calcio", un motivo che suona tanto come "State tranquilli, tifosi rossoneri, siete in mani solide e sicure". Il tutto viene ovviamente condito da foto del lìder maximo che, in forma quanto un ragazzino di 20 anni, precede sorridendo le sue truppe col passo gagliardo di chi  fa vedere ai suoi come ci si allena senza battere la fiacca. Confesso di sentirmi esaltato nel vedere Pioli all'assalto delle barricate avverse, un po' come nel famoso quadro "La libertà che guida il popolo" di Delacroix.

In questa atmosfera, diciamo la verità, priva di senso, c'è chi ha consigliato ai tifosi milanisti di dimenticare i fasti del passato, unico rimedio per tornare ad alti livelli. Il tifoso rossonero dovrebbe bere l'acqua del fiume Lete e precipitare nell'oblio come un perfetto idiota. Be' nella vita ci mancava che sentissi anche questa.

La verità è che, come cantava Pierangelo Bertoli, il Milan deve avere un piede nel passato e lo sguardo dritto e attento nel futuro. Dimenticando ciò che si è stati, si fa esattamente l'interesse dei contabili, cui preme solo la differenza fra costi e ricavi, indifferenti alla mediocrità in cui la squadra galleggia. E' quel piede nel passato che deve puntellare il presente rossonero e dargli solidità, proprio per permettere al Milan di guardare al futuro.

Quanto sopra premesso, comunque, come in atti rappresentato e difeso, il sottoscritto ribadisce di non aver nulla contro Pioli né contro i contabili, ma per favore non venitegli a dire (al sottoscritto, intendo) che deve credere alla boutade "L'uomo giusto al posto giusto" né che deve ragionare come un contabile.

I contabili facciano il loro mestiere, ma i tifosi devono fare il loro.