È uno dei duelli che vedremo proposti in campo, stasera andrà in scena Juve-Milan. Dunque anche Donnarumma-Szczesny. Un "uno contro uno" o forse un "centomila contro centomila" di estremo fascino.
Da una parte "Il controllore dei palloni postali", capitano dei rossoneri, che negli ultimi mattini è stato protagonista e non solo al centro delle solite e numerose voci di mercato, ma anche nel mezzo di nuove polemiche per quanto riguarda l'incontro che proprio lo stesso Gianluigi Donnarumma ha effettuato con un gruppo di ultras, ovviamente di fede milanista. "Voglio giocare la Champions" è quanto è stato estrapolato dal confronto tra le due fazioni.
Juventus-Milan io la vedo principalmente come una sfida tra Pirlo e Pioli, oppure tra il leggendario Cristiano Ronaldo e semplicemente, Zlatan Ibrahimović... eppure i destini dei due estremi difensori si ritrovano incrociati in maniera particolare.

DONNARUMMA, SZCZESNY E CENTOMILA
Come il Vitangelo Moscarda di Luigi Pirandello, il giovane Gigio Donnarumma si guardava allo specchio, quella mattinata tastandosi mani, polsi e spalle:  
"Ma possibile che io sia un portiere da 6 milioni? Toh! Non l'avevo mai notato questo! Mi pare una mano da 10 milioni? Mi pare proprio... o, o... o forse no! Possibile che non me ne sia mai accorto prima? Mino! Mino! Signor Raiola! Guardi il mio polso! Guardi lei, che dice!?"
"Gigio, a me sembra proprio un bel polso, solido e fermo, di quelli che avevano gli architetti di una volta, secondo me riusciresti nel fare un cerchio perfettamente pur senza l'utilizzo del goniometro tu, varrà almeno 10 milioni quello lì dove sta il tuo orologio, magari pure 12!"
E Gigio tremava, continuava a contorcere le sue braccia dinanzi allo specchio:  
"E gli altri mi hanno sempre visto come un portiere da 10 milioni? O qualcuno da 12! O 10 ed in più mio fratello? O da 10 più bonus?! Mino... ma perché non me l'avevi mai detto?"

E fu così che Gianluigi Donnarumma apprese Il principio dell'"uno, nessuno e centomila" capace anche di velare la reale e soggettiva identità di ciascuno di noi. Disperandosi continuava a discutere con il suo agente.
"E comunque hai anche i piedi per la costruzione dal basso, Gigio!"  
"Ma come signor Raiola, questo non credo io."  
"Beh, un pochino forse ci dobbiamo lavorare ma..."  
"Mino, il mio petto sembra anche intonarsi bene con il rosso ed il nero... non trovi?"  
"Beh, anche bianco e nero non sono proprio male dai, però devo vedere meglio anche io. Sennò una di quelle tonalità che tanto piacciono all'estero, hai tempo prima della tua cerimonia estiva Gigio... vedremo cosa sarà meglio per te."  
"Non lo so Mino, non lo so, sì che mi serve tempo. Anzi aspetta che chiamo Antonio... Anto' ma lo sai che potrei essere un portiere da 10 milioni l'anno? T'era sempre sembrato? Ma che qui solo io non lo sapevo! E tu sempre così mi avevi visto! Davvero!"

Tra le discussioni di Milano, a Torino invece si guardava bene Wojciech Szczesny, con i suoi 8 milioni all'anno, non aveva dubbi che fossero sufficienti. Aveva l'ingaggio pesante. Sapeva che proprio domenica sera, dopo il tramonto, avrebbe dovuto incontrare nella città dove abitava l'arcibaldo nemico per sfidarlo in un duello. Il duello non era uno contro uno, nossignore! Era undici contro undici, ma i tifosi di entrambe le squadre erano col fiato sospeso tra epiglottide e faringe per la risicata quantità di poltrone per la Champions League, non si era a bordo di un dolce Brucomela con 30/40 posti, no!
Sbagli di sera, il Milan si spara/ Sbagli di sera, la Juve si spara.
Insomma erano almeno centomila a guardarli, proprio come le identità che poteva assumere Donnarumma: "parassita", "furbo", "vittima", "colpevole", "succube", "fenomeno" eccetera eccetera... intanto il polacco dall'altra parte del campo se la ragionava:
"Ah sì, lui 10 ed io 8? Ma io il contratto ce l'ho tanto... un dipendente snobbato così non mi pare corretto! Io il contratto ce l'ho, ce l'ho, ce l'ho!"

Qualche malintenzionato rossonero anche si poneva delle domande:  
"Vai a vedere che questo ha già firmato per sostituire Szcesny, sarà lui Szczesny l'anno prossimo! Giocherà con loro! E perdere oggi equivale scivolare sulla graduatoria che ci proietterebbe verso l'attesissima qualificazione per la Champions League! Questo non lo dovrei dire ma magari che squalificassero la Juventus, Ceferin e UEFA!!!"
Dunque c'era chi vedeva Gianluigi Donnarumma da Castellammare di Stabia, 25 febbraio 1999, proprio come lo zebra Szczesny. Certo che io però, non conosco nessuno, ma nemmeno mezzo che avrebbe potuto vedere Donnarumma come "nessuno". L' anno dopo una sistemazione l'avrebbe trovata, certamente... magari anche se... (va bene ve lo racconto!) Donnarumma era dunque ed ormai "Donnarumma, Szczesny e centomila."

Sczesny quella serata, uscendo dal salone dopo qualche bicchiere di quel gin che per gentilezza dopo il tramonto gli aveva offerto il barista al tavolo, si sistemò alla destra del cinturino la sua pistola Glock 19, era già uscito fuori da quella porticciola di legno che cigola fastidiosamente crick criiick. Quello che il polacco non sapeva però, è che sull'altro lato durante quella sfida da Far West, Donnarumma invece, chino ad osservarsi gli stivaloni aveva in mente proprio...
Un momento! Non posso dirvi altro adesso, ma voi lo vedrete stasera, già!  
Donnarumma contro Szczesny, Milan contro Juventus e centomila contro centomila.

 

Damiano Fallerini