Il calcio è fatto di tecnica, forza fisica ma anche di tanti umori e stati psicologici.

Lo si capisce dalle diverse facce dei tre mattatori bianconeri .

La prima menzione è per Federico Bernardeschi. Oggi contro il Milan fra i migliori in campo. È lui il vero trequartista , il vero 10 della Juventus per come cuce il gioco ed inventa assist.

Bernardeschi è una scommessa vinta da Allegri. Alla Juve infatti si credeva che l' ex viola fosse la terza scelta dietro Dybala e Douglas Costa. Invece Allegri ha reimpostato il ragazzo in quel ruolo fra la mezzala del centrocampo a 3 del 352 e il trequartista che giostra a destra o dietro le punte e dopo mesi e con la fiducia quello che sembrava un altro Magrin è diventato titolare.

Il discorso opposto lo si può fare invece per Paulo Dybala. Non ci vuole molto per capire che ogni volta che va in campo non gioca solo contro gli avversari. Gioca in un conflitto di ego anche contro il mister che l' ha relegato alla panchina quasi sempre nelle partite che contano, contro le aspettative deluse contro il paragone con CR7 che gli ha rubato il centro della scena a lui che porta la maglia numero 10.  Insomma troppi avversari in una volta sola e quando è così si gioca contratti e tesi, si punta tutto sulla rabbia narcisista, su scatti rapidi e giocate nervose perdendo l' armonia e quella pace che fa fluire le cose e permette le giocate più maestose e fluide. Paulo Dybala è consapevole che questa e' una stagione disgraziata e quasi certamente è la sua ultima  in bianconero. Poteva essere l' erede di Del Piero , rischia di andarsene dopo solo 4 anni.

Nonostante questo , nonostante una partita giocata male al minuto 60 si fionda in area su un lancio da dietro come un lampo e costringe Musacchio al fallo che porta al rigore . Paulo con gli occhi da arrabbiato, che sarebbero piaciuti tanti a Sergio Leone da riprendere con la telecamera che resta in presa stretta, si presenta sul dischetto e la piazza centralmente con Reina che si tuffa a destra visto da davanti. È il gol dell' uno ad uno che ripara alla bonucciata che aveva permesso il gol del vantaggio rossonero (Bonucci peggiore in campo).

Magari è la svolta, quando già era in pratica sostituito, con Kean e Pjanic che scalpitavano a bordo campo.

Macche'...

Un' altra manciata di minuti spesi largo a destra ed Allegri lo toglie.

Si dice che un modo per sfogare la rabbia sia tramite la voce. Dybala esce dal campo e mentre si accomoda in panchina si vede il suo labiale fatto di un misto di imprecazioni a denti stretti inframezzate da vari non e' possibile, non è possibile.

Poi si siede vicino ad un biondo ragazzino della panchina, gli dice qualcosa ed il compagno più giovane lo conforta.

Colui che entra al suo  posto è Kean .

Attualme​​​nte questo qua ha una condizione, una freschezza fisica, un' esuberanza atletica che potrebbe fare 50 scatti da 30 metri senza sentirli.

In più ha la cal​​​​ma dei campioni.

Ha la consapevolezza che solo i grandi attaccanti hanno: bene o male lui gol è consapevole di farlo. Quindi non forza le giocate non si esaspera e non si fa predere dalla rabbia se sbaglia qualche occasione. Resta calmo ed infatti all' 84esimo imbeccato da Pjanic assist man dopo un sontuoso anticipo, segna il 2 a 1 decisivo.

Kean è forte e non è Balotelli. È uno che torna , copre non fa falli stupidi, non fa giocate inutili , ha la giusta autostima ma conosce anche i suoi limiti . Ripeto dal di fuori sembra avere anche la testa ed essere maturo per i 19 anni che ha. Quanto ai capelli di Kean non ho capito perché le punte colorate  azzurre e blu che comunque gli stavano bene.

Come sempre i campioni vanno e vengono ma la Juve resta