Pioli non si rassegnerà mai all'idea che la carne si taglia con la forchetta e il coltello, mentre il cucchiaio si usa per il brodo. Sì, Stefano Pioli sarà sempre convinto che, se si mette la giusta attenzione, si può fare tutto, anche sorbire un brodino con le forchettine per la frutta sciroppata. E l'assetto schierato col Monza aveva tutta l'aria di essere una dimostrazione di forza in tal senso. Ma andiamo per ordine.

Il tecnico rossonero aveva deciso di giocare con gli esterni di difesa molto alti e Reijnders vicino a Loftus-Cheek. Nello stesso tempo, voleva evitare sia il suicidio commesso contro il Borussia Dortmund che quello commesso dal Newcastle proprio contro i rossoneri. Aveva, quindi, individuato la soluzione in una difesa a 3 per non lasciare solo 2 uomini dietro la linea del centrocampo. Questa linea avrebbe giostrato a stretto ridosso di Pulisic, Leao e Giroud.  In realtà, il messia selvaggio del vorticismo calcistico, aveva pensato di stupire tutti dimostrando che, se è vero che il calcio non l'ha inventato lui, è solo per ragioni anagrafiche, essendo nato troppi decenni dopo l'invenzione di questo sport. Ah vile fortuna che giochi questi tiri mancini ai grandi della storia! Ma non divaghiamo.

Pioli si è inventato Pobega terzo difensore mancino, pur essendo un centrocampista con spiccate doti offensive da incursore. Già facendolo giocare mediano gli si chiede una adattamento, ma per essere un terzino deve reinventarsi. E d'accordo che un professionista deve sapersi adattare, cosa che l'ottimo ragazzo ha fatto con impegno, ma non quando in panca hai un intero reparto di ruolo, seppure di elementi giovani. Peraltro, il lotto Simic-Nsiala-Bartesaghi-Jimenez aveva la stessa età in cui esordirono Franco Baresi e Paolo Maldini (anzi, se ben rammento, Maldini era anche più giovane).

Pobega difensore puro in una difesa a 3 era una bomba a orologeria che avrebbe rischiato di deglagrare. Il fatto che sia rimasta inesplosa per metà tempo, non toglie che, per quella metà tempo, i rossoneri siano stati come un fuoristrada che sballotta un carico di nitroglicerina lungo un percorso accidentato. L'Onnipotente, tuttavia, deve voler bene al Milan, ai milanisti, nonché allo stesso Pioli, perché ha idealmente tuonato che l'ennesima eccentricità dovesse avere vita breve. Nei disegni del Signore, il serbo Simic doveva essere il difensore che prende il posto spettante a... be' sì a un difensore. Pobega aveva fatto la parte di Garibaldi rispondendo "Obbedisco", ma poi si è infortunato ed è stato un peccato, perché è comunque bravo. La sua uscita per un infortunio, speriamo lieve, ha dato un duro colpo alle velleità creative dell'allenatore. In quel momento, artista quanto si vuole, Pioli ha dovuto pescare in panchina, anche se conoscendolo, almeno per un attimo, avrà avuto la tentazione di mettere Jovic terzino oppure in porta, facendo avanzare Maignan accanto a Tomori e Kjaer. Perché no?

Usando le sue stesse parole, Pioli mira a creare la parità sopra e sotto. Al sottoscritto viene in mente l'espressione upside down, di un brano degli anni '70, se non il dolce su e giù di Alex De Large in "Clockwork orange" oppure l'avanti e indré che bel divertimento di Nilla Pizzi. Frasi fatte, espressioni gergali, ma nulla di calcistico.

Il Monza di Palladino era la squadra ideale per fare bella figura dopo una trasferta dura di coppa. E' una squadra che gioca un calcio piuttosto accademico, con un 4-3-2-1 abbastanza scolastico. Non raddoppia sulle fasce, dove lascia l'esterno difensivo di turno alla mercé dell'uno-contro-uno. Quando poi, dopo una manciata di minuti, Reijnders è partito palla al piede, i brianzoli sono caduti uno alla volta nella trappola di pensare che sarebbe stato il compagno successivo a fermarlo. Era solo il 3° e Reijnders ha imitato un ormai antichissimo gol di Rivera in Vicenza-Milan 0-3 del campionato 1972-73 (troverete le immagini in rete).  Dopo aver superato due avversari, ha anticipato il tiro sul recupero del terzo. Il portiere Di Gregorio ha poi commesso l'errore di credere che l'ultimo difensore stoppasse Reijnders e si è fatto trovare fermo sulle gambe. E ci siamo! La più classica delle papere è passata beffarda fra le gambe dell'estremo difensore. E immediatamente dopo, Pulisic ha vinto il suo uno-contro-uno sulla fascia poco presidiata per servire la testa di Giroud: palla di poco alta.

Come abbiamo detto, però, c'era una bomba a orologeria pronta a esplodere e lo si è visto subito dopo (forse lo ha visto anche Pioli, ma avrà pensato che era solo questione di attenzione). Solo un recupero prodigio di Kjaer, infatti, ha impedito al Monza di pareggiare su un evidente ritardo di Pobega nella chiusura. E non passavano molti minuti che lo stesso Pobega agitava il braccio all'indirizzo di Theo, in ritardo nel ritornare in difesa, così... tanto per testimoniare che non è l'attenzione a mancare nei rossoneri.

Al 24°, comunque, il Cielo interveniva, e lo faceva ai danni dell'incolpevole Pobega. Il Cielo, infatti, obbligava Pioli a far entrare Simic che, non solo avrebbe giocato una partita complessivamente gagliarda come difensore di destra (Tomori era passato a sinistra nella posizione che era stata di Pobega), ma la metteva dentro in scivolata su traversone di Leao. Il portoghese aveva imitato Pulisic nel bucare la fascia destra come il burro.

Nel secondo tempo, molto opportunamente in questo caso, Pioli passava alla difesa a 5 abbassando molto Florenzi e Theo. Dal canto suo, il trio Reijnders/Loftus-Cheek/Pulisic indietreggiava a proteggere la linea dei cinque difensori, aiutato anche da Leao. Il Monza, alla fine dei conti, costringeva Maignan al salvataggio solo una volta, sul 2-0, con Colpani. I riflessi e la capacità di seguire l'azione facevano sembrare quasi normale la parata.

I cambi successivi, con Bartesaghi/Bennacer/Okafor per Kjaer/Loftus-Cheek/Leao, non alteravano gli equilibri della squadra, visto che Tomori prendeva il posto del danese e Theo si accentrava. In realtà, l'impressione era che, almeno nei 10 minuti finali, proprio gli equilibri dei rossoneri abbiano rischiato di smarrirsi, ma Okafor aveva siglato il 3-0 in seguito a una triangolazione in area innescata da Reijnders.

Reijnders ha dimostrato di poter essere molto efficace nella fase offensiva, se non gioca troppo isolato e riesce ad avvicinarsi alla porta. Non è un regista, ma uno che punta gli spazi e si inserisce o lancia i compagni, però è quello fra i non-registi che si adatta meglio alla regia.

La gestione di Pioli, peraltro, può definirsi lodevole nella scelta di difendere a 5 sul doppio vantaggio e di proteggere questa sottile line rossonera dai centrocampisti, quasi sempre molto bassi per rendere densi gli spazi e a prevenire il famigerato uno-contro-uno. Se ciò fosse stato fatto a Lecce o a Napoli, forse i rossoneri sarebbero messi meglio in classifica. Ma purtroppo con i se non si va da nessuna parte e il Diavolo deve tenersi i 9 punti di distacco dall'Inter capolista, perché gli errori si pagano e, se le svolte tattiche si rivelano tardive, il conto da pagare diventa salatissimo.

Tornando al discorso iniziale, la partita ha messo in evidenza tutte le contraddizioni di questo tecnico, il quale rifiuta l'impiego dei giocatori nei propri ruoli naturali, un po' come quel personaggio del cartone "Toy Story", che smontava e rimontava i giocattoli creando ibridi mostruosi. Non è assolutamente impossibile cambiare ruolo a un giocatore. Ricordo Comi che da attaccante diventò difensore centrale o Bagni che da attaccante esterno si trasformò in mediano. Ma il fatto che questi esempi si ricordano, ne certifica l'eccezionalità. Se hai fior di ragazzi bravi in panca e sono di ruolo, nell'emergenza dai loro una chance. Può essere che sbaglino come che facciano bene, ma le probabilità che tutto vada a ramengo sono su per giù le stesse che adattando altri giocatori a ruoli non loro.

La sensazione è che Krunic rappresenti un nervo scoperto per un allenatore che ha sacrificato il passaggio agli ottavi di Champions e molti punti in campionato cercando di dimostrare che il bosniaco è un fenomeno del pallone. Solo Pioli, quale inventore morale del calcio, aveva intravisto le stimmate del fuoriclasse in questo professionista serio e bravo, ma tutto sommato ordinario. Insomma, qualcosa il tecnico rossonero cerca e cercherà di inventare per dimostrare di essere uno special one e le voci inquietanti di un ritorno di Gabbia dal prestito spagnolo non sono certo rassicuranti. Diciamolo che, se hai un ragazzo come Simic in panchina, lo schieri e, se lo giudichi inesperto, devi tenere conto che con Pobega fuori ruolo o il più esperto, ma limitatissimo, Gabbia... non saresti messo comunque meglio.

Quando poi lodi il lavoro fatto nel settore giovanile parlando in prima persona plurale, una specie di plurale maiestatis, ci si dovrebbe ricordare che la Primavera è allenata da Ignazio Abate, come le altre squadre hanno i loro tecnici.