Fra pochi giorni, nel ritorno del quarto di coppa, il Milan scenderà al San Paolo contro un avversario che schiererà il suo giocatore più forte, l'attaccante Osimhen. Nonostante, quindi, il vantaggio acquisito a San Siro, i rossoneri saranno attesi da un'autentica corrida. Il risultato di 1-0 è una buon punto di partenza, ma non dà sicurezze, per cui i giochi sono aperti, anzi spalancati.
Piuttosto, quale problema hanno quei giornalisti di parte avversa che, proprio oggi, fanno i censori in casa rossonera tirando di mezzo il mercato di Maldini e Massara? Fino al ritorno, la vittoria di ieri resta un risultato positivo, pur mantenendo i giochi apertissimi, per cui la censura sembra, a oggi, priva di ragioni. L'unica risposta che possiamo darci, è che perfino lo striminzito vantaggio di 1-0 inquieta i sonni di chi si presenta come neutrale, ma non lo è.
Stimo chi è tifoso, ma se lo è a viso aperto e poi la censura in casa d'altri ha sempre avuto un non so che di peloso, che dà l'impressione di voler nascondere le magagne in casa propria. Magari gli errori di mercato del proprio club del cuore.

Il match di ieri, comunque, ha dimostrato ancora che un giocatore deve essere utilizzato secondo le proprie doti e caratteristiche. Si era già visto che Diaz deve stare oltre la linea della palla. Inoltre, già da Milan-Juventus 2-0 è stato evidente che la collocazione migliore dello spagnolo tascabile era falsa ala destra, che si accentra rimanendo il più possibile oltre la linea del pallone. Lo si era visto anche, se pure in misura minore, a Verona e lo si sarebbe visto anche in Milan-Chelsea a San Siro, se Tomori non fosse stato espulso facendo saltare gli schemi. Lo si era visto a Napoli meno di due settimane fa, nel corso dell'incontro di campionato, e il match di ieri ha confermato che il ruolo di falsa ala destra è una collocazione felice per il giocatore di Malaga. Dovrebbe giocare a qualche metro da Giroud, come seconda punta tradizionale, ma il Milan non prevede quello schema e... amen! Va bene così. 

In occasione della rete milanista, Diaz ha approfittato di un errore marchiano di Spalletti, già commesso all'andata nel predisporre le marcature. Il gol di Leao nello 0-4 del San Paolo nacque da un raddoppio suicida su Diaz, il quale si liberò con una bella giocata dei due avversari e trovò davanti a sé la terra di nessuno servendo l'assist. Ieri, i partenopei hanno ripetuto la stessa marcatura nella metà campo rossonera e Diaz ha ripetuto la giocata lasciandosi dietro i due avversari. In entrambi i casi, la marcatura andata a vuoto ha regalato la superiorità numerica al Milan. Ieri Diaz è stato intelligente a non esagerare nell'azione personale, ma a spossessarsi del pallone al momento opportuno. 
Spalletti, in sostanza, non ha capito una cosa che sarebbe stata evidente a Oronzo Pugliese, onesto artigiano del calcio, ovvero che un brevilineo dal baricentro basso e rapido nello stretto, non lo si marca di anticipo, perché ti prende il tempo e ti fa andare a vuoto. Lo si aspetta.
Leao, al contrario, non va atteso, in quanto sa infilare gli avversari in velocità, per cui va anticipato.
Peraltro, Spalletti, ha pagato la regola secondo la quale, la sorpresa è tale se produce i propri effetti in breve tempo, altrimenti diventa un arma spuntata. Privo di punte, ha chiesto a Elmas di essere il vertice di un sistema che, pressando alto con Kvara e Lozano, doveva catturare palla e andare in porta. In tal senso, il punto debole diventava il pur bravo Krunic centrocampista basso, ottimo a far circolare la palla e intelligente nel coprire gli spazi in rientro o in diagonale, ma anche un po' lento di riflessi (se non lo fosse, sarebbe Falcao, tanto per capirci...). Subitissimo era proprio Krunic che serviva un assist sanguinoso a Kvara. Krunic, però, dimostrava di avere un senso innato della posizione e copriva proprio l'angolo più naturale per attendere la conclusione del georgiano.

I primi 12 minuti rossoneri erano infernali. Si vedevano 2 palle gol per il Napoli e quattro tiri da fuori area che obbligavano Maignan agli straordinari. Poi il Milan si riassestava per la regola già esposta della sorpresa che va sfruttata subito.
Il Napoli, del resto, giocava il solito calcio dispendioso 
e al 18° iniziava a mostrare stanchezza, con Elmas che conquistava palla a centrocampo e la spediva malamente fuori. Una decina di minuti dopo era Kvara a commettere un errore simile.
Il Milan, invece, aveva le energie intatte e lo dimostrava Leao andando da solo in porta. Sbagliava perché non pensava a tirare sul primo palo alla sua sinistra, preferendo il piattone in diagonale. Ci pensava Bennacer a siglare il vantaggio sull'azione innescata da Diaz di cui abbiamo parlato. L'algerino, da posizione identica a quella di Leao, sceglieva il primo palo. Il Milan avrebbe potuto anche raddoppiare quando Kjaer stampava la palla sulla traversa interna con un'incornata di testa su calcio d'angolo.

Nella ripresa, Spalletti provava ancora l'effetto sorpresa, con il Napoli che aveva recuperato fiato negli spogliatoi. Nei primi minuti i partenopei avevano due palle gol, ma questa volta la spinta si esauriva prima. Poi succedeva di tutto, ma proprio di tutto.
Quando Bennacer veniva ammonito
, Pioli aveva il tempo di sostituirlo con Saelemaekers. Anche Anguissa veniva ammonito, dopo aver placcato Theo, ma Spalletti non aveva il tempo di toglierlo, perché subito dopo Anguissa si faceva bere ancora dall'avversario e gli rifilava un calcio nello stomaco: espulsione!
Il Napoli era in 10 e certo di non avere Anguissa al ritorno, Kim perdeva la testa e si faceva ammonire per proteste, chiamandosi fuori dal match di Napoli.
Qui perdeva la testa Pioli che, nel finale, pensava di approfittare della superiorità numerica togliendo Diaz
, sulle gambe almeno dal 20', ma non ammonito e quindi non a rischio. La mossa ci stava, ma Pioli inseriva Rebic, in crisi nera, e così otteneva l'effetto contrario ovvero di rimettere in partita il Napoli.
L'ideale sarebbe stato Pobega, un incursore potente, fresco e disposto a ripiegare per proteggere la difesa. Ma Pobega è stato imposto a Pioli dalla società dopo due anni di prestiti e il tecnico teme che venga tolto dalla lista di proscrizione ormai stilata e che vorrebbe far valere in sede di mercato. Finché va bene, mister... finché va bene... ma lei sta giocando col fuoco rischiando di incendiare il giocattolo. Lei ha condotto benissimo il match, ma le mosse azzeccate, a volte possono essere concellate dagli errori. Ieri stava accadendo.
Era Maignan a salvare nel finale con una parata miracolosa che ho visto fare solo a Koncilia su Cuccureddu in un Italia-Austria del Mundial 1978. Poi era il Milan a invocare un rigore su Saelemaekers
che, a mio avviso c'era. Calabria dimostrava di avere più gambe che testa (un proverbio dice che chi ha gambe non ha testa), prendendosi un'ammonizione dopo il fischio finale per aver protestato tornando sul rigore non concesso.

Ah Davide, cosa hai protestato a fare se la partita era finita? Se anche avessi dimostrato al direttore di gara che avevi ragione, ti avrebbe forse potuto concedere il rigore? No e allora cosa protesti a fare?

Parlando dell'arbitraggio, Spalletti si è lamentato e con lui tutto il Napoli, famoso dal '90 per i metodi sportivi con cui vince. Pensiamo alle monetine o agli stai giù imposti a chi si rialza non essendosi fatto nulla. Nel mirino c'era la mancata espulsione di Leao nel primo tempo per aver distrutto una bandierina dopo aver fallito il gol. Ora, se ci pensate bene, è verissimo che nessun giocatore può spostare intenzionalmente la bandierina, ma la logica della regola si riferisce al comportamento antisportivo di chi la sposta per alterare le dimensioni del campo e togliere punti di riferimenti all'arbitro. Leao, oltretutto, la distrugge con un calcio di stizza per il proprio errore, per cui non può essere accusato neppure di aver protestato platealmente contro Kovacs. E se mai, per metterla sul ridere, dovrebbe essere il Milan a chiedere il risarcimento al suo giocatore per il danno causato.

Il Napoli protesta perché vuole intorbidire le acque come nel 1990, quando sapeva che, creando polemiche, sarebbe stato appoggiato da tutta l'Italia non milanista. Nel calcio, forse, si vince anche così, ma lo squallore rimane.
Kovacs ha sbagliato nell'essere troppo lassista nel primo tempo, graziando sia Krunic che Kim, diffidati, per falli che erano da ammonizione.
Ha ammonito solo Zielinski per il fallo più duro, ma i primi due cartellini c'erano. Ha, invece, avuto molto buon senso sul calcio alla bandierina di Leao, che avrebbe meritato la sanzione solo in base a un'interpretazione puramente formale della regola.
Nel secondo tempo, incoraggiati dal metro arbitrale del primo tempo, i giocatori sono stati più irruenti e ne ha fatto le spese Anguissa.
Va detto che, a differenza di quanto sostenuto da Calvarese in TV, il rigore su Saelemaekers c'era tutto, perché il belga viene spinto e agganciato
, ma da sempre a Napoli vedono solo il 50% del match, quello che fa comodo a loro.

A Napoli sarà durissima, per l'indubbia forza dell'avversario e perché non mancheranno i colpi bassi, come si intuisce dalle dichiarazioni di ieri sera.
Nel pit si combatterà senza esclusione di colpi, ma a questo punto, giochiamocela.
Se il Napoli vorrà passare, che se la sudi.