In questi freddi e tetri giorni di inizio dicembre, che ci stanno già dando un assaggio di come trascorreremo il Natale in questo folle anno pandemico, ci stiamo imbattendo assiduamente nelle più disparate sfide intellettuali, complessi ragionamenti che avvolgono un dilemma in tutta la sua interezza, che, con l’avvento dell’anno nuovo, stanno ritagliando il proprio spazio all’interno della dimensione calcistica. Calcoli fantascientifici sulla qualificazione dell’Inter agli ottavi di Champions League, nonostante la vittoria rocambolesca ai danni del Borussia Moenchengladbach abbia lasciato acceso qualche barlume di speranza, carenze della Serie A e possibili strategie risolutive, screzi in casa Juve tra alcuni giocatori, Dybala su tutti, e Pirlo che ci portano a fantasticare nella speranza che le nostre menti brillanti ci conducano verso una svolta. Insomma, un delirio di informazioni e aggiornamenti, pensieri e ipotesi che, magari a causa della noia maturata in queste settimane di lockdown, magari per la semplice ed innocua voglia di immedesimarsi in un dirigente sportivo, ci portano a riflettere e, il più delle volte, ad isolarci completamente dalla quotidianità per volare con la sola forza del pensiero in un mondo parallelo in cui la quiete è assordante mentre il caos tipico delle nostre vite frenetiche è fin troppo silenzioso. D’altronde, Albert Einstein, una delle menti più brillanti del XX secolo, sosteneva che la logica è in grado di portarci da A a B, mentre la creatività e l’immaginazione possono portarci ovunque. Beh, se lo ha detto lui...

Soffermandosi più in particolare in casa Inter, si potrebbe parlare per ore dell’ambigua situazione che gli uomini di Conte stanno attraversando di questi tempi. Infatti, se da un lato c’è il cammino più che positivo in campionato, seppur molto travagliato, ma che vede i meneghini in seconda posizione alle spalle dei cugini rossoneri, dall’altro c’è un cammino poco esaltante in Champions, povero di vittorie e di buone prestazioni che non ha portato frutti all’Inter la quale, ad una giornata dalla fine della fase a gironi, si ritrova scaraventata all’ultima posizione. Il pensiero fisso che sta attanagliando i tifosi nerazzurri riguarda solo ed esclusivamente la qualificazione agli ottavi che, vista la situazione, si presenta alquanto complicato.
Anche la Juventus non è in ottima condizione dal momento che sta vivendo una situazione diametralmente opposta a quella dell’Inter, contrassegnata da molti alti e bassi in Serie A e buone prestazioni in campo europeo coronate dalla vittoria nei confronti della Dinamo Kiev. Ma il vero grattacapo che tiene banco da qualche giorno in casa Juve riguarda Pirlo e le difficoltà che sta trovando nell’imporre un sistema di gioco più funzionale agli interpreti. Il tecnico lombardo infatti, è passato dall’essere osannato al momento del suo inaspettato arrivo ad essere messo in discussione sia dai tifosi che dalla società che, non più di 6 mesi fa, avevano riposto totale fiducia nei suoi confronti. È proprio in questa incontenibile baraonda che si è sviluppato uno stato confusionario di agonia maniacale in cui si sono riversate le nostre idee ribelli, pronte a sovvertire, perlomeno virtualmente, il sistema calcistico delle nostre squadre del cuore, coordinate alle emozioni prenatalizie che, quest’anno, per motivi che ben conosciamo, sono più astruse del solito. Giacché una delle domande più ricorrenti in questi giorni è stata “Come trascorreremo il Natale?”, il nostro caro Giuseppe Conte, che a mio modo di vedere le cose sta gestendo egregiamente il caos creatosi in questo anno particolare, è venuto in nostro soccorso rispondendo al quesito con un nuovo DPCM che, tra le tante restrizioni, prevede anche l’impossibilità di perseguire il tradizionale cenone di Natale con tutti i parenti, gli amici, per evitare la diffusione del contagio. Quel giorno, ero a casa con i miei genitori, mia madre e mio padre stavano preparando una deliziosa cena a base di sugo, mentre io e mia sorella eravamo, ognuno in camere diverse, scrupolosamente seduti su una sedia, un libro a destra e uno a sinistra, a studiare. Arrivata l’ora di cena, papà ha portato i piatti a tavola, mamma invece era accorsa in stanza per avvisarci che la cena era servita. Quando mio padre ha acceso la TV, improvvisamente, odo la voce di Conte, non Antonio, che con un tono forte, diretto e preciso leggeva e spiegava a noi spettatori tutte le norme che, a partire dal giorno successivo, sarebbero entrate in vigore in Italia tra le quali, come vi dicevo poco fa, c’era quella del divieto di riunione, sia in casa che fuori, per le festività natalizie. Io, qualche attimo dopo aver appreso la notizia, rimasi sconvolto e, nel giro di pochi secondi, sbiancai. La notizia attraversò la mia schiena come fosse un brivido freddo, lasciandomi senza fiato, raggelato, affranto. Immediatamente, la mia mente mi accompagnò altrove, nel passato, vissuto spensieratamente con i miei cari, i miei amici, con un viso splendente, candido, pulito; i momenti felici a casa dei miei nonni, passati a giocare ininterrottamente a tombola o a briscola o a poker o a qualsiasi gioco, purché però facesse lievitare un po’ di armonia nel mio cuore. A poco a poco, quei ricordi si stavano annebbiando, sempre di più, ancora e ancora fin quando poi, non ho ritrovato l’immagine di mio padre, intento ad ascoltare il discorso del Premier. Non oso immaginare il Natale che ci attende! Ahimè, dovremo superare anche quest’ostacolo che, al solo pensiero, mi fa venire la tremarella.

La vera brutalità di questo periodo risiede nell’impotenza, da parte nostra, di poter fare ciò che il cuore ci comanda che, per quanto mi riguarda, penso sia la cosa peggiore in assoluto che possa capitare ad un uomo come se fosse stato scisso dal suo immancabile principio di libertà. Tra riflessioni soffocanti di fine autunno e questioni infernali legate al calcio e a tutte le sue sfaccettature, questo Natale, a meno di sorprese, sarà il più assurdo che si sia mai visto sulla faccia della Terra e, sperando che ciò che stiamo vivendo passi il prima possibile, non posso che consolarmi con la rinomata frase di Jim Morrison: “Non arrenderti mai, perché quando pensi che sia tutto finito, è il momento in cui tutto ha inizio.”