La pausa per le Nazionali, croce e delizia per molti tifosi nostalgici di campionato dopo nemmeno 24 ore dall’ultima partita, è tornata portando con sé una lunga scia di critiche e riflessioni sulla Serie A che si è interrotta poco meno di due settimane fa anche se sembrano passati due mesi.
La Serie A è sempre stata un agglomerato di match e confusione, sfide e polemiche, ma mai come in questo periodo, segnato dalla pandemia da coronavirus, abbiamo assistito a tanta baraonda. Detto tra noi, questa Nations League non è che sia una competizione così astronomica come ce la vogliono far sembrare e quindi, la critica si risposta sulla Serie A anche quando quest’ultima si prende una pausa. Pensate alle parole di Lotito, ai detrattori delle Nazionali, a chi non vuole che questo campionato vada avanti in questo modo. Questi batti e ribatti stanno uccidendo la bellezza del nostro campionato. Ora come ora, viviamo di apprensione nei confronti dei nostri beniamini nella speranza che si possa creare una bolla impenetrabile intorno a loro in grado di proteggerli dal coronavirus che, per i miei gusti, ha fatto abbastanza. Il vero calcio è passato in secondo piano a causa di questa pandemia.
Al diavolo i negazionisti! Le acque sono molto agitate e, considerata la situazione, sembra che ci porteremo gli strascichi di questa pandemia anche nel corso della prossima stagione. Tornando a noi, le polemiche che si stanno abbattendo sulla Serie A non fanno altro che aggiungere benzina sul fuoco, rendendo l’ambiente calcistico italiano un ambiente poco stabile e molto frastagliato. Le prospettive sono quelle di assistere ad un campionato assai diverso dal solito, in cui si parlerà solo ed esclusivamente di extra-calcio dimenticando invece, il nocciolo della questione, ovvero ciò che avviene sul manto erboso.

Tamponi e… tamponi
Sapete, oggi sono in vena di indovinelli, perciò ho voglia di proporvene uno: è diventato più frequente degli allenamenti, ma non piace a nessuno. Che cos’è? Se avete risposto il tampone, allora siete dei maestri degli indovinelli, altrimenti dovreste esercitarvi un po’ di più. Bando alle ciance, soffermiamoci sul tampone e sul significato che questa strana parola ha assunto nelle nostre vite. La parola tampone è diventata la parola principe del nostro vocabolario quotidiano ai tempi del Covid, una parola che, probabilmente, nessuno di noi aveva mai sentito prima del 2020.
Chi non parla di tampone oggi giorno? Nessuno, direi. Il mondo del calcio è influenzato pesantemente dalla pratica del tampone, in quanto un singolo giocatore positivo al coronavirus potrebbe compromettere il proseguo del campionato della squadra per cui gioca. La positività al tampone è diventata fonte di immensa preoccupazione da parte dei club, che pagherebbero fior di milioni pur di salvaguardare la salute dei propri tesserati, specie se si tratta di assoluti trascinatori. E questo maledetto tampone è il fulcro di ogni discussione, di ogni dibattito all’interno della Lega.

La squadra che più ne sta risentendo è sicuramente la Lazio, immersa in un caos in cui sono coinvolti giocatori, dirigenti, Asl. Insomma, un vero e proprio caos. Uno scandalo che ha del paranormale quello che ha coinvolto i biancocelesti e che ha scaturito l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura federale. Ricostruiamo la vicenda. Il 26 ottobre, prima della trasferta in Belgio per la sfida di Champions League contro il Club Brugge, Immobile è risultato positivo al Covid-19, mentre Strakosha e Leiva, seppur negativi al test, manifestavano i sintomi, così, per precauzione, il club capitolino non li ha convocati. Dopo 4 giorni, si riscontrano le positività di 7 tesserati, tra giocatori e staff, dalle analisi del laboratorio di Avellino. Tra questi, molto probabilmente, figuravano Strakosha e Luis Alberto che, infatti, non hanno preso parte alla sfida contro il Torino, ma la Lazio, a riguardo, non ha speso una parola. Qualche giorno prima della partita contro i granata è stato fatto un altro giro di tamponi a cui tutta la squadra è risultata negativa. Dopo pochi giorni, alla vigilia della partita contro lo Zenit, è successo l’inconcepibile. I tamponi effettuati ai biancocelesti evidenziavano risultati diversi tra il laboratorio riconosciuto dall’UEFA e quello avellinese. Infatti, per il laboratorio Sylnab nel gruppo-squadra c’erano 8 giocatori positivi, tra cui Immobile, Strakosha e Leiva, al contrario del laboratorio di Avellino che ha evidenziato la lieve positività di Immobile. Una divergenza alquanto strana, a maggior ragione perché c’è in ballo la salute dei giocatori, che ha portato sia la Lega che la Procura federale a ridiscutere della questione. I risultati dei tamponi emersi ad Avellino sono stati pilotati da Lotito oppure il laboratorio dell’UEFA ha commesso alcuni errori? La risposta è pressoché scontata, considerando che, prima che scoppiasse il caos Lazio, il laboratorio Sylnab non ha mai commesso errori nelle analisi dei test.
Tutto ciò ha fatto infuriare Lotito che non le ha certo mandate a dire durante un’intervista rilasciata a La Repubblica esprimendo, senza giri di parole, il suo pensiero: “Ma che vuol dire positivo? Positivo vuol dire contagioso, no? Anche nella vagina delle donne, di tutte le donne del mondo, ci sono i batteri. Ma mica tutti sono patogeni, solo alcuni in alcuni casi diventano patogeni e degenerano. Anche Tare è positivo, ma oggi nessuno ti dice se infetta o meno. C’è un’aleatorietà dell’interpretazione dei risultati. Per me la valutazione la deve fare il medico, io non lo so se Immobile si sia allenato martedì perché non ero a Formello, ma il medico lo ha valutato, gli ha rifatto l’idoneità sportiva, la capacità polmonare a riposo e sotto sforzo e stava meglio di prima. Una questione è come vengono conservati i reagenti, i tamponi, come viene effettuato il test. Immobile era in campo a Torino, perché era negativo, abbiamo i tamponi. Nessuno vuol far giocare i positivi, io ho fatto fare i tamponi pure ai miei familiari”.
Non servono interpretazioni, Lotito ha parlato chiaro. La Lazio ha fatto tutto ciò che doveva, si è mossa correttamente, ma l’inchiesta della Procura federale non si ferma. L’accusa del patron della Lazio nei confronti del laboratorio Sylnab è ben radicata. È evidente che per il presidente biancoceleste, Immobile, risultato lievemente positivo era nelle condizioni di scendere in campo contro il Torino e lo ha fatto. Nel frattempo, la Lega Serie A ha avanzato la proposta di effettuare i tamponi per i giocatori di tutte le squadre di Serie A presso un unico laboratorio, affinché si possano avere valutazioni univoche e, di conseguenza, equivalenti per tutti i club. La questione è ancora irrisolta, ma sta sconvolgendo il campionato italiano che, puntualmente, è sottoposto a prove difficili da superare che minano un felice proseguo di campionato.

Caos Nazionali

Coronavirus a parte, che pausa Nazionali sarebbe se non ci fossero le Nazionali? Questo è il punto. Le Nazionali sono la principale fonte di sfogo da parte dei club, quando questi vengono a conoscenza dell’infortunio di un proprio giocatore. Se da un lato le Nazionali rievocano in noi magici momenti e rappresentano un Paese intero accomunato dal tifo per gli stessi colori, dall’altro mandano su tutte le furie i dirigenti dei club se uno dei tesserati finisce in infermeria. Assistere ad infortuni di giocatori che, una volta tornati alla base, non possono essere arruolati dal proprio allenatore è diventata una ricorrenza frequente. Sànchez è ormai diventato uno zerbino che, tra Inter e Cile, guarda più partite di quelle in cui è chiamato in causa. Ed è proprio sull’Inter che mi voglio soffermare, una squadra che ha molto a che fare con giocatori che rientrano dalle Nazionali da indisponibili. Alexis Sànchez, nella partita contro l’Atalanta, è stato costretto a scendere in campo a causa dell’infortunio di Lukaku, nonostante non fosse nelle migliori condizioni. A causa del leggero problema muscolare, il cileno non ha portato l’apporto sperato da Conte in fase offensiva; sono mancate le sue prestigiose giocate, i suoi fulminei scatti. Sebbene il numero 7 nerazzurro non fosse al meglio, il C.T. del Cile, Reinaldo Rueda, lo ha convocato per la sfida contro il Perù e, per giunta, lo ha schierato a partita in corso. Il tecnico cileno ha però, lamentato le condizioni precarie con cui l’Inter ha schierato Sànchez contro l’Atalanta rinfacciando al club nerazzurro il fatto di dare poco peso alle condizioni fisiche dei propri giocatori. L’Inter, dal canto suo, attraverso un comunicato apparso sui social, ha risposto a Rueda: FC Internazionale Milano ritiene inaccettabili, offensive e non corrispondenti alla realtà le dichiarazioni del commissario tecnico del Cile Reinaldo Rueda. Il Club ha da sempre la massima collaborazione e ottimi rapporti con tutti gli staff delle rappresentative nazionali. Nel particolare caso di Alexis Sànchez, il giocatore ha riscontrato un problema fisico in quasi tutte le convocazioni con la propria nazionale. In una di queste ha subito un grave infortunio che lo ha tenuto per tre mesi lontano dai campi di gioco. Questo ha rappresentato un grave danno sportivo per il Club, da sempre attento alla salute dei propri giocatori”. Insomma, un faccia a faccia pesante che sta caratterizzando questa pausa anche perché l’Inter non è l’unica squadra ritrovatasi con un giocatore infortunato causa Nazionali. Prendiamo il caso di Osimhen, gioiello del Napoli costato a De Laurentiis più di 70 milioni di euro, che è dovuto uscire in barella durante la sfida contro il Sierra Leone. Qualora l’infortunio di Victor dovesse essere più grave del previsto, il club partenopeo si ritroverebbe ad affrontare campionato, Europa League e Coppa Italia con il solo Petagna a cui si aggiungerebbe Milik che però, non sta passando momenti felici a Napoli.

Che dire? Questa sosta per le Nazionali non si sta rivelando semplice sia per i club che per i calciatori, ma soprattutto per la Serie A, immersa in questo caos incontrollato giusto per scombinare un po’ le carte in tavola. Tra coronavirus, tamponi e infortuni ci si augura di tornare presto ad abbracciare il nostro campionato così come Dio lo ha creato.
Intanto, godiamoci i successoni della nostra Nazionale che, oltre a giocare a meraviglia, non viene sconfitta da un sacco di partite, precisamente da… non lo so, ho perso il conto.
Altro che Ventura!