Solo pochi giorni fa, in occasione dei quarti di finale di Coppa Italia, è andato in scena il Derby di Milano, un match importantissimo non soltanto ai fini della qualificazione alle semifinali contro la vincente di Juventus-Spal, ma anche per affermare il proprio predominio sulla rispettiva avversaria. Inter-Milan, sin dalla notte dei tempi, è la stracittadina per antonomasia giocata da due squadre che, nel corso degli anni, hanno scritto la storia sia in Italia che nel mondo. La mole di fascino generata dal Derby, a cui è stato anche affibbiato il nome di Derby della Madonnina, ha un’importantissima valenza storico-culturale oltre che calcistica derivante da una specifica caratterizzazione della città di Milano riconosciuta universalmente come sede calcistica del Milan e dell’Inter. Le domande ricorrenti come “Chi è più forte tra Milan e Inter?” o “Meglio il Milan o l’Inter nella storia del calcio?” non trovano una risposta univoca, assoluta, bensì in costante cambiamento. Di questi tempi, credo che si possa affermare con certezza che l’Inter sia superiore al Milan, nonostante la classifica in campionato dica altro, così come il Milan dell’era Berlusconi a cavallo tra gli anni ottanta e novanta lo era rispetto all’Inter di Ernesto Pellegrini. In particolare, la sfida disputatasi martedì è terminata 2-1 per i nerazzurri grazie alle reti di Lukaku ed Eriksen in risposta al gol dell’iniziale vantaggio rossonero siglato da Zlatan Ibrahimović. Il risultato però, non riesce a fornire un quadro preciso e dettagliato della gara che, tra momenti di tensione quasi sfociati in risse e grandi occasioni viste da entrambe le parti, ha saputo ricreare l’atmosfera delle grandi partite, nonostante mancasse la presenza del pubblico sugli spalti.

La partita
È stato sufficiente guardare l’intensità del riscaldamento pre-partita di Milan e Inter per comprendere appieno l’importanza della partita sia per l’una che per l’altra compagine per poter staccare un pass per le semifinali. Calcio d’inizio battuto dall’Inter che, sin dai primi minuti di gioco, ha manovrato la palla a destra e a sinistra, avanzando sulle fasce per cercare di trovare un varco per Romelu Lukaku, affiancato non dal solito Lautaro bensì da Sánchez. Proprio l’Inter, dopo aver smistato palla su Perisic, largo sull’out di sinistra, ha tentato di sbloccare la gara con Lukaku anticipato di testa da Kjaer. Nei minuti successivi, come un fulmine a ciel sereno, la partita si è infuocata con entrambe le squadre intente a cercare di prendere il pallino del gioco, imponendo i propri ritmi sull’altra. Il Milan, che nei primi minuti ha sofferto le asfissianti offensive nerazzurre, ha tentato di impensierire Handanovic con un colpo di testa di Ibra spentosi di poco a lato del palo non protetto dal capitano dell’Inter. Al 24’ minuto, l’Inter, dopo aver sviluppato un’interessantissima trama offensiva con Darmian e Barella, s’è avvicinata al gol del vantaggio ancora con Lukaku al quale è stata negata la gioia dell’1-0 da un intervento prodigioso di Tatarusanu. Al 31’ minuto, sugli sviluppi di un contropiede fulmineo scaturito da una mancata possibilità di Barella di ripartire palla al piede, Ibrahimović, servito da Meité, senza pensarci due volte, ha realizzato il gol del vantaggio con un destro al veleno che ha trafitto Handanovic. Il ritmo della partita, scandito dalla frenesia delle squadre di imporre il proprio gioco, ha subito una crescita esponenziale nei minuti finali del primo tempo, quando l’Inter ha tentato invano con Sánchez prima e Brozović poi, di riportare la partita in parità. La seconda frazione di gioco si è aperta con un’Inter sempre più frizzante, sempre più straripante, sempre più pericolosa nella metà campo avversaria. Il Milan, tenuto alle corde dalla formazione di Conte, stava sempre più scomparendo come se non fosse realmente tornato in campo. Kolarov su punizione, Sánchez al volo, Lukaku di tacco… tante le occasioni recapitate a Tatarusanu… tutte rispedite al mittente dal portiere rumeno, autore di tante ottime parate nel corso della gara. Dopo pochi minuti, Ibra, precedentemente ammonito dal direttore di gara Valeri, è stato espulso per un fallo commesso ai danni di Kolarov, partito in velocità con prospettive d’attacco pericolose. Il punto di massima tensione della partita! Il Milan, già sofferente delle continue offensive nerazzurre, perdendo il fulcro della squadra oltre che terminale d’attacco di spessore autore della rete dello 0-1 nel primo tempo, ha condotto la restante parte della partita blandamente. Al 68’ minuto, in seguito ad una fugace progressione di Hakimi sulla fascia destra, Barella, visto e servito dall’esterno marocchino, in una deliziosa sterzata impreziosita da un colpo di tacco viene atterrato dall’irruente scivolata di Leão. In quei minuti, è successo di tutto! L’arbitro non concede il calcio di rigore ai meneghini facendo proseguire l’azione; la panchina dell’Inter, dopo aver assistito alla mancata concessione del calcio di rigore a seguito del fallo subito da Barella, esplode facendo sobbalzare lo stadio… la tensione in campo, così come l’ira funesta di tutto il popolo interista, cresceva a dismisura! Richiamato dal VAR, Valeri ricontrolla le dinamiche dell’azione ricostruite efficacemente dalle telecamere e assegna il calcio di rigore per l’Inter. Al 70’ minuto, tutto tace… Lukaku contro Tatarusanu. Gol! Il centravanti belga realizza il penalty spiazzando l’estremo difensore rossonero e portando il match sul risultato di 1-1. L’infortunio di Valeri, fermatosi per uno strappo al quadricipite sinistro, ha condizionato il prosieguo della partita andando ad amplificare la superiorità dell’Inter nei confronti del Milan. Non a caso, nei minuti successivi, è proprio la squadra nerazzurra che si rende pericolosa in zona offensiva cercando a più riprese di chiudere definitivamente la partita con Lukaku ma anche con Hakimi e Vidal. Il momento decisivo per le sorti della gara è indubbiamente rappresentato dall’ingresso in campo di Christian Eriksen, all’87’ minuto, al posto di Brozović. È proprio il danese che, su calcio di punizione procurato da Lautaro al 97’ minuto, pennella la sfera in porta dove Tatarusanu mai sarebbe potuto arrivare. 2-1! Un colpo da maestro, frutto dell’incredibile repertorio tecnico di Eriksen! Finisce così Inter-Milan… una rimonta iniziata e completata solo nel secondo tempo, dopo un dominio assoluto sulla formazione di Stefano Pioli!

Ibra-Lukaku: una scorretta interpretazione del fair play
C’è un particolare della sfida tra Inter e Milan che non ho approfondito ma sul quale vorrei porre la mia attenzione, ovvero il velenoso alterco che ha coinvolto Lukaku e Ibrahimović nel bel mezzo della partita, poco prima della fine del primo tempo. Al 43’ minuto, un fallo di Romagnoli su Lukaku ha provocato un gesto di stizza in quest’ultimo, a causa dell’irregolarità con cui il centrale rossonero ha fermato l’attaccante belga diretto verso l’area di rigore avversaria. Nonostante Romagnoli si fosse allontanato per cercare di non innescare un acceso diverbio in campo, è scoccata la scintilla. Ibrahimović, preso da non so quale istinto protettivo nei confronti di Romagnoli, ha insultato Lukaku facendo un chiaro riferimento a dei riti voodoo ai quali BigRom si sarebbe affidato in passato, con l’ausilio di sua madre, per decidere la sua prossima destinazione in chiave carriera. Lukaku, indispettito dalle offese ricevute dallo svedese, non le ha di certo mandate a dire, minacciandolo. Il culmine del dissidio tra i due bomber è arrivato al 45’ minuto quando, durante i ripetuti insulti giunti da una parte e dall’altra, i due sono arrivati allo scontro faccia a faccia come se volessero darsele di santa ragione, fregandosene del match, fregandosene dell’importanza della partita che stavano giocando, fregandosene di tutto. Lukaku in particolare, che ha sempre sostenuto di amare sua madre più di ogni altra cosa al mondo, ha provato a raggiungere Ibra negli spogliatoi, ma è stato prontamente fermato dai compagni di squadra, Barella su tutti. Sebbene in una partita di calcio, in cui intervengono una serie di variabili che influenzano notevolmente il corso della gara, possa capitare che due giocatori abbiano un diverbio, arrivare a tanto è scorretto! Un esempio lampante di anti-fair play! Che messaggio arriva a noi telespettatori? Così facendo non si distoglie lo sguardo dal valore dello sport, simbolo di fratellanza e di unione? È bastato poco per passare dall’agonismo allo scontro, tutta una questione di minuti! Io, in quanto tifoso dell’Inter, ma, soprattutto, amante dello sport spero che vicende come questa non si verifichino più non solo per la scorrettezza del gesto in sé, ma anche per ciò che traspare, per ciò che arriva nelle nostre case, case che dovrebbero gremire solo di messaggi positivi in periodi come quello che stiamo attraversando.

L’inaspettato capolavoro di Christian Eriksen!
Che si tratti di un segno del destino piuttosto che di un semplice colpo di fortuna, il capolavoro firmato da Christian Eriksen agli sgoccioli della partita ha deciso il Derby di Milano nel migliore dei modi!
Subentrato al posto di Brozović nel ruolo di playmaker per amministrare la palla in regia, oltre che per far rifiatare l’esausto centrocampista croato, il classe ’92 ha dato un prezioso apporto alla squadra in fase offensiva per cercare di ribaltare le sorti del match. Niente di più, niente di meno! Le squadre s’erano allungate, motivo per il quale c’erano tutte le carte in regola per far sì che Inter-Milan proseguisse ai tempi supplementari… Eppure… un’eccelsa opera d’arte ha cambiato tutto! Da più di 20 metri, in posizione non troppo defilata rispetto all’asse centrale della porta, Eriksen ha sfornato un diamante raro terminato in porta, con l’incredulità di tutti, senza che Tatarusanu potesse aprir bocca. Palla in rete! La sua decisività in quella partita, coordinata alla straordinarietà del gol realizzato, potrebbe essere addirittura premiata come gol del mese dall’Inter, un motivo in più per cercare di riappacificare gli animi in casa nerazzurra, malgrado il futuro del danese sembri già segnato. L’Inter è in semifinale grazie ad Eriksen che ha fatto il suo ingresso in campo in sordina in un momento delicato della partita, decisa proprio da lui. Paradoxical! “Non ci è dato scegliere la cornice del nostro destino, ma ciò che vi mettiamo dentro è nostro.”

Insomma, il Derby che ci siamo lasciati alle spalle è stato irripetibile, un miscuglio eterogeneo di imprevedibilità, confusione, tensione, bellezza, come se fosse la perfetta reinterpretazione di ciò che si prova prima di un Derby. Nonostante la vittoria, l’Inter è obbligata a limare certi aspetti psicologici della squadra che non vadano a mutare il corso di una partita, specie se quest’ultima ha un certo valore nel prosieguo della stagione. Il Milan, d’altro canto, non sta vivendo un periodo facile. Questo può e deve motivare Pioli e i ragazzi alla crescita costante, perché nulla si crea dal nulla come lo stesso Milan può dimostrare.
Quanto a noi… dovremmo essere fieri di poter assistere a tali spettacoli anche se, a volte, non sempre riservano delle belle sorprese. Però, nonostante l’infernale periodo provocato dalla pandemia da coronavirus, io credo che il calcio ci stia lasciando un retrogusto dal sapore a dir poco favoloso!