La scelta. Una parola oscura, misteriosa che aleggia intorno a noi silenziosamente, pronta a coglierci alla sprovvista e a metterci di fronte al fatidico bivio del bene o del male, del bello o del brutto. La scelta però, è anche studio, calcolo, previsione, probabilità, perché non sempre è tutto oro ciò che luccica e il destino, quel maledetto destino, non aspetta altro che tenderci una trappola con un altro dei suoi stupidi bivi, che alla fine tanto stupidi non sono, che nascondono il futuro beffardo e quello glorioso, in attesa della nostra scelta. Questa situazione, oltre che a tutti noi, non è nuova nemmeno alla dirigenza dell’Inter, impegnata, in questi giorni, a sbrogliare i nodi del caso Conte-Eriksen che, per un motivo o per un altro, sta mandando su tutte le furie i tifosi nerazzurri. Il cammino della compagine nerazzurra, sia in Italia che in Europa, non è partito alla grande e c’è la volontà di tutti, se non altro davanti alle telecamere, di ripartire al 110% per rimettere l’Inter, fin dalle prossime giornate, in carreggiata. Ma c’è qualcosa che non va nello spogliatoio interista. È evidente ma, allo stesso tempo, occulto che tra Conte ed Eriksen ci sia qualcosa fuori posto. Sin dal giorno dello sbarco di Eriksen a Milano, presentato nientepopodimeno che al Teatro della Scala, Conte lasciò intravedere a sprazzi il malcontento per il suo arrivo che tutt’oggi lo accompagna. A complicare qualcosa di per sé già complicata ci si è messo pure il coronavirus che non ha di certo giovato al fantasista danese che, col passare del tempo, ha mostrato sempre più insofferenza nei confronti di Conte e del suo stile di gioco. Quindi, ognuno si è messo la strada tra le gambe e ha proseguito senza curarsi minimamente dell’altro. Infatti, alla ripresa del campionato, Conte ha seguito il suo modus operandi relegando il danese spesse volte in panchina come se gli volesse far scordare il campo ed Eriksen, dal canto suo, lo ha attaccato a più riprese accusandolo di non concedergli il giusto spazio. Siamo a novembre, è quasi passato un anno dall’arrivo di Christian all’Inter eppure le controversie tra il numero 24 e il suo attuale tecnico continuano a segnare il mondo Inter, costringendo i dirigenti di Viale della Liberazione a compiere un’importantissima scelta.

Conte-Eriksen: due universi paralleli

Se dovessimo parlare di Conte ed Eriksen, ci riferiremmo a due universi paralleli, due realtà completamente opposte che, al solo sfiorarsi, hanno scatenato un uragano incontrollabile in casa Inter. Conte, accasatosi alla corte nerazzurra con il solo fine di portare trofei e credibilità in campo europeo ai meneghini, ha fin da subito imposto il suo marchio di fabbrica, il 3-5-2. L’aggressività, il pressing alto, la spinta sulle fasce e il duo offensivo sono solo alcune delle caratteristiche che costituiscono il diktat di Antonio Conte che rendono il suo gioco unico al mondo. Non a caso, ha sempre prediletto giocatori in grado di spaccare le partite, più quantità e meno qualità, per dirla alla Lele Adani, quelli con la garra. Per intenderci, ha sempre cercato lottatori piuttosto che maestri di gioco e, sin dal primo giorno della sua avventura, ha espressamente richiesto Arturo Vidal, suo pupillo ai tempi della Juve, sbarcato a Milano un anno dopo. Come dicevo prima, l’arrivo di Eriksen ha un po’ scombussolato le idee del tecnico salentino che ha dovuto, suo malgrado, riadattare il suo classico 3-5-2 in un 3-4-1-2 che, in fin dei conti, si è rivelato poco efficiente e troppo prevedibile. Di conseguenza, se da un lato c’è la società che vorrebbe che Conte sfruttasse meglio le potenzialità del suo trequartista, dall’altro c’è lo stesso Conte che non vorrebbe metter mano ai suoi tatticismi, che prima di allora hanno funzionato a meraviglia, rischiando di mandare all’aria un progetto importante. Ed è qui che sorge il problema! Cosa vogliono veramente i dirigenti nerazzurri? Ripartire da zero con un nuovo allenatore che adotti un sistema di gioco funzionale ad Eriksen o mandare via quest’ultimo per continuare con Conte?

Addio Conte o addio Eriksen? Le probabili ripercussioni

Conte è il trascinatore emotivo della squadra, il 12° uomo in campo, ma le sue sfuriate nei confronti della società e di alcuni suoi giocatori, durante la passata stagione, non sono passate inosservate. Eriksen, invece, è un giocatore dotato di qualità eccelsa, piedi fatati e pensiero intelligente, però, sin ora, non si è dimostrato all’altezza delle aspettative. Questo è il dilemma, uno dei più grandi dilemmi della storia recente dell’Inter, perché un solo errore potrebbe costare caro ai nerazzurri. La società, a mio modo di vedere le cose, non ha la minima idea di quale sia la cosa giusta da fare, nonostante stia cercando in tutti i modi di risanare la ferita tra Conte ed Eriksen anche se è consapevole del fatto che una delle due teste salterà. Se dovesse andare via Conte assisteremmo ad una vera e propria rivoluzione che potrebbe evolversi in un calo improvviso della squadra, in quanto molti degli attuali giocatori dell’Inter sono esplosi sotto la sua guida. Pensate a Barella, diventato un instancabile tuttofare, a Lukaku, bomber di razza e leader, a Lautaro che da sostituto di Icardi si è trasformato in una mina vagante del tandem offensivo interista, senza dimenticare Bastoni, perno della difesa lanciato proprio da Conte. Mandare via l’allenatore salentino non garantirebbe al 100% il miglioramento delle prestazioni di Eriksen. Questa sarebbe una scelta azzardata e le scelte azzardate, nella maggior parte dei casi, si traducono in fallimento. Se, invece, dovesse essere Eriksen a farne le spese allora la società punterà ancora sul progetto Conte, anche a costo di sacrificare un grande centrocampista comprato per soli 20 milioni di euro nemmeno un anno fa. Perdere un giocatore così, però, per l’Inter, significherebbe che la società non è in grado di risolvere i contrasti tra allenatore e giocatore e, logicamente, non sfruttare le caratteristiche di un uomo che, fino allo scorso anno, era tra i centrocampisti più forti al mondo non rappresenterebbe un vanto per la compagine nerazzurra.

Chi vivrà, vedrà” cantava Rino Gaetano più di 40 anni fa e, oggi più che mai, sento che queste parole siano perfettamente in grado di riassumere ciò che il destino ha in serbo per noi ma, soprattutto, per l’Inter. Questi rognosi battibecchi tra Conte ed Eriksen, alimentati dalla stampa, non hanno intenzione di fermarsi fin tanto che, uno dei due, non abbandonerà la nave, perciò vi ripropongo la mia domanda iniziale: Conte o Eriksen?