Poco più di un mese fa si concludeva la sessione estiva di calciomercato che, quest’anno come non mai, è stata contraddistinta da lunghissime trattative andate a vento a causa delle difficoltà finanziarie dei club, placati dalla pandemia da coronavirus, pochi colpacci CR7 style, eppure i tormentoni non sono mancati. Le insistenti voci che hanno alimentato la super-sfida tra Manchester City e Inter per accaparrarsi le prestazioni di Leo Messi, in rotta col Barcellona, lo strano caso di Suarez dato per fatto in casa Juve, ma saltato all’ultimo per motivi legati al passaporto, ci hanno tenuto compagnia durante tutto il mese di settembre. Sebbene il calciomercato abbia chiuso i battenti non molto tempo fa, le voci di presunte trattative e possibili interessamenti hanno già iniziato a circolare e hanno tutta l’aria di non volersi fermare dinanzi a nulla. Proprio in questi giorni, in casa Milan, si stanno facendo particolarmente intense le discussioni riguardanti i rinnovi di contratto che, quest’anno, non coinvolgono il solo pregiatissimo Donnarumma, ma anche Calhanoglu. Quest’ultimo in particolare, è al centro delle voci di mercato che lo vedono lontano dalla compagine rossonera con Inter, Juventus e Napoli che stanno iniziando a tendere la mano verso il fantasista turco nella speranza che, tra gennaio e luglio, riescano a strapparlo alla concorrenza. Fonte di maggior interesse, almeno secondo le principali fonti nazionali, è l’Inter, in cerca di un trequartista che possa rimpiazzare Eriksen che, in questi dieci mesi a Milano, ha largamente deluso le aspettative del popolo interista.

Calhanoglu, il trequartista dalle mille sfaccettature

8 febbraio 1994. Quel giorno d’inverno inoltrato, nacque a Mannheim, Hakan Calhanoglu, un bambino apparentemente come gli altri ma che covava dentro di sé, fin dalla tenera età, uno spiccato talento per il calcio che aspettava solo la crescita del piccolo Hakan per venire alla luce. Calhanoglu, dopo una lunga trafila tra numerose squadre locali e Waldhof Mannheim, entrò nel vivaio del Karlsruhe a soli 15 anni. Dopo due stagioni, entrò in prima squadra ed esordì nel 2011 in 2. Bundesliga, seconda divisione tedesca, dando prova di quanti margini di miglioramento avesse. L’Amburgo, stregato dalla qualità di Calhanoglu, decise di acquistarlo a titolo definitivo dal Karlsruhe, ma di lasciarlo per un altro anno alla corte biancoblu per farsi le ossa nelle serie inferiori prima di compiere il grande salto. È proprio la stagione 2012-13, quella in cui il giovane trequartista dimostrò tutto il suo potenziale contribuendo alla vittoria del campionato di 3. Liga con un bottino estremamente promettente: 17 gol in 36 presenze.

Nuovo anno, nuovi colori, nuova linfa. Calhanoglu, all’Amburgo, non risentì minimamente della pressione che un club di prima divisione potesse esercitare, anzi confermò tutte le aspettative che l’allora allenatore anseatico, Bert van Marwijk, aveva nei suoi confronti. Hakan infatti, non soltanto giocò con frequenza, ma riuscì ad essere anche uno dei giocatori più importanti della squadra, nonostante la giovanissima età e il salto improvviso dalla cadetteria in Bundesliga. Calhanoglu era diventato il perno dell’Amburgo che basava i suoi contropiedi proprio sulla capacità di Hakan di servire su un piatto d’argento l’ultimo passaggio per gli attaccanti e non solo. Calhanoglu sapeva calciare con efficacia maestria i calci piazzati che lo consacrarono al mondo intero come uno degli specialisti più pericolosi da fuori area. Non a caso, uno dei suoi tanti gol con la maglia dell’Amburgo lo realizza su calcio di punizione da 42 metri contro il Borussia Dortmund, andando a confermare tutto ciò che di buono vociferava sul suo conto.

Nonostante un grandissimo anno con la maglia dell’Amburgo, Calhanoglu fu comprato dal Bayer Leverkusen per poco meno di 15 milioni di euro, con cui siglò un contratto quinquennale. L’addio di Calhanoglu però, non fu digerito dai tifosi dell’Amburgo, indignati con il loro ex pupillo, neo-giocatore del Leverkusen che, poco prima della fine della stagione 2013-14, aveva giurato amore eterno alla causa anseatica. Questa situazione, alquanto paradossale, scatenò l’ira funesta sia dei tifosi dell’Amburgo che vandalizzarono la sua auto che del direttore sportivo del club che lo accusò di tradimento. Accantonate le polemiche, Calhanoglu intraprese la sua nuova avventura alla grande. Esordì in Champions League il 19 agosto 2014, in una sfida contro il Copenaghen, valevole per l’accesso alla fase a gironi. La prima stagione con i Werkself fu più che positiva per Hakan a cui si aggiunse la nomina tra i migliori giovani del calcio europeo. Nelle successive due annate sotto il segno del Leone, Calhanoglu proseguì sulla scia degli anni passati confermandosi come uno dei migliori centrocampisti in terra alemanna. Concluse la sua fruttuosa esperienza con il Bayer nel 2017 con 28 gol all’attivo in 115 presenze.

Il Milan acquistò Calhanoglu, nell’estate delle folli spese rossonere targate Fassone e Mirabelli, per una cifra vicina ai 20 milioni di euro per provare a costruire una squadra talmente forte da riuscire a sbaragliare la concorrenza avversaria nella conquista di un posto per la Champions League. Alla fine, i sogni europei del Milan svanirono nel nulla, ma questa è un’altra storia. La prima stagione di Calhanoglu con la compagine rossonera fu caratterizzata da molti alti e bassi e poche soddisfazioni per il tifo meneghino. In campo era un fantasma, tutte le sue qualità furono risucchiate da un vortice nero di materia oscura che trascinò con sé tutti i buoni auspici per la stagione 2017-18. Anche la stagione successiva non fu esaltante per Hakan, nonostante Gattuso lo schierò molto spesso dal primo minuto, e la sconfitta in Supercoppa italiana contro la Juventus appesantì le critiche nei confronti del fantasista turco. La stagione 2019-20 però, fu la stagione della svolta. L’esonero di Gattuso, succeduto da Giampaolo, a sua volta sostituito da Pioli nell’arco di appena 3 mesi, rappresentò una rivoluzione per Calhanoglu che, proprio con Pioli, ritrovò la sua stabilità nell’ambiente rossonero risalendo a poco a poco le gerarchie e diventando il pilastro del 4-2-3-1 del Milan. Lasciati alle spalle le due precedenti stagioni, Calhanoglu si trasformò in un vero e proprio tuttofare della trequarti soprattutto nel post-lockdown. Nonostante un grandissimo finale di stagione sotto il segno del Diavolo, sarà per la sbornia ancora non smaltita, saranno questioni legate alla sua situazione contrattuale col Milan, ma Calhanoglu non è ripartito alla grande, riaccendendo le critiche che non aspettavano altro che una sua ricaduta. Il fantasista turco infatti, ha subito un calo notevole rispetto alla passata stagione e le presunte voci su un suo probabile addio stanno via via cominciando ad accentuarsi. Ieri, Bonera si è espresso così su Calhanoglu: “Siamo contentissimi del rendimento di Calhanoglu, sull’aspetto contrattuale non voglio entrare, ma lui è uno di quelli che ieri mi ha fatto capire che tiene a questa maglia”. Sicuramente Bonera ha voluto calmare le acque e tranquillizzare il popolo rossonero, ansioso di perdere un grande talento come Calhanoglu, ma gli interessi delle regine d’Italia potrebbero sfociare in assalti diretti, magari già durante la sessione invernale.

Marotta, Calha non è la pedina giusta!

Sebbene non si possa ancora parlare di interessi concreti, bensì di indiscrezioni, ci sarebbero molte squadre, specialmente in Serie A, pronte a cogliere la palla al balzo per ingaggiare Calhanoglu che, qualora non dovesse trovare un accordo col Milan per un rinnovo di contratto last minute, potrebbe liberarsi a parametro zero in estate. Juventus, Napoli ed Inter sono alla finestra. Quest’ultima in particolare, starebbe seriamente pensando di cedere Eriksen per sostituirlo con un altro centrocampista di qualità che possa garantire estro ed imprevedibilità negli ultimi 30 metri e Calhanoglu fa al caso giusto. Le parole di Conte prima, quelle di Marotta poi, lasciano presagire una cessione del classe 1992 già nel corso della prossima finestra di mercato. Lo stesso Eriksen ha dichiarato spesso di non sentirsi a suo agio all’Inter e di soffrire le scelte dell’allenatore, da lui ritenute completamente fuori luogo. Tornando al discorso Calhanoglu, la domanda sorge spontanea… Siamo sicuri che sia lui l’uomo giusto per sostituire Eriksen? Potrebbe rivelarsi una pedina fondamentale nello scacchiere tattico di Conte o sarebbe un acquisto totalmente sbagliato? Considerando che, sotto molti punti di vista, Eriksen e Calhanoglu sono giocatori pressoché simili per il modo di giocare, c’è la concreta possibilità che l’arrivo di Hakan all’Inter possa essere equivalente a quello di Eriksen a gennaio. Conte, lo avevamo capito ai tempi della Juve e ne stiamo avendo la conferma, predilige giocatori tosti, forti fisicamente, che corrono fino all’ultimo minuto. Non a caso, fin dal suo sbarco a Milano ha espressamente richiesto Vidal e Lukaku e ha sempre apprezzato la grinta e l’agonismo sportivo di Lautaro e di Barella. Quando ha avuto a che fare con Eriksen, sin dal primo giorno, sono emerse delle notevoli differenze tra lui ed il danese che ha faticato ad imporsi nel mondo Inter, proprio perché il tecnico leccese non riusciva a creare le giuste condizioni che gli avrebbero permesso una più fiorente avventura a Milano. Come dicevo prima, Calhanoglu è un giocatore molto simile ad Eriksen, che gioca un calcio pulito, tecnico e curato nei minimi dettagli, mettendo da parte caratteristiche quali la velocità, l’attacco della profondità, il pressing e così via. Inoltre, l’Inter vanta o soffre, dipende dai punti di vista, un eccessivo affollamento nella trequarti, basti pensare ai vari Sensi, Nainggolan e lo stesso Eriksen, senza dimenticare Sànchez che, all’occorrenza, può agire alle spalle delle punte. Di conseguenza, cedere Eriksen per liberare uno slot che verrà occupato da un giocatore tale e quale a lui sarebbe una mossa insensata da parte della dirigenza dell’Inter che invece, dovrebbe puntare più su un mediano di rottura, come ad esempio Kanté, visto che l’impiego forzato di Vidal in quella posizione non sta affatto convincendo Conte. Ora, vi pongo la domanda che mi tormenta da giorni: Calhanoglu sarebbe il colpo giusto per l’Inter?

Cuiusvis hominis est errare: nullius nisi insipientis, in errore perseverare”. Marco Tullio Cicerone, a suo tempo, centrò il bersaglio e seppe dare una spiegazione, a mio avviso, più che accurata sulla natura umana che non smette mai di stupire. Con quelle parole, Cicerone spiegò al mondo intero che l’errore fa parte dell’essere umani, ma perseverare nell’errore è da ignoranti. Per quanto possa sembrare scontata, l’affermazione di Cicerone, in realtà, è molto chiara ed è in grado di riassumere in un battito di ciglia l’anomalia dell’uomo da che mondo è mondo. Capito, Marotta? Ora sta’ a te compiere la scelta giusta!