VAR è l’acronimo di Video Assistant Referee, un assistente che collabora con l’arbitro in campo per chiarire situazioni dubbie (quelle specificatamente previste dal regolamento). E come si pronuncia? (ad esempio sull’archivio web di “Repubblica” troviamo il var 686 volte contro le 250 di la var). Così l'Accademia della crusca su come di debba chiamare il VAR o la VAR. Nel mentre ci perdiamo sul la o il accade che questo sistema, nato per aiutare il calcio a migliorarsi sta diventando letteralmente un disastro. Partite che durano oramai oltre 100 minuti, per recuperare il tempo perso, discrezionalità nell'utilizzo ai limiti della disperazione dell'urlo di Munch.
Vero, ha risolto tanti problemini, ha aiutato l'arbitro in situazioni dove gli errori erano evidenti, in un calcio assediato dalle telecamere dove oramai non sfugge più alcun dettaglio, ma va detto che per quanto assediati siano gli stadi dalle telecamere, qualcosa sfugge sempre. Per una prospettiva sbagliata, per l'angolatura, per l'inquadratura, per tante di quelle cose che ancora oggi non rendono la tecnologia perfetta, ma la perfezione è dietro l'angolo, manca poco. Forse un giorno lo sarà, ma non oggi.

L'ultimo episodio allucinante della distorsione del sistema VAR, è quanto accaduto nel finale dello spareggio, chiamiamolo così, tra Ucraina ed Italia. Imbarazzante errore. L'Ucraina avrebbe potuto vincere o anche no, non è questo il punto, tanto non lo sapremo mai. Anche se va detto che è successo di tutto, da chi ha cercato di nascondere la gravità dell'accaduto, a chi ha sparato a zero, da chi ti accusa di essere anti italiano a chi sostenitore degli ucraini. Solite scenette alla Fantozzi che servono a distrarre dalla vera questione.
La vera questione, il vero punto è perchè una diavoleria del genere continua a ripetersi.
Si dovrebbe semplificare l'utilizzo del VAR. Se le telecamere vedono ciò che l'arbitro non vede, si deve intervenire, punto. La via di mezzo che oggi si sta perseguendo è deleteria, incomprensibile, sbagliata, inaccettabile e getta benzina sul fuoco delle polemiche. Ed a dirla tutta, non stupiamoci se presto l'arbitro in campo verrà sostituito dalla IA. Non sarebbe nulla di scandaloso. Il VAR va in questa direzione, anche se funziona male, non tanto per incapacità della tecnologia, ma dell'uomo e delle sue regole. Il calcio è fatto anche di errori, certo. Verissimo.
Ma se hai la tecnologia che ti aiuta ad evitarli questi errori perchè continuare ad errare in modo diabolico? Il ruolo dell'arbitro in campo consisterà solo nella presenza fisica e farsi da intermediario della tecnologia, del VAR e di quella IA che riuscirà presto a decodificare e decifrare gli errori e le varie situazione incerte in campo per consentire all'arbitro in campo di diventare quella perfezione a cui si ambisce. D'altronde di cosa stupirsi? A questo ambiamo, alla perfezione assoluta.
Quante volte massacriamo gli arbitri perchè sbagliano? E li lodiamo, quando non sbagliano nulla? Ed allora di che stiamo parlando? Il resto, solo chiacchiere da filosofi che possono trovare spazio nel calcio nostalgia, ma non in quello del presente.

Dunque, prepariamoci all'avvento di ciò che è inevitabile, continuando però a vivere l'effetto boomerang del VAR che rischia di delegittimare proprio quella tecnologia che nessuna colpa ha, nata per rendere la condotta di una partita ai limiti della perfezione dove sia la legge del campo, a determinare il risultato e non più l'errore arbitrale.