Una stagione già complicata, un campionato sfumato già da tempo.
Un tricolore ormai nelle mani di un Napoli sempre più stellare.
Un anno davvero difficile dove spesso si è parlato del Milan, di una squadra spenta e messa all'angolo a leccarsi le ferite.
Il calcio in quanto sport riflette spesso situazioni e sensazioni che si provano nel quotidiano, poiché bisogna rammentare che gli atleti e tutto ciò che costituisce un gruppo sportivo non sono delle macchine già programmate ma delle persone, degli esseri umani in carne ed ossa, dove sbagliare e trovarsi in difficoltà è da considerarsi normalità. Spesso, e anche inevitabilmente, i tifosi si disperano e non vedono più una via d'uscita quando la propria squadra non offre più lo spettacolo e le gioie che hanno abituato e fatto brillare l'occhio del Supporter.

Lo sport è un patrimonio della nostra esistenza, e al suo interno non risiede solo la sfera più classica, ovvero quella ludica, bensì una pluralità di capisaldi che si riflettono nella vita di ciascuno di noi, tra questi: lo spirito di sacrificio; essere il testimonial che dalle avversità si esce solo con la pazienza, il giusto spirito e la forza di sopportare critiche a volte molto forti, e momenti negativi anche molto lunghi. Forse il fascino sportivo non risiede tanto nella parte che Goffman chiama Ribalta, ma di più nel Retroscena, ovvero tutta quella parte che non si vede all'interno del rettangolo di gioco, tutto quello che non è visibile in quei 90/100 minuti di gioco, ma che sono il nucleo, il frutto di ciò che si mostra sotto i riflettori dello stadio.   

La Champions per Mister Pioli e i suoi era un banco di prova fondamentale nel quale era vietato sbagliare. Un match arrivato dopo una vittoria ritrovata in campionato contro il Torino dopo più di un mese da incubo dove sono stati raccolti solamente 5 punti.  
Quello di ieri è un Milan che sembra aver ritrovato quella luce che non aveva più, ma soprattutto uno degli uomini più importanti che lo scorso anno contribuì alla vittoria finale, Theo Hernández. Il francese sembra ritornato in forma e di fatto sta trascinando la squadra al successo, poiché il gol siglato da Giroud in campionato contro il Toro e quello di Díaz finalizzato ieri contro gli Spurs sono avvenuti grazie ai suoi tiri velenosi che sono soliti impensierire le difese avversarie. 
La squadra rossonera è stata definita un organo danneggiato che aveva bisogno di cure: 
con gli ultimi dati alla mano possiamo dire che l'antidoto sembra essere stato trovato.
Forse dallo staff tecnico, dalla giusta mentalità ritrovata dai calciatori leader, e magari anche per merito di una atmosfera romantica, dalle effusioni d'amore fatte dai tifosi ai propri colori scesi in campo durante la notte più romantica dell'anno. Che sia stato Cupido, con il suo antidoto dell'amore a fare breccia nei cuori dei giocatori per far si che ritornino a combattere per i colori della maglia?
Chissà...

VIVA L'AMORE, VIVA IL CALCIO!