Novembre, 30 giorni che conducono a quello che sarà l'atto finale dell'anno. Passata la notte più paurosa, la giornata della zucca, dolcetti, maschere e fantasia in quantità, Halloween, ci addentriamo nella mensilità che condurrà verso l'atto finale dell'anno, il periodo più magico, quello di Dicembre. 
Ebbene sì, un nuovo mese è appena iniziato, e con esso i primi giorni di luce più brevi, in cui il sole tramonta dopo le 16:30, i termometri iniziano a scendere dopo un'estate più lunga di quella tradizionalmente definita dal calendario, odori di legna che arde nei caminetti delle varie abitazioni, tra i vari cunicoli, tra le strade al centro delle città si inizia a percepire nell'aria un'atmosfera peculiare, caratteristica, per certi aspetti difficile da spiegare a parole, ma facilmente comprensibile e vivibile attraverso il dono più affascinante della sfera più grande, dove non vi esistono limiti: l'immaginazione!
Questo è il periodo della transizione, ci si prepara psicologicamente a fare le corse per i primi regali natalizi, incentivati, da qualche anno ormai, dall'iniziativa di marketing importata dagli USA, dal famoso Black Friday, in cui i vari negozi, abbigliamento ed elettrodomestici su tutti, offrono delle opportunità vantaggiose, dei prezzi più bassi, funzionali ad incentivare le persone ad acquistare prodotti e al contempo per far sì che i vari magazzini si svuotino così da poterli rimpinguare con le novità.
Insomma, si tratta di un arco temporale rappresentabile dalla parola cambiamento, uno switch universale, poiché, al suo interno, ingloba anche altro, tra cui: il modo di vestire: si indossano giacche, felpe, maglioni, cappelli, sciarpe; l'alimentazione: nelle tavole ci sono le prime minestre, verdure di stagione, tra cui i broccoli e la cicoria; e che dire delle tisane calde, rilassanti, prima di coricarsi al letto o accompagnatrici di momenti dedicati alla lettura di un romanzo, magari anche con il plaid sulle gambe.
Questa è la foto rappresentativa di questo periodo da poco inaugurato.

Forse dimentico qualcosa? Riflettondoci su, ho scordato di menzionare un'abitudine culinaria italiana, tipica di questa stagione: le caldarroste! A quanti capita di ritrovarsi tra le strade dei centri storici e di non poter rinunciare ad un cartoccio di castagne roventi? Solo il pensiero fa venire l'acquolina in bocca! 
Chiaramente, come per tutte le pietanze che richiedono la cucina, per essere rese commestibili, è di fondamentale importanza non essere troppo eccessivi nella fase di cottura. 
A proposito di castagne, lo conoscete il detto "togliere le castagne dal fuoco"? Quest'ultima è sicuramente un domanda retorica, ma è bene sottolineare che non è mai abbastanza ricordare il significato delle parole, delle frasi, anche di quelle più banali. In sostanza, il detto richiama ad una vicissitudine di vita, in cui c'è quella persona, quell'elemento, che rimette un treno, ormai destinato a deragliare, sul binario giusto. Una sorta di salvatore, un amuleto che tiene vive le speranze, la luce in fondo al tunnel.     

In quest'ultimo periodo, ci sono diverse questioni a tenere banco sul lato critico della disciplina sportiva agonistica calcistica. Vi sono tante polemiche, tanti dibattiti in riferimento alla questione Calcio Scommesse, l'ennesimo, e per molti ingiusto, Pallone d'Oro consegnato alla pulce, Leo Messi, ma, specie dopo l'ultima giornata di campionato di Serie A, c'è un allenatore finito nell'occhio del ciclone. 
Di chi stiamo parlando? Del tecnico rossonero, di Stefano Pioli.
     

L'allenatore del Milan sembra non essere più gradito alla corte di Milanello, a testimonianza di ciò sono le critiche fatte nel post gara della trasferta contro il Napoli di Rudi Garcia. Quello visto è sembrato un Milan al 50%, capace di giocare solo un tempo, poiché i diavoli, dopo aver condotto una prima parte di gara in maniera eccelsa, mettendo a segno due reti con l'ariete francese, Olivier Giroud, è vittima di un secondo tempo di crisi, poiché i partenopei riportano, grazie alle reti di Politano e Raspadori, il match in pieno equilibrio, scrivendo l'esito finale di parità assoluta per 2 a 2.
Un'altra gara senza vittoria, 3 punti che non arrivano più, poiché, oltre al campionato, con la sconfitta di misura subita nelle mura amiche di San Siro, a causa del gol dell'ex Locatelli, al Maradona, dopo aver avuto diverse opportunità di chiuderla con un secco 3-0 nei primi 45 minuti (se non addirittura qualcosa di più, dato che le opportunità di ripetere il 4-0 siglato lo scorso anno, sempre nella trasferta partenopea, si sono presentate), la squadra del tecnico parmigiano ottiene un pareggio che va stretto visti i successi delle dirette concorrenti al tricolore di Inter e Juventus. Un periodo rossonero negativo anche in Europa, dato che il bilancio dei primi tre scontri di Champions League segnano solo 2 punti raccolti: 2 pareggi (dall'opinione pubblica della sponda sud meneghina evitabili) e una sonora sconfitta contro il PSG della gazzella transalpina Mbappé e compagni. Un periodo difficile per l'armata rossonera di Stefano Pioli, delle settimane costituite da un clima teso.     

È chiaro che il Milan non sta procedendo a ritmi spediti come vorrebbero i tifosi, ma siamo sicuri che quando una squadra ottiene questi risultati, cambiare profilo sulla panchina, sia la scelta più corretta?    
Sicuramente è una tematica complessa, dinamica, in grado di animare gli animi e di conseguenza capace di sfociare in dibattiti infiniti. È doveroso però comprendere e ammettere che, ad oggi, le motivazioni sono soprattutto nella testa dei giocatori che scendono in campo.   

Io stesso, fino a qualche settimana fa, per quel che concerne la Lazio, ero il primo a puntare il dito contro l'allenatore come primo responsabile, ma durante quest'ultime gare ho condotto un'analisi più accurata, attraverso cui ho potuto capire e constatare che il discorso relativo al tecnico è sola la punta dell'iceberg.
Dunque, facendo parte dello stesso compartimento, il Mister di una rosa di calciatori, essendo il condottiero, il regista del film, se qualche scena non funziona è doveroso che egli ci metta mano, è chiamato a fare degli aggiustamenti doverosi.    

Ma se i giocatori scendono in campo senza la giusta voglia, la cattiveria agonistica, la concentrazione, la determinazione e troppa sicurezza, egli cosa può fare? Sembra riduttivo tutto ciò, ma un allenatore cosa può farci se i ragazzi, a gara in corso, hanno un cambio di atteggiamento improvviso, una sorta di comportamento lunatico?   
Spesso, specie nelle grandi squadre, ciò che si nota, durante i novanti minuti, è troppa presunzione, passività...
Non hanno ben chiaro nella testa che la partita finisce tra il novantacinquesimo e il centesimo minuto di gioco!

Tornando al discorso di "togliere le castagne dal fuoco", in casa Milan, quante volte Pioli è riuscito nell'intento? La risposta a questa domanda è: molte!    
Mettendo da parte lo scudetto riportato in casa Milan dopo più di un decennio, egli diverse volte ha dimostrato di saper ricondurre la squadra rossonera fuori dai vicoli ciechi.
Ebbene sì, un esempio ci è fornito dallo scorso anno: una squadra che sembrava non poter auspicare neanche ad un posto in Conferance League è riuscita invece ad ottenere un piazzamento per la Champions League. 
Un altro esempio è la reazione di squadra avuta dopo lo schiaffo ricevuto nella stracittadina contro l'Inter: i rossoneri hanno reagito facendo un poker di vittorie consecutive.
Insomma, non si può certo dire che il Milan di Pioli è una squadra a cui va cambiato l'allenatore. Il discorso di cambiare Mister, ad oggi, sembra non essere più una giustificazione a prestazioni negative da parte della squadra. 

Ipotizziamo uno scenario, al momento, utopistico: se Conte allenasse il Milan, raggiungerebbe i livelli del passato, ovvero un Milan padrone d'Europa come ai tempi berlusconiani? Ci sono dei grandi dubbi! Perché? I giocatori in campo non sono più come quelli di una volta, la superficialità, il denaro, rinnovi contrattuali, hanno sostituito lo spirito autentico competitivo agonistico. In passato, quanti potevano essere giocatori con questa mentalità? Pochi, se non inesistenti! Contava solo la maglia, la voglia e la fame di vittoria!

Un esempio calzante è la Nazionale italiana guidata da Luciano Spalletti.
Come è possibile che gli azzurri, tolta la parentesi contro Malta, continuano a fare fatica nel trovare il successo? È poi così tanto diversa dalla versione Manciniana? Numeri alla mano, si può affermare che il cambiamento ancora non si è visto. Perché? Vedete più giocatori come Pirlo, Buffon, Cannavaro, Gattuso, Chiellini, Barzagli, Del Piero, ecc.? La risposta riconduce all'essenza del mio discorso, ovvero del disappunto sul far ricadere le responsabilità agli allenatori.    

Il Calcio attuale è uno sport vittima del denaro, un fattore che ha cambiato per sempre i connotati e plasmato il DNA di questa disciplina agonistica. Il football allo stato puro, a malincuore, non esiste più!
Oggi hanno paura di giocare sotto l'acqua, di sporcarsi di terra...

Critiche a Pioli? Sinonimo di... Ignoranza sul Calcio moderno!