E Allegri non si smentisce mai. Squadra strana messa in campo contro il Verona, ma se nel primo tempo non sfonda, pur colpendo un palo, nel secondo tempo segna il gol vittoria. E lo segna colui che sembra un suo pupillo, visto che lo difende sempre, in ogni situazione, perdonandogli anche quello che ad altri non perdona. 

La partita non inizia bene, perché il Verona si schiera in campo con la sua solita verve e blocca tutte le manovre della squadra bianconera, impedendole di giocare palloni semplici. Inoltre la formazione torinese non è di quelle che fanno sognare i tifosi, con fuori Vlahovic, Kostic, Di Maria, Chiesa e Rabiot squalificato, del quale si sente molto la mancanza. Pogba non pervenuto, ancora non si vede all'orizzonte, e tanto vale rassegnarsi. Magari quando meno ce lo aspettiamo eccolo lì, a fare la differenza. E se arrivasse il suo momento, sono sicuro che la squadra di Allegri potrebbe aspirare a battere chiunque, persino il Napoli.
Ma invece di Pogba ci ritroviamo Barrenechea, giovane interessante, ma ancora acerbo. Forse si sono accelerati troppo i tempi, oppure in allenamento fa vedere cose che in partita non riesce ad esprimere. E in mezzo al campo, contro degli scaligeri esperti e ben "ormonati", non ha molte chance di brillare. Inoltre la difesa a tre con Gatti, Bremer e Danilo in realtà è una difesa a quattro con De Sciglio arruolato nelle fasce dei terzini.
In mezzo Fagioli e Locatelli cercano di recuperare palloni e dare impulso alla manovra, ma con Cuadrado a destra che non sfonda e due punte a mezzo servizio, la porta scaligera rimane spesso un miraggio. Perché Milik non ha ancora il ritmo partita, e come potrebbe dopo un mese e mezzo di sosta per infortunio?
Kean, invece, pretende di fare tutto da solo, picchiandosi contro una difesa ben organizzata e fisicamente ben messa. E all'inizio i brividi li passa Sczesny, con due azioni veloci del Verona, e la prima è un tiro ravvicinato centrale, parato senza difficoltà calciato da Duda, la seconda invece, un'azione sulla destra con tiro al volo di De Paola, che fa la barba al palo, dopo avere fatto la barba a Gatti, che soffia sperando che esca!
Dopo queste due azioni, il Verona non riesce più ad essere pericoloso, e cresce la Juventus, con alcune azioni pregevoli, ed una punizione calciata da Danilo, che deviata, finisce sul palo di Montipò. 

Il secondo tempo comincia con Barrenechea negli spogliatoi e Miretti che fa il suo ingresso.
Aumenta il dinamismo, e da un pregevole passaggio di prima del subentrato, Locatelli trova il varco per consegnare a Kean un pallone che  riesce finalmente a controllare bene, e lo deposita in rete da pochi passi.
Sembra che la partita sia in discesa. Ed invece no! Il Verona sapendo che non ha nulla da perdere, come la maggior parte delle squadre che vengono a Torino, gioca la carta del tutto per tutto. Alcuni cambi del Mister Zaffaroni sembrano volere incidere di più in attacco, come l'ingresso di Verdi, funambolico giocoliere con due piedi molto educati e ben attrezzati per il tiro dalla distanza.
A questo punto, Allegri toglie Kean e Milik (volenteroso e combattente) con Vlahovic e Di Maria. Per il Verona entra anche Terracciano, giovane interessante, e ci regala l'ultimo brivido, con un bel tiro angolato che Sczesny para con qualche difficoltà, ma tenendo la porta inviolata.
Intanto esce Cuadrado ed entra Kostic, con De Sciglio che da sinistra torna a destra, il suo ruolo naturale. I due serbi subentrati cercano di ravvivare la squadra, e spesso hanno intere praterie che non sfruttano al meglio. Di Maria, invece, cerca di fare accademia, ma riesce solo a fare infuriare Allegri, che vorrebbe da parte sua più saggezza e meno egoismo.
In un paio di azioni, vedendo i compagni liberi davanti alla porta, invece di servirli, tenta il tiro in porta, venendo rimpallato puntualmente e consentendo la ripartenza pericolosa del Verona. Sarà un fuoriclasse, ma spesso è un "fuori testa", perché può fare molto meglio con giocate semplici, come la palla deliziosa a Gatti che mette in mezzo e che Bremer riesce a calciare fuori a due passi dalla porta praticamente vuota.

La partita si trascina stancamente verso la fine, con il Verona che non trova varchi e la Juventus che riparte, ma non segna il gol del KO. E così, pochi minuti prima che finisca, un Allegri infuriato vola negli spogliatoi lanciando strali e imprecazioni, che fortunatamente non vengono intercettate da Dazn e nemmeno da Sky. Landucci si trova a presidiare la panchina, ormai abituato alle intemperanze del Mister, senza lancio di impermeabile, come avvenne a Siena quache anno fa, rimasto nella storia.  

Come commentare la partita?
Beh, l'importante era vincere, e il compito è stato portato a termine. L'altra cosa essenziale è che con impegni così ravvicinati la squadra deve fare un notevole turn over, avendo già martedì la partita di andata contro l'Inter, semifinale di Coppa Italia. Sabato ci sarà la Lazio a Roma, una rivale per il quarto posto Champions. In questo mese di partite ce ne sono tante, dentro e fuori dal campo, come un avvincente romanzo di avventura, con il finale tutto da scrivere. E tra giocatori ancora in cerca d'identità, rientranti da infortuni ed oggetti misteriosi ancora da rivedere, le complicazioni sono tante, e gli imprevisti pure. A tutto questo ci mettiamo che c'è stata la sosta per le nazionali, e che la Juventus al contrario del Verona, ne ha molti. Riprendersi dalle fatiche, dai viaggi e dai colpi presi non è questione da sottovalutare, come già ribadito da Allegri, il quale lo si può anche criticare, ma di queste cose se ne intende! Vedremo la prossima puntata, e contro l'Inter ci saranno sicuramente scintille e le solite polemiche. Intanto aspettiamo il verdetto del Collegio di Garanzia del Coni, sperando che tornino i quindici punti, almeno così la strada sarebbe in discesa.
L'ultimo pensiero va al "capitano", Alex Del Piero, che ieri ha allietato i suoi fans con la sua presenza in tribuna, forse un segnale di qualche riavvicinamento? Il tempo lo dirà!