Di convergenze parallele si parla a proposito di fatti risalenti alla prima repubblica, quando la Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista Italiano cercarono di attuare delle intese, cosiddette convergenti, ma che indicavano comunque una distanza ideologica e di programma politico. 
E d'altronde, chi sa un po' di geometria conosce l'assioma delle rette parallele, che non si incontrano mai all'infinito pur viaggiando una di fianco all'altra.
Come possano poi convergere rimane un mistero mai risolto! Una specie di ossimoro, una cosa come "ghiaccio bollente", parafrasando una vecchia canzone di Tony Dallara.

Ma io mi voglio invece addentrare nelle situazioni parallele, e per questo non si può appunto arrivare a coincidenze, seppure la storia potrebbe raccontarci ben altro! E i soggetti sono la Juventus e la Ferrari. 
Entrambe è ormai assodato che hanno la sfortuna di essere antipatiche a qualcuno che sta molto in alto.
Nel caso della Juventus ormai è assodato che l'Uefa, e di concerto la Fifa, hanno dato battaglia al club bianconero. A questi si deve aggiungere quella che ormai è un nemico storico, la FIGC, e il colpo va giù pesante se si guarda con molto sospetto alla fresca promozione alla vice presidenza all'UEFA di Gravina. La Juventus non conosce mezzi termini, o la si ama o la si odia, diciamo che almeno il 50% degli italiani la amano, l'altro 50% la odia. Ma sulla Ferrari mi permetto di asserire che la storia cambia. Qui si tratta della nostra Nazionale della Formula 1, e quindi dovrebbe raccogliere il totale consenso degli italiani, a parte qualche esterofilo perverso. 

Parlare di quello che sta subendo la Juventus è un esercizio ormai consolidato di ingegneria giuridica finalizzato all'inciucio tra federazione e magistrati. Ci metterei anche qualche strana loggia politica, sempre presente nelle travagliate ingiustizie del nostro Paese. E' chiaro il tentativo di distruggere o almeno penalizzare in tutti i modi un modello sportivo, capace di vincere e di prosperare grazie anche ad una potenza economica e, soprattutto, di una visione economica e finanziaria del calcio diversa dal solito campanile e dell'orticello dove raccolgono la zuppa solo i soliti, ma che non cresce mai, inaridendosi.
E allora come non invidiare l'erba, pardon, l'orto del vicino, che sa usare meglio i fertilizzanti e le nuove tecniche applicate all'agricoltura, facendone diventare un mercato allargato, con nuovi prodotti, mentre altri si inaridiscono con fichi secchi e parole al vento?
Riassumere tutti i fatti emersi dalla triste vicenda delle "plusvalenze" diventa una noia pazzesca, con continui tentativi di annacquare e svilire le attività messe in opera dalla precedente dirigenza bianconera, salvo poi accorgersi pian piano che alla fine forse non c'è di ché, ovvero nulla pare portare a fatti delittuosi concreti e perseguibili.
E guarda caso mi ritrovo ad avere ragione! Sì, perchè in post precedenti avevo subodorato la nuova tecnica della magistratura Torinese. Siccome sanno che non c'è trippa per gatti, allora cercano ci invischiare altre procure, come Genova, Cagliari, Roma e Sassuolo, e potrebbero aggiungersene altre.
Il tentativo sporco sarebbe di eludere quello che ormai non si può controvertire: come si può perseguire una società per plusvalenze a "specchio", accusandola di truffa o falso, senza che ci siano per forza uno o più complici? Hanno scoperto l'acqua calda!
E allora che si fa? Prima di vedere che qualche giudice intelligente gli stracci tutto e li mandi a fare un altro mestiere, cercano di creare maggior subbuglio possibile. La nuova tattica ha due se non più scopi. Il primo è il tentativo che qualche giudice tra i tanti, apra ad un rinvio a giudizio, magari un De Magistris, in cerca di notorietà lo si può sempre trovare. L'altro è che così si avvalgono di quello che normalmente fanno gli imputati: si perde tempo! 

Questa tattica è sempre stata preziosa per quegli imputati eccellenti, che speravano nell'allungamento dei processi per ottenere prescrizioni, oppure per fare in modo che i testimoni perdessero la memoria, o meglio ancora, qualcuno passava a miglior vita, per ragioni naturali o procurate. Oppure qualche nuova legge che, guarda caso, andava in favore dell'imputato, e si sa che la legge nuova batte sempre la vecchia norma. Ma qui si assiste a quello che invece permette agli inquirenti di potere se non ottenere qualche (improbabile) successo, almeno la lungaggine dei tempi investigativi, con nuove trasmissioni di carte, che poi si perdono, ma se ne acquisiscono di nuove, si smuovono altri pezzi di militari dello Stato, si rincorre l'opinione pubblica tenendola viva sulla questione, perché se il popolo capisce che non c'è nulla, sono guai. Come si monta l'odio e la voglia di giustizia dei "sanculotti" pronti a indossare le braghe lunghe e mettere sulla gogna i nobili fraudolenti? 

Ma se questo allungamento può giovare alla magistratura ordinaria, inguaia invece i vertici della magistratura sportiva, che a sua volta vive in continua evoluzione la questione e vorrebbe un processo rapido e di condanna(alla faccia del diritto costituzionale) e quindi scatenarsi con gioia sulle carni degli accusati.
L'ultima trovata nel caso della squalifica della curva juventina è un caposaldo di inettitudine e di sfacciata ipocrisia. Quello che è successo a Lukaku è inqualificabile, seppure il comportamento del giocatore sia altrettanto inqualificabile, aizzando le tifoserie con gesti tutt'altro che sportivi. La Juventus ha sempre combattuto il razzismo, in ogni sua forma. Purtroppo gli imbecilli non si possono combattere, od almeno prevenire.
La società Juventus farà ricorso contro la sanzione per almeno tre motivi. Come ha spiegato bene il manager Francesco Calvo, CFO della Juventus, nel caso in esame non sono stati rispettati i canoni consueti esperibili in queste situazioni. Ovvero la mancanza segnalazione con annunci che se continuavano i cori si sarebbe sospesa la partita. E' questo è  compito degli arbitri e degli organi della federazione preposti a ciò. In subordine, possiamo dire che la Juventus, al contrario di altre situazioni analoghe, ha immediatamente messo in funzione le 115 telecamere ed altri strumenti tecnologici che hanno subito individuato i colpevoli, eseguendo immediatamente le condanne ai soggetti coinvolti. In altri stadi, come a Roma, sono ancora a chiedersi cosa sia avvenuto! Il terzo motivo è la sproporzione della pena, che ha visto a Roma sospendere la sanzione (un classico ormai) mentre a Torino, come nelle migliori tradizioni, si è applicato senza interpretare.  
E tornando all'ipocrisia, ci vengono in mente gli insulti ricevuti da Bremer, Kostic, Danilo ed altri giocatori, sempre di stampo razzista, ma ignorati dalla "giustizia" sportiva, e peggio ancora dal sindaco di La Spezia, che ha mostrato una insensibilità veramente disonorevole, giustificando i cori! 

Ma veniamo alla Ferrari! Anche qui ci troviamo nella "galassia" Exor o ex Fiat comunque sempre di casa Agnelli. Ed anche nel travagliato mondo della Formula 1, le cose non vanno bene per la compagnia capitanata da John Elkann. Negli anni novanta e primi anni del duemila, la Ferrari, grazie anche uno strepitoso Schumacher, vinceva a man bassa. Finita l'era del campione tedesco, sono incominciati i guai. Sono ormai più di quindici anni che la Ferrari non vince più il titolo, nemmeno quello costruttori. In anni trascorsi si era assistito da parte di altre case automobilistiche a veri e propri spionaggi industriali, a danno del cavallino rampante. Si erano rivelati dei  trucchi poco onesti da parte di scuderie, come la Mercedes, che faceva finta di usare nei pit stop gomme usate, mentre invece inseriva gomme irregolari, con il battistrada laterale inesistente, proibite dai regolamenti.
Ed ancora, la strabiliante usanza da parte della FIA di consegnare regolamenti e variazioni a tutte le case, ma alla Ferrari arrivavano sempre con notevole ritardo, non consentendo tempi utili per trasformare le nuove norme nelle modifiche dei motori e delle aerodinamiche delle autovetture. L'anno scorso la Red Bull è stata "pescata" a violare il "Budget cap", ovvero il massimo di capitali che si possono investire nella ricerca e sviluppo di tecnologie mirate alla competizione delle monoposto. Si deve sapere che anche solo cinque milioni di euro in più consentono un vantaggio di almeno qualche decimo a giro, e in queste competizioni è un'enormità.

Ma, come avviene nel nostro amato campionato, per alcuni si penalizza, per altri, come la Red Bull, si interpreta e con benevolenza. Vogliamo parlare delle penalizzazioni che subiscono puntualmente i piloti Ferrari? E vogliamo parlare di come un Gran Premio il penultimo, sia stato consegnato alla Red Bull, grazie alla sagacia dei commissari che hanno pensato bene di fare entrare la Safety Car in circostanza non di pericolo, ma con le Ferrari che avevano appena eseguito i pit stop, con perdita di venticinque secondi tra entrata ed uscita?
Le Red Bull e le Mercedes hanno invece avuto l'opportunità di potere fare il cambio gomme in regime di Safety Car, ottenendo così di non perdere alcun secondo. Alla fine della gara quei secondi avrebbero permesso alle Ferrari di vincere, invece di arrivare dopo il podio.
Ma ancora peggio fu fatto in un altro Gran Premio, quando fu esposta la bandiera e la scritta della Safety Car" e quindi le Ferrari prontamente entrarono nei box per il pit stop, ma mentre erano dentro, improvvisamente si annulla la Safety Car e le Ferrari rimangono con un pugno di mosche in mano!
Nel 2019, in Canada, Vettel fu sanzionato di cinque secondi perché a dire dei giudici di gara, aveva ostacolato Hamilton in modo irregolare, retrocedendolo al secondo posto.
Nella gara seguente, Verstappen compie la medesima irregolarità, se non più grave su Leclerc, ma qui nulla di fatto, bacio in fronte all'olandese e tutto va bene.
E come non rimarcare quello che candidamente ha ammesso Bernie Ecclestone, che in pratica ha ammesso la vittoria irregolare nel 2008 del Campionato del Mondo che favorì Hamilton a danno di Massa.
E disse che seppure sapessero dell'irregolarità che avevano commesso alcuni piloti conniventi, non fecero nulla, anche perchè a premiazione avvenuta non si può cambiare più nulla, almeno per i regolamenti dell'epoca-.
Insomma, anche qui la prescrizione aveva operato ai danni degli onesti.
Sembra di averla già sentita questa giustificazione!