Il Milan vola in semifinale, superando la squadra che Mister Spalletti ha portato a dominare il Campionato Italiano, in fuga solitaria, per vincere il suo terzo scudetto. Quel Napoli che stava disputando  una Champions, a livelli altissimi, tanto da essere considerata come la più accreditata ad arrivare in finale. Alzi la mano chi, ad inizio stagione, pensava che ciò sarebbe stato possibile.

Sono passati sedici anni, da quando il Milan ha giocato la sua ultima semifinale. Tanti, troppi, per una squadra che ambisce ad essere identificata come una fra le più forti al Mondo. Ancelloti allora, con una squadra di Campioni. Pioli oggi, con un "manipolo di ragazzi" e qualche "giocatore di esperienza", che cullano un sogno, apparentemente impossibile, ma nel farlo danno il massimo, non trascurano alcun particolare, riuscendo a superare il Totthenam, il Napoli ed aspettando l'Inter, che salvo cataclismi, dovrebbe superare il Benfica.
Mister Pioli è il settimo allenatore, nella storia del Milan a raggiungere un traguardo così importante e se i primi due non li ricordo, Rocco, Sacchi, Capello e Ancellotti, fanno tutti parte del mio percorso di tifoso, costellato di gioie e dolori, componenti fondamentali per amare lo sport. Tutti Italiani a dimostrazione che i campioni stranieri, li adoriamo in campo, ma in panchina preferiamo il "calcio italico", in un mix di tattica, determinazione e fantasia.
Mister Pioli ha proposto la "partita perfetta", forte del vantaggio minimo della partita d'andata, ha puntato sul chiudere tutti gli spazi, sul giocare nella propria metà campo, per ripartire in contropiede. Facile a dirsi, ma bisognava saperlo concretizzare, pur nella consapevolezza che il Napoli ha sempre trovato la via del gol.
Serviva attenzione, dedizione, tanta corsa e sacrificio e il risultato finale di uno a uno è il giusto premio per TUTTI. Maignan, Calabria, Kjaer, Tomori, Theo, Krunic, Tonali, Diaz, Bennacer, Leao, Giroud, questa la formazione iniziale proposta dall'allenatore del Milan e che, tranne il portiere, era stata tenuta a riposo nella trasferta di Bologna, per prepararsi, mentalmente e fisicamente, solo alla sfida contro il Napoli. Un concetto molto caro ad Arrigo Sacchi, che nei cinque anni sulla panchina del Milan vinse un solo scudetto, sacrificandone altri, ma dominando in Europa e nel Mondo.
 Quanto sia forte Maignan penso sia superfluo ribadirlo, al Milan è mancato per sei mesi, ma oggi c'è e la sua presenza non è solo utile a trasmettere sicurezza a tutti i suoi compagni, ma obbliga gli avversari a cercare soluzioni sempre più angolate e difficili, calciando spesso fuori. Chi ha giocato, anche nei campetti di periferia, sa perfettamente a cosa mi riferisco. Calabria gioca forse la sua migliore partita al Milan. Ordinato, preciso ed elegante, con la fascia da capitano al braccio, annulla, anche grazie ai raddoppi garantiti dai compagni, il più temuto degli avversari. Kjaer, ritornato ai suoi livelli, porta esperienza e serenità, rendendo facile anche le cose più complicate e obbligando Osimhen a cercare spazi fuori dall'area di rigore.
Tomori, il calcio di rigore, giusto per il regolamento, ma totalmente assurdo nella dinamica, visto che la palla sbatte sul suo braccio, mentre sta cadendo, non interferisce minimamente sulla prestazione del difensore inglese, spesso criticato ingiustamente. Theo, non la serata adatta a proporre le sue corse in attacco e quindi si è concentrato sulla fase difensiva. Politano lo stava mettendo in difficoltà, ma il suo infortunio e l'ingresso di Lozano, gli ha reso tutto più semplice. Krunic, se penso quanto e quante volte, ho imprecato sul suo utilizzo, mordermi la lingua diventerebbe obbligatorio. Non ha sbagliato nulla, preciso su ogni chiusura e raddoppio, calmo e sicuro, mi ha ricordato Calindri, nella famosa pubblicità del Cynar, seduto su un tavolino in mezzo al traffico di Milano. Più i giocatori del Napoli correvano alla ricerca di spazi utili, più lui recuperava palloni.
Tonali, instancabile. Cuore e polmoni di un Milan che gonfia il petto con i suoi ragazzi italiani. Diaz, la prestazione difensiva che ha saputo garantire, rincorrendo ogni avversario obbliga ad una riflessione sul suo futuro. Per impegno e abnegazione, meriterebbe quella riconferma che appare improbabile. Bennacer, nella nuova collocazione tattica, con un centrocampo finalmente a tre, la sua tecnica garantisce qualità. Meno falloso e più ordinato ha il grande merito di aver segnato il gol della vittoria nella partita di andata.
Leao, tutti in piedi, il portoghese regala grande calcio agli spettatori presenti al Maradona. I suoi scatti, da quaranta o cinquanta metri, spaccano la difesa del Napoli e decidono la partita. Nel calcio moderno sono questi i giocatori che fanno indirizzare le partite. Il Milan se lo tiene stretto e se lo coccola.
Giroud, immenso. Quando lo "sparviero" ha preso il pallone, posizionandolo sul dischetto del rigore, tutto pensavo meno che lo sbagliasse. Veniva da 17 rigori segnati e la cabala ha voluto metterci lo zampino. E' riuscito a divorarsi un altro gol e a quel punto qualsiasi altro giocatore sarebbe sprofondato, non Oliver, stanco e acciaccato, si è fatto trovare puntuale, correndo veloce, come Leao, per depositare in porta il pallone e portare il Milan a volare in semifinale. Gli ingressi di Messias, Salemakers e Origi, sono irrilevanti, ma ugualmente importanti.

Mister Pioli. Come scritto, prepara la "partita perfetta" e la squadra lo segue ciecamente. Appare evidente che a Milanello credono alla possibilità di arrivare in finale e qualche distrazione in campionato è stata più condizionata da questo obiettivo che da reali colpe dell'allenatore. Ora viene il difficile, dosare le forze, arrivare fra le prime quattro e raggiungere la finale, sarà possibile? Lo sapremo solo vivendo, ma resta indelebile un percorso in campo internazionale che pensavamo impossibile. Il MILAN ha bisogno di queste serate, di partite in mondovisione per alimentare la passione, il blasone, il mito di uno dei Club più vincenti. 

Il Milan è in semifinale, forse a Napoli pensano che la giocheranno loro, forse si scriverà che il Milan è stato fortunato o aiutato dagli arbitri, ma la cruda realtà è che sarà il "povero Milan" a cercare di raggiungere la finale e giocare a Istambul, magari contro quel Carletto Ancellotti, che tanto amiamo.
Solo a pensare una finale Real Madrid contro Milan, mi viene la pelle d'oca.
Una finale di Champions? IMPOSSIBILE, svegliatemi, hanno detto tutti che siamo "scarsi", cosa è successo?
Allora lasciatemi sognare, lo Sport non è una scienza esatta è tutt'altro, impegno, passione, sacrificio, fantasia e tanta determinazione, quella che vedevi negli occhi dei giocatori del Milan prima della partita, quella che Pioli e Maldini trasmettono al gruppo e che ha portato uno Scudetto e oggi alla semifinale.
Siamo il MILAN, rinunciate a fare pronostici!