Non nascondiamoci dietro il dito mignolo, quando il dirigente di una squadra di calcio lega il destino dell'allenatore ai risultati, vuol dire che il tecnico è, quantomeno, in bilico. Sì, è vero che la conferma di un allenatore dipende da quello che porta a casa, ma quando la posizione del tecnico è solida, di solito la risposta è "Il nostro allenatore non si tocca" o "L'allenatore è un patrimonio della società" e così via su questa falsariga. Accade pure che un allenatore intoccabile venga messo alla porta un mese dopo essere stato definito tale, figuriamoci quando il suo destino è legato ai risultati!

Conte puntava forte alla panchina del Real Madrid, ma a quanto pare i giocatori merengues hanno imposto Solari, che non ha un gran palmarès né comunque grande esperienza, ma che è un uomo della società. Il messaggio a Conte è stato chiaro, con tutto il rispetto per Solari: "Chiunque, anche il tecnico dell'ultima formazione dei pulcini, ma non tu". Perché? Probabilmente perché Antonio Conte ha fama di sergente di ferro e probabilmente lo è. E' un duro al quale non si possono imporre né ritmi blandi di allenamento né orari di rientro flessibili né la formazione. In un certo senso Arrigo Sacchi, detto martello, e Der Eugen Bersellini erano due papà rispetto a Conte. E ho detto tutto.

Personalmente, anche come tifoso milanista, non mi sentirei offeso se la mia squadra fosse la seconda scelta di Conte dopo il Real Madrid. In questo momento il prestigio della società rossonera va ricostruito, perché diventi appetibile a un allenatore del calibro di Conte. Il problema è un altro: il Milan è, quantomeno, la seconda scelta di Conte? O, comunque, Conte ha intenzione di venire in rossonero? Questo tecnico si getterebbe nell'avventura con la dovuta convinzione?

A mio avviso l'ex-ct della Nazionale Italiana è rimasto spiazzato dalla piega che ha preso la sua trattativa col Real, ma anche se ha capito che non finirà a Madrid, fa ancora finta di crederci per non dare una risposta precisa ai rossoneri. In sostanza Conte sta idealmente interrogando l'Oracolo di Delfi, perché lo illumini sulla decisione migliore per la sua carriera. Del resto, c'è ancora un po' di tempo per decidere, visto che il momento ideale per il suo arrivo sarebbe con la sosta invernale del campionato, quantomeno per lasciargli il tempo di impostare la squadra come vuole. Nel contempo, tuttavia, deve sbrigarsi, in quanto al Milan non credono molto in Gattuso e ritengono che il 5* posto a un punto dalla Lazio sia un frutto del caso e che non possa durare a lungo.

In questo contesto si inquadra la dichiarazione, molto interessante, di Scaroni secondo cui tre qualificazioni in Champion's equivalgono a uno Scudetto. E' una dichiarazione da uomo d'azienda che guarda ai bilanci e agli introiti del massimo trofeo continentale e che, personalmente, non condivido perché sono un tifoso e non un uomo d'azienda. Le parole di Scaroni tratteggiano però un identikit ben preciso, quello di Arsène Wenger, tecnico alsaziano che, nella sua esperienza all'Arsenal, si è distinto più per le sue qualificazioni in Champion's che per le sue vittorie in Premier League. E se consideriamo che a giorni Gazidis, ex dirigente apicale dell'Arsenal ed estimatore di Wenger, sbarcherà in rossonero, possiamo farci due conti e dire, come Totò in un vecchio film: "E' la somma che fa il totale".

Mi sembra evidente che, qualora Conte non dovesse accettare in tempi brevi di salire a cassetta delle diligenza milanista, la panchina verrebbe offerta a Wenger, che oltretutto è libero da impegni e non è, almeno al momento, abbacinato da lusinghe come quelle del Real Madrid.

Credo che Wenger sia un ottimo tecnico, molto ben preparato ed esperto, adatto a una società cui per qualche anno starebbe bene di fare cabotaggio a livello di 4° posto, pur senza competere per lo Scudetto. Un signore in grado di assicurare introiti sicuri ogni anno, chiariamo, ma la cui scelta sarebbe, tuttavia, un atto di sottomissione al dominio juventino.

A quel punto, però, non lamentiamoci più della benevolenza arbitrale verso i bianconeri, perché se la meritano tutta. Noi no.