La cosa più difficile del successo è che devi continuare ad avere successo. (Irving Berlin) Nei vari ambiti della vita, ognuno di noi avrà prima o poi aspirato ad avere successo, nella vita, nel lavoro nello sport. L'operaio che ogni mattina arriva presto in fabbrica, quando vede arrivare il titolare più tardi, solitamente scendendo da un auto di lusso, che vive in una bella villetta, con una splendida moglie, dei figli, e immagina che bello sarebbe solo provare per un giorno ad essere così. A sentire cosa si prova a non dover pensare ai comuni problemi giornalieri delle persone "normali" come trovare i soldi per arrivare a fine mese, tra mutuo, bollette, spese ecc....sentire la sensazione di essere un uomo di successo, ricco, famoso, dando per scontato che queste caratteristiche non abbiano un rovescio della medaglia. Quell'uomo ricco e famoso, che come detto avrà una villa con piscina, un'auto di lusso, una splendida moglie e dei figli, avrà sicuramente sudato e lavorato sodo, nella maggioranza dei casi, sacrificando molto della sua vita per arrivare dov'è ora. Avrà saltato compleanni, anniversari, recite scolastiche per arrivare al successo, ed ora che c'è arrivato? Ora che c'è arrivato deve per forza mantenerlo il più possibile, perché quel successo è quella ricchezza sono la suo gabbia. Un passo indietro e non avrebbe la comprensione di una moglie che non può non permettersi l'ultima borsa di Luis Vuitton, o dei figli che non intendono a rinunciare al nuovo I Phone, e che pretendono che il suo successo non venga mai meno. In barba ai sentimenti e all'amore.

Nell'ambito sportivo succede più o meno lo stesso. I campioni dei cosidetti sport singoli, come tennis, F1, Moto GP, arrivati nell'olimpo faticano a dire basta, nonostante l'età e risultati tutt'altro che fantastici, non sono in grado di dire stop. A causa del tenore di vita, di paura della solitudine, a causa di sponsor e di chi li circonda. Nel calcio, per una squadra è la stessa cosa. La Juve nel 2006 era caduta in un baratro che non auspicava nulla di buono. I tifosi partiti da quel sabato pomeriggio di Rimini e il gol di Paro, come quel operaio, sognavano di poter tornare ai fasti del successo, partendo intanto da una pronta promozione. Così è stato, e l'obiettivo si è immediatamente spostato nel tornare competitivi, e appena raggiunta una nuova dimensione decorosa, si è subito guardato oltre, ad un piazzamento europeo, e così via. Quando arrivò il primo scudetto di Conte fu apoteosi, emozioni incredibili, tornare al successo solo dopo pochi anni dall'inferno sembrava incredibile, scudetto e partecipazione alla Champions, l'anno dopo bis, ancora scudetto, e poi il terzo, incredibile. Squadra nuovamente tra i top in Italia e pronta a raggiungere i top club europei, potrebbe bastare no per essere felici? Poi arrivò il brusco addio di Conte, e l'arrivo di Allegri portò nuovi stimoli. Vincere con Allegri in panchina era la nuova frontiera. E immancabilmente arrivò non solo il quarto scudetto consecutivo ma pure la coppa Italia e la bellissima finale di Champions di Berlino contro il Barcellona. Ok ora può bastare, i tifosi saranno felici e grati. Nemmeno per sogno, la. Champions persa diventa un ossessione, tutto quanto sognato e bramato per anni non conta più, si vuole di più. Arriva il quinto, sesto settimo scudetto ancora coppe Italia e supercoppa italiana, ancora una volta una finale Champions, stavolta a Cardiff contro il Real Madrid. Niente da fare, per l'Europa manca ancora qualcosa, ma tutto sommato siamo lì tra i grandi d'Europa e i più grandi in Italia può bastare per essere tifosi felici no? No. Serve di più.

Arriva Ronaldo, il giocatore più forte al mondo, una sorta di villa al mare con piscina barca privata ed elicottero per accontentare tutti, bene anzi benissimo. Arriva l'ottavo scudetto, una cosa da leggenda un risultato che rimarrà nella storia per sempre, essere stati presenti a questa cavalcata dovrebbe essere motivo di orgoglio e gratitudine verso società, giocatori e allenatore, nemmeno per sogno, insulti, rivolte indignazioni per non essere ancora riusciti ad arrivare all'Europa. Allora si cambia allenatore, si cerca una nuova identità, una nuova ricchezza filosofica che possa portare ad ambire ad altri successi. Inizia la nuova stagione, la Juve ottiene risultati europei mai riggiunti finora, come il passaggio ai quarti di Champions con una gara di anticipo, è l'unica squadra europea ancora imbattuta tra Champions e campionato, ma è bastato un pareggio col Sassuolo e conseguente sorpasso della corazzata Inter, per scatenare nuovamente l'inferno attorno a società, squadra e allenatore con tanto slogan e insulti. La Juve è condannata al successo, niente potrà mai essergli perdonato se non arriva il successo. Campionato coppa Italia non bastano più, ora si vuole la solita Champions e il bel gioco perché non basta mai. La Champions è la nuova Luis Vuitton, il bel gioco il nuovo I Phone, e i figlioli tifosi lo pretendono come una cosa scontata e dovuta, altrimenti via agli sfoghi. Ogni tanto un bagno di umiltà non farebbe male a qualcuno, provare a vivere di nuovo le sensazioni di ambire al massimo ad una promozione, un buon piazzamento non farebbe male, come non farebbe male a certi figli provare a vivere normalmente come la maggior parte degli altri.