I soprannomi, bene o male, fanno parte della vita della gente comune. Nel mondo del calcio vengono messi ancora più in rilievo grazie ai media, che ne enfatizzano l’uso, dando quel brio in più che rendono il circo pallonaro ancora più spettacolare. Ce ne sarebbero a iosa, ma ho voluto citarne alcuni dei più curiosi e intriganti.

VOLATILI E RETTILI
Ad inizio anni ‘90, c’era un attaccante riminese, che a Cesena è diventato un eroe: Massimo Agostini, IL CONDOR. Soprannome dovuto al caratteristico naso ad aquilino, e alla sua non indifferente rapacità sottorete. La voliera pallonara poteva vantarsi di un altro rapace, più conosciuto a livello mondiale: EL BUITRE (l’AVVOLTOIO), al secolo Emilio Butragueno. Bandiera del Real Madrid dal 1984 al 1995. Avvoltoio di nome (Buitre - Butragueno) e di fatto. I suoi 123 gol in 321 presenze con i blancos parlano chiaro. Sempre in tema di bomber, un altro soprannome che incuteva timore era il COBRA: all’anagrafe Sandro Tovalieri. Il suo piede velenoso era in grado di mietere molte vittime, chiamate portieri. Morsi letali i suoi. Romano di Pomezia, vinse con la squadra giallorossa della Capitale il torneo di Viareggio targato 1983. Il suo nome però resta legato al Bari. A quel Bari di metà anni ‘90 che rimase (e rimane) impresso nella mente di tutti per via dell’originale esultanza a mo' di trenino. 

FELINI TREMENDI
Firenze, dal 1991 al 2000 e Roma poi, possono fregiarsi di aver avuto nella loro arena un leone. Anzi, il RE LEONE: Gabriel Omar Batistuta. Centravanti argentino di una potenza invidiabile. Con la sua criniera e le sue zampate, era il terrore degli avversari. Neppure il più esperto dei domatori era in grado di ammaestrarlo. Un’altro felino, dal passato felpato, è il PUMA: al secolo, Emerson Ferreira da Rosa. Centrocampista elegante ma imponente allo stesso tempo. Con i suoi artigli, a centrocampo, era in grado come pochi di sgraffignare palloni agli avversari.

SUPEREROI
Nel calcio possono esistere due supereroi con lo stesso nome? Si. Anche se supereroe non significa sempre offrire prestazioni straordinarie o essere dotati di poteri sovrumani. E’ il caso di Mario Basler e Mario Balotelli: entrambi chiamati SUPERMARIO. Il centrocampista tedesco, che firmò il vantaggio nella sfortunata finale Champions 1999, persa drammaticamente contro il Manchester, era un idolo per i tifosi del Bayern. Considerato uno dei più grandi talenti del calcio teutonico. Come un supereroe usava il pugno... ma per mettere k.o. compagni, avversari e fotografi. Il SuperMario italiano invece, è un attaccante. Un percorso fatto più di ombre che luci, dovuto al suo carattere incostante. Un’eterna promessa, che quando sembra finalmente mantenuta, poi ritorna nell’oblìo. Grandi gol abbinati a grandi gossip. Alla parola gol si associa sicuramente il nome di Filippo Inzaghi. La sua leggerezza (dovuta sopratutto a una dieta ferrea) ne è il tratto che lo ha sempre contraddistinto. Leggero come un supereroe che deve volare nelle aree avversarie. Filippo diventa SUPERPIPPO durante la sua avventura a Verona nel 1993-94, e da allora non vi è partita in cui non venne mai nominato in questo modo.

I SOVRANI
Il primo sovrano della storia del calcio è un brasiliano: Pelè, detto O’REI. Il re in assoluto di tutti i goleador: 1.281 in 1.363 partite! Numeri che non hanno bisogno di essere commentati. Basti pensare che a soli 17 anni divenne il più giovane calciatore a vincere un mondiale e a segnare addirittura 6 gol. In francese invece si traduce LE ROI. Soprannome attribuito a Michel Platini. Innate doti tecniche, leadership e gol. In tutto questo si riassume il percorso del n.10 che ha vinto tre palloni d’oro consecutivi tra il 1983 e il 1985. Sempre negli anni ottanta, un altro fuoriclasse brasiliano venne insignito del titolo di “sua maestà”: Falcao, l’OTTAVO RE DI ROMA. Soprannome importante, storico. Nel 1983 prende per mano la squadra giallorossa trascinandola al suo 2°scudetto della storia. Un leader, un direttore d’orchestra. Roma, dopo aver avuto re e gladiatori, può vantarsi di aver avuto anche un FARAONE: Stephan El Shaarawy. Cognome dovuto alle origini egiziane del padre. Ora il sovrano egizio è sbarcato in Cina, pronto per imporsi anche nella terra degli imperatori. Già gli imperatori. In Italia ne abbiamo avuto uno. L’IMPERATORE, al secolo Adriano Leite Ribeiro, chiamato semplicemente Adriano. Nella metà degli anni 2000, con le sue raffiche di gol in maglia nerazzurra e brasiliana, il mondo del calcio è ai suoi piedi. Ma, come la storia insegna, anche i grandi cadono. La caduta dell’imperatore. Un crollo psicofisico dovuto a vizi, eccessi e depressione che lo porteranno a scendere inesorabilmente dal trono.

PITTORI
I numeri 10, da sempre, sono artisti sotto mentite spoglie di calciatori. Nello specifico sembrano dei pittori, Con le loro pennellate footballistiche dipingono sulla tela erbosa del campo, in maniera raffinata e sopraffina, quadri di valore inestimabile. All’Avvocato Agnelli piaceva l’arte. Due pittori li ha avuti. Due eccellenti pittori. Rinascimentali. In principio fu RAFFAELLO, alias Roberto Baggio, per la classe sopraffina che sapeva esprimere in ogni sua giocata. Poi toccò al suo erede, Alessandro Del Piero: PINTURICCHIO, che padroneggiava con i piedi come fossero pennelli.

Concludo con un soprannome attribuito ad una coppia di attaccanti che fecero innamorare i tifosi del Manchester United a fine anni ‘90: I CALYPSO BOYS. Sembra il nome di un duo di cantanti che cantano canzoni caraibiche da ascoltare sorseggiando una noce di cocco in mano sulla spiaggia. I loro nomi sono: Andy Cole e Dwight Yorke. Entrambi di origine caraibica, sono distanziati dalla nascita di solo 18 giorni. Tra il 1998 e il 2001, sotto la guida di Sir Alex Ferguson, questa simpatica e devastante accoppiata segnò la smisurata cifra di 140 gol, record ancora al momento imbattuto in Premier.