A volte certe lezioni dal passato possono essere utili quando magari convenientemente potrebbero essere applicate al presente.
Siamo nell'estate del 1998. Un Milan decisamente calante viene da due campionati con un 11esimo e 12esimo posto. Un Milan in formato minore pure in epoca berlusconiana.
Al Milan arriva un allenatore emergente Alberto Zaccheroni dopo una brillante conduzione dell'Udinese. La critica non considera affatto il Milan, privilegiando, guarda caso, le roboanti campagne acquisti. In primis la Lazio di Eriksson con ben 100 miliardi di vecchie care e indimenticabili lirozze che equivalgono a 100 milioni di euro di oggi.
Altrettanto favorita è l'Inter di Gigi Simoni, che schiera il suo “Fenomeno” Ronnie affiancato da un Roberto Baggio 31enne e ancora non completamente a fine carriera. Ma pure la Juve di Lippi è davanti al Milan e una certa considerazione la godono Parma e Fiorentina. Né l'Inter né la Juve fanno un granché a dispetto dei pronostici, quasi sempre errati in estate, sulle potenzialità delle campagne acquisti estive e sono proprio Fiorentina e Lazio che conducono le danze e Zac riesce con una formidabile rimonta a chiudere un campionato insperato da tutti. Ci sono pure novità importanti quali il sorteggio arbitrale e il rosso diretto su falli assassini da dietro.
La Lazio di Cragnotti è la regina del Mercato. Riprende Vieri. Arriva Salas dal River Plate, Dejan Stankovic dalla Stella Rossa e l'indimenticato Sinisa dalla Samp. In più Conceiçao dal Porto e Couto dal Barcellona, una campagna monstre sottolineata entusiasticamente dalla stampa. Il Patron del Parma Tanzi non scherza neppure lui con Veron e Boghossian dalla Samp.
Moratti si porta a casa il sogno Baggio, prende un giovane di buone speranze che è Pirlo, pagandolo comunque mica male, 12 miliardi, e Frey. La Juve di Lippi, fresca di scudetto fa il solito errore di sempre. Non cambia niente e interviene solo a gennaio con una botta non da poco con un fuoriclasse come Henry e Esnaider.
Il Milan è davvero poco considerato. Il grande duo Galliani-Braida si concentra sull'allenatore e arriva Zaccheroni, un poco il De Zerbi di allora. Zac, come spesso succede ha due fedelissimi che sono Bierhoff e Helveg per una spesa complessiva di oltre 40 miliardi. Non si fermano qui i due maghi indiscussi con Ayala, N'Gotty e pure una promessa da tutti considerato il “nuovo di qualcuno” che è Morfeo e continuano con Giunti.
Dall'Argentina sbarca Guglieminpietro che si rivelerà molto importante e Lehmann portiere di ottima quotazione. Per finire una promessa che tale rimane, il giovane Aliyu. Tutti acquisti discreti se non buoni ma i fuochi artificiali dei concorrenti abbagliano la critica. Perché cito Zaccheroni. Perché è l'unico che vince un campionato Milan con una difesa a tre. Comincia con un 343 con due esterni, una punta centrale. E due attaccanti esterni votati al sacrificio. Un quasi sacrilegio per il Cavaliere fautore della doppia punta e quindi lo scetticismo viene non solo dall'esterno ma pure dall'interno. In effetti Zac non parte bene, perché ha tre punte come Bierhoff Weah e Ganz (el segna semper lu). Inoltre Boban e Leonardo non sono poi così tanto disposti al sacrificio sull'esterno.
E alla fine del girone di ritorno Zac inventa un ibrido con un 3412 che si rivela decisivo. Inoltre sostituisce Lehmann con Rossi prima, che si becca una mega squalifica, e non esita a lanciare un portiere giovane che è Christian Abbiati, decisivo, proprio come l'argentino e quindi, come spesso succede nel calcio, gli apporti fondamentali arrivano da chi meno te lo aspetti e soprattutto da decisioni draconiane dell'allenatore. Così nasce la Dea di Gasperini, mentre il nostro Pioli mi sembra oggi in una piuttosto presuntuosa confusione tattica. Il perno della difesa è Costacurta. Ha vicino Maldini adattato da centrale e si rivela Sala. Ziege viene proprio sostituito sulla corsia di sinistra da Guglielminpietro. A destra Helveg e al centro una coppia centrale di tutto rispetto fatta da Albertini e Ambrosini. Davanti schiera due fortissim come Bierhoff e Weah e in funzione di trequarti agiscono Boban oppure Leonardo. Una squadra che sfrutta appieno le risorse con l'intelligente disposizione e le invenzioni del suo allenatore.

Parte benissimo la Viola del Trap con un trio di attacco formidabile composto da Oliveira Batistuta e Edmundo. E' già avanti dopo tre giornate. Batistuta a San Siro ci mitraglia con una tripletta da cineteca calcistica. Iniziano i malumori. Faticano parecchio le favorite Inter e Lazio che perde Vieri.
Va meglio la Juve ma un grave infortunio di del Piero incide parecchio. La Viola è campione d'inverno con 35 punti. Seguono Parma e Lazio con 32 e il Milan quarto a 30. Il derby finisce in pareggio con storico lancio di agrumi da parte dei tifosi interisti. Il Milan perde con la Viola, perde a Cagliari e crolla in casa con il Parma con un sonante 0 a 4 con il papà di Chiesa scatenato. Zac cambia il suo modulo. La Juve non si conferma pure con Zidane in squadra, nonostante l'arrivo di Henry e Zac fa una rimonta incredibile con un modulo molto più armonico accontentando il Presidente con le due punte e un trequartista a ispirarle. Parma e Lazio non mollano.
La Viola si spegne. Edmundo preferisce il Sambometro di Rio e Batistuta si fa male. Sono fermati dal Milan in una sfida decisiva e poi cadono a Udine. Zeman li ferma a Roma e la Lazio va al comando battendo l'Inter con Conceiçao. Quando veniamo battuti da Zeman però la Viola e il il Parma passano avanti. Ancora 2 a 2 nel derby con 2 gol di Leo e siamo sotto la Lazio insieme con la Viola e il Parma. Alla 27esima i biancocelesti hanno ben 6 punti di vantaggio sulla Viola e 7 sul Milan. Ma alla 28esima Zeman, vero ago della bilancia, stende la Lazio nel derby e comincia per il Milan una rimonta impensabile.
La Lazio accusa il colpo. Cede con la Juve. In soli due turni il Milan recupera 6 punti. La volata è pazzesca testa a testa. La Lazio non molla e mette un filotto di 4 vittorie. Fino alla penultima giornata il distacco è di un punto a favore della Lazio. Parma e Viola sono fuorigioco. Nei due anticipi del 15 maggio Lazio e Milan si giocano tutto. Il Milan è avvantaggiato con l'Empoli. Facile per il Milan e Batistuta dopo averci steso a San Siro ci mette lo scudetto su un piattino difficile da tenere, anche se Vieri risponde. Per la prima volta il Milan è avanti ma infatti di un solo punto. Difficile perché si va a Perugia in una trasferta terribile, perché gli umbri sono tosti e determinati. La Lazio vince in una giornata al cardiopalma. Il Milan ha vita difficile come nelle previsioni. Anche se Bierhoff, grande campionato il suo,  e proprio Guglieminpietro portano in vantaggio il Milan, ma accorcia il Perugia che si scatena in un vero assalto finale. Christian deve sentirsi la mano paterna del Ragno Nero di Rocco e compie due interventi prodigiosi. Uno di questi ancora lo immortala in un volo plastico all'incrocio su un tiro impossibile di Bucchi e in una parata impossibile e davvero storica, perché non vale solo una partita ma uno scudetto intero.
La Lazio termina prima. Conta ancora il calcio minuto per minuto e allora contavano ancora le radioline. Minuti che durano ore fino al risultato finale. Rimane 1 a 1 a Roma e Zac, come Sacchi prima e come Pioli e Allegri dopo vincono alla prima volta. Anche Allegri modifica il 433 in un 4312.

Tutto questo semplicemente per dire che spesso un cambiamento radicale di modulo si rivela decisivo magari con innesti e con giocatori inaspettati, magari schierati in ruoli diversi. Considerando la campagna acquisti del Milan e da quanto emerso da queste prime esibizioni estive, penso francamente, andando totalmente controcorrente, che Pioli dovrebbe passare a una difesa a tre. Esattamente come il Milan di Zac. Pulisic ha dimostrato doti di incursore molto interessanti. Ci sono molti esterni, anche troppi, che possono correre molto bene sulle fasce. E due giocatori di contenimento e rilancio come Luftus e Rejinders che possono alternarsi in copertura e attacco che ricordano bene il duo Albertini e Ambro. Davanti due punte mobili con un auspicato migliore impiego di Leao a svariare su tutto il fronte dell'attacco.
Ormai al portoghese, se sempre lasciato sulla fascia sinistra, stanno sempre più prendendo le misure e un suo miglioramento e non una sua involuzione potrebbe proprio essere il fattore decisivo, migliorando il suo repertorio in quello di attaccante più completo. Okafor può essre una seconda punta mobile ideale in questo tipo di formazione. Kalulu riportato a un ruolo più centrale e magari l'innesto di un forte centrale difensivo potrebbero rendere questa squadra, più forte in difesa di quella di ora piuttosto scombinata nel 433, facendola diventare molto più armonica, esattamente come fece Zac a suo tempo.

Il passato forse può insegnare, molto più spesso di quanto il fugace e dimentico calcio di oggi possa far credere.