Non voglio fare il menagramo, ma la situazione attuale del Milan mi ricorda, anche a livello di sensazioni purtroppo, quella del 1981-82. Io c'ero, avevo 11 anni e ricordo bene come iniziò l'anno forse più buio che io ricordi, e mi ricordo anche come andò a finire... in B .

Le analogie sono tante: iniziamo da una società non esattamente forte, campagna acquisti modesta (allora arrivarono Adelio Moro, trequartista a fine carriera e Joe Jordan detto lo squalo per il numero di denti mancante non certo per la capacità di fare gol), tanti giovani inesperti e soprattutto la confusione e l'incompetenza quella che c'è anche ora mascherata da "senso di appartenenza al Milan".
Quel Milan era neopromosso dopo la retrocessione per la vicenda calcioscommesse e la vittoria del campionato di B senza particolare gloria, anzi con qualche sonoro ceffone tipo gli 0-3 a Taranto e Palermo (tripletta dell'ex Egidio Calloni roba da matti!!).

Iniziammo anche benino poi dallo 0-1 interno con la Juve iniziò il crollo verticale, accentuato da una dose di scalogna da toccarsi solo a nominarla: Franco Baresi, allora 21enne di grandissimo talento e già nel giro della Nazionale (e allora non era "easy" come adesso dove fai 5 partite buone  e sei un fenomeno) si ammalò di una misteriosa malattia e rimase fuori da ottobre a febbraio, prendemmo al suo posto tale Maurizio Venturi dal Brescia, come sostituire Cristiano Ronaldo con Cerci...

Quel Milan non mancava di coraggio, di voglia di lottare, ricordo 0-0 casalinghi in cui attaccammo di continuo, ma nessuno che la mettesse dentro, Jordan aveva la stessa mobilità del suo armadietto nello spogliatoio, Antonelli (papà di Luca) e capocannoniere l'anno prima in B aveva le polveri bagnate, in mezzo tanti ragazzi mica male, il primo Mauro Tassotti, l'infaticabile Buriani, il talentoso Novellino, lo stopper della nazionale Fulvio Collovati, il miglior terzino sinistro italiano al Milan prima di Maldini, cioè Aldo Maldera (tra l'altro uno che segnava pure parecchio per essere un terzino) un portiere discreto (Piotti), insomma non eravamo una squadra da retrocessione.
MA... MA continuavamo a raccontarci che alla prossima sarebbe andata meglio, che retrocedere era impensabile e intanto le giornate passavano, i risultati facevano schifo e ci ritrovammo presto in fondo alla classifica davanti al solo Como che tanto per dire, a san Siro strappò il pareggio e in casa ci rifilò un bel 2-0 all'inglese con i tifosi infuriati che presero di mira Collovati.

Iniziò una sorta di psicosi da risultati, riuscimmo a non essere più in grado neanche di trasformare un rigore, fatale l'errore di un giovanissimo Sergio Battistini che contro l'Ascoli sul neutro di Verona stampò il penalty sul palo, aveva 20 anni e si era preso una responsabilità enorme, sbagliò, pazienza. Finì 0-0 uno dei tanti, come quello contro il Toro con traversa di Maldera come altri.
Rientrò Franco baresi e si sentì la differenza, Radice (non un fesso qualunque) venne esonerato e la squadra affidata al suo secondo Italo Galbiati.

Iniziammo, troppo tardi, a fare punti, Baresi, anni 21 in un drammatico Genoa-Milan si prese la responsabilità di tirare a pochi minuti dalla fine il primo rigore della sua vita: ci volevano le palle a spigoli per una cosa del genere: missile sotto la traversa, vittoria, speranze riaccese e dall'anno dopo a soli 22 anni sarebbe stato IL CAPITANO.
Mai fascia fu più meritata.
Arrivammo all'ultima giornata a Cesena, le nostre antagoniste per evitare la retrocessione giocavano in casa con la Fiorentina (Cagliari) e a Napoli (Genoa). Avevano entrambe due punti in più ma eravamo in vantaggio per gli scontri diretti , se fossimo arrivati a pari punti anche con una sola delle due ci saremmo salvati, allora la vittoria valeva 2 punti. La Fiorentina lottava per lo scudetto con la Juve , il Napoli era un'ottima compagine, i presupposti per farcela all'ultimo respiro c'erano tutti.

Ma la sorte, la maledetta sorte decise che non meritavamo di salvarci, il Cagliari strappò lo 0-0 e alla Viola venne annullato un gol tra le polemiche in chiave scudetto, a 28 minuti dalla fine eravamo sotto 0-2 a Cesena, poi Jordan (2 gol in 22 partite), Romano e Antonelli ribaltarono il risultato. A Napoli la partita era iniziata in ritardo, non ricordo se per dei fumogeni in campo o altro, il Genoa era sotto 1-2, sembravamo salvi MA, il portiere partenopeo Castellini (uno bravo tra l'altro) sbagliò il rinvio e buttò la palla in corner, sugli sviluppi del quale tale Mario Faccenda di testa ci mandò in B pareggiando.

Ricordo ancora la cocente amarezza di un bambino di 11 anni che aveva per un attimo visto la sua squadra salva, cadere un attimo dopo nel baratro. Troppo Tardi Vecchio Milan, titolò la Gazzetta il giorno dopo.


Non voglio fare della dietrologia o il menagramo ma solo ricordare a tutti gli inguaribili ottimisti che non restiamo in A per diritto divino, se non meritiamo finiamo in B e se non c'è qualcuno che la butta dentro vincere le partite è dura.
La situazione di quest'anno là davanti è spaventosa e facciamo finta di non accorgercene, Piatek ha smarrito il senso del gol (contro la Juve il peggior Cutrone uno lo avrebbe messo dentro probabilmente), Leao non lo ha mai avuto, idem Rebic e ancora qualcuno fa lo spiritoso su Ibrahimovic, ragazzi il vecchio (perché sì è vecchio e magari pure un po' logoro) ma domenica sera avrebbe fatto almeno un gol.

Sveglia tutti quanti, il mio amarcord della sfiga non voleva essere altro che un modo per ricordare a tutti che quando si finisce in certe zone di classifica, poi si fa fatica a risalire perchè anche a livello caratteriale è dura e i nostri non sono degli eroi e soprattutto, purtroppo, non c'è più un Franco Baresi.
Serve come il pane un attaccante, magari due, ma soprattutto fuori gli attributi. SVEGLIA!