Tanti sono i commissari tecnici della nazionale nel nostro paese.
Ricordo questa frase sin da quando ero bambino, l’Italia è un paese con cinquanta milioni di commissari tecnici, per lo sfortunato Prandelli erano addirittura sessanta, ne parlò in un’intervista prima dell’inizio del mondiale in Brasile presagendo le feroci critiche che, puntualmente, arrivarono dopo il fallimento della spedizione in Sudamerica.
Credo che il primo ad accorgersene fu Fulvio Bernardini negli anni '70, solamente tre anni alla guida della nazionale caratterizzati da feroci critiche ed insulti.

L’ultimo in ordine cronologico che ho sentito riprendere questa affermazione è il caro Indaco32, meraviglioso blogger di questa piattaforma del quale seguo con attenzione le pubblicazioni. Tra questa mattina quando ho iniziato a mettere giù questi pensieri ed ora che li sto completando ho letto il suo ultimo divertente esercizio di pagellamento (si, è un neologismo) e come spesso mi capita non posso che trovarmi d’accordo con le idee alla base del suo elaborato e anche con le dissertazioni tra l’autore e due altri protagonisti di queste pagine, il meraviglioso Calatino e la “speranza” Damiano.

Ma tornando al mio ragionamento, pensavo che se un tempo magari potevi esprimere il disappunto solo in piazza con gli amici o al BAR, adesso la cassa di risonanza dei social amplifica oltremodo questa incredibile pulsione nostrana alla gestione della nazionale e tutto quello che ne consegue. Senza limiti ne freni alla volgarità, purtroppo.

Riflettevo su questa cosa guardando ieri sera Italia-Austria e leggendo i commenti nel post-partita.

Roberto Mancini ha preso una nazionale reduce da uno dei più clamorosi fallimenti del nostro calcio, ricordo perfettamente la sensazione di delusione che provai la sera in cui la nazionale di Ventura non riuscì a segnare neppure un misero gol agli svedesi in quel di San Siro (tra l’altro pare che da allora non ci siano riusciti in molti…).

Penso che metà degli italiani davanti alla TV quella sera abbia pensato le cose peggiori possibili nei confronti del CT, sia in senso figurato che…fisico. Eppure, lo confesso, a me l’idea di calcio di Ventura piaceva, non aveva iniziato malissimo ma pagò a caro prezzo uno spregiudicato 4-2-4 a Madrid che ci costò una sonora sconfitta e tutto quello che ne seguì, l’idea alla base però era quella di abbandonare il cosiddetto calcio all’italiana e iniziare un ciclo nuovo, comandando il gioco, attaccando.

In pratica quello che invece sta riuscendo a Mancini. Anche Prandelli aveva iniziato sulla stessa idea di base e gli europei del 2012 erano stati, a mio modestissimo avviso, molto buoni, sul mondiale brasiliano ci sarebbero da dire troppe cose invece.

Mancini dunque è partito da uno dei punti più bassi di sempre, ha ricostruito una squadra che non aveva più credibilità internazionale né la forza di imporsi con le “piccole” figuriamoci con le cosiddette “grandi”, oggi parliamo di una squadra che non perde da oltre trenta partite, che non ha preso nemmeno un goal per oltre dieci gare ma non basta mai, i cinquanta milioni non ci stanno!

Il C.T. domestico sembra non riuscire mai ad attivare la visione periferica che si crea su due linee rette parallele che partono dai lati estremi del proprio divano e terminano sul televisore di casa, non ama vedere le partite con gli amici o, tantomeno ora in epoca pandemica, in piazza con gli estranei. Lì le sue invettive, ma soprattutto i fondamentali commenti tecnico tattici rivolti al C.T. reale si perderebbero, e gli guasterebbero la partita, anzi, metterebbero a serio rischio il risultato.

Ma cosa spetti a metter Chiesa…? Ma non lo vedi che Berardi non salta l’uomo nemmeno a pagarlo? È il solito incompiuto, levalo!! E Insigne…? Ancora con ‘sto tiro a giro? Ma perché Locatelli non gioca, non vedi che Verratti se lo stanno mangiando? Stasera Barella non gira…niente, serviva Pessina.

Com’è, come non è non va mai bene niente, a nessuno. Mai.

Ma finché ti limiti a disturbare la visione più o meno interessata della tua famiglia, di una moglie che ha sempre saputo di essere la compagna del “vero” C.T. o di figli che ti osservano e non hanno ancora ben capito se l’indomani dovranno dire agli amichetti che il papà ha risolto la partita perché Mancini non ci stava capendo niente o se dovranno far finta di non averla proprio vista per evitare di dire cose sconvenienti, beh… fino a quel punto va ancora bene. Però loro lo devono dire a tutti che Mancini non capisce niente, e può starci il commento sarcastico o anche l’esposizione delle proprie idee, ma qui non parliamo di questo.

Lo sportivo italiano parrebbe davvero essersi estinto.

Quello che dal profilo è palesemente juventino sottolinea che la partita l’ha risolta Chiesa e che è inammissibile se non inaccettabile che faccia la riserva a Berardi. Il tifoso del Napoli parla di una grande prestazione di DiLorenzo e si, pure di Jorginho ai danni del quale, diciamolo, è stato perpetrato un furto assegnando il premio di migliore in campo a Spinazzola. E pazienza se l’italo brasiliano ora gioca nel Chelsea, sarà sempre uno dei “nostri”. Guai a rispondere a commenti di queste persone, chi non ti blocca, seppur argomenti educatamente, ti fa capire senza nemmeno sforzarsi di usare giri di parole che secondo lui tu non capisci niente con esplicito riferimento all’organo riproduttivo maschile.

Ci sono anche diversi giornalisti di professione che, dimentichi del fatto che dovrebbero mettere la propria professionalità al servizio di chi legge le loro opinioni, spesso entrano nel giro di questo brutto vizio italico e allora esprimono pareri non proprio professionali e capita anche che rispondano in maniera piuttosto decisa alle sollecitazioni del popolo della rete.

Se riavvolgo il nastro di queste due ultime settimane e penso a cosa hanno espresso questi europei, faccio davvero tanta fatica a non rilevare le difficoltà che praticamente tutte le grandi hanno dovuto affrontare nei gironi: il Portogallo campione uscente si è qualificato in virtù di 3 gol all’Ungheria negli ultimi 10 minuti recupero incluso oltre a due rigori di CR7 con la Francia campione del mondo che, a sua volta, ha passato il turno con due pareggi e una vittoria su autorete con la Germania, la quale si è qualificata al minuto ottantotto pareggiando con la sventurata Ungheria di cui sopra.

Eh ma l’Italia ha giocato contro nessuno…

E allora prendiamo il Belgio, superfavorita dai più, hanno battuto Russia e Finlandia che se mi permettete posso anche rischiare di paragonare al nessuno che abbiamo incontrato noi e rimontato negli ultimi venti minuti una bella Danimarca che avrebbe meritato molto di più (raccolto in seguito) e che metterei ad un livello paragonabile all’Austria vista ieri, compagine battuta nei gironi da un’altra favorita come gli Orange grazie ad un rigore arrivato piuttosto presto e che ha impedito agli austriaci di mostrare l’atteggiamento tenuto con noi ieri.

Della Spagna possiamo dire che ha svoltato con un meraviglioso autogol del portiere slovacco e dell’Inghilterra potremmo anche non dire niente, qualcuno lassù ancora canta It's coming home, Football's coming home ma non ci crede più nemmeno lui.

E allora, sette gol fatti senza subirne non valgono nulla, un gruppo meraviglioso creato e plasmato dai meravigliosi abbracci di Luca e Roberto, e poi Chicco, Attilio, Fausto, Daniele. Niente, l’usuale vigore messo nel canto degli italiani spazzato via dalla solita ennesima polemica su chi è in ginocchio e chi no, perché se all’improvviso il Galles si inginocchia e solo cinque dei nostri lo fanno gli altri sono dei razzisti con buona pace di Verratti che vive con una ragazza di origini nordafricane ed è rimasto in piedi con questo pallone da giocare senza sapere cosa farne…ma la riccioluta Jessica l’avrà sempre e solo baciata al buio? Qualcuno ora dovrà dirglielo prima che lei scopra che lui è un razzista e lui viceversa che lei non è scesa dalla Marsica. Ovviamente questo discorso non può funzionare perché vestono la maglia azzurra e sono dei simboli, pazienza se sono solo dei ragazzi che giocano a calcio ai quali vengono attribuite responsabilità che non possono portare, se io che ti guardo non so capire da solo che il razzismo è un problema tu ti devi inginocchiare o io mi confondo! Nemmeno il più esperto di tutti è sfuggito alla mannaia dei social e anziché razzismo ha detto nazismo. Inammissibile, inaccettabile. Gogna, subito!

Lo so ho divagato e su questo piccolo inciso ho letto un buon articolo dell’ottimo Giovanni, altro assoluto protagonista di queste pagine. Il mio obiettivo erano e restano i CT da divano, quelli che oggi scrivono di Mancini che dovrebbe essere un allenatore e invece non capisce molto al punto di doversi aggrappare a Pessina ripescato all’ultimo per il prevedibile forfait di Sensi, quelli che dicono che Immobile non va bene con buona pace dei gol in doppia cifra in ogni stagione, quelli che (giuro, letto ieri sera) scrivono che ha portato un Belotti assolutamente inadatto al calcio mentre i CENTRAVANTI veri sono rimasti a casa.

E allora, io tecnico federale diplomato al supercorso di Divani & Divani non ammetto che l’Austria si metta a difesa della propria area e ci faccia soffrire oltremodo rischiando anche di mandarci sotto e che solo il VAR ci abbia salvato, non ammetto i cambi tardivi, non ammetto Chiesa in panchina e Berardi in campo, stesso discorso per un Locatelli con una prestanza fisica che ne impone la presenza in campo e allora perché, mi domando, non abbiamo convocato Andrea Lo Cicero e Martin Castrogiovanni. In una partita come quella di ieri, messi lì in mezzo, gli austriaci avrebbero sicuramente sofferto la loro prestanza.

Non basta mai niente, davvero, forse non lo sapete ma le partite vanno giocate, tutte, sempre!

E quando verranno le grandi vedremo se saremo o meno all’altezza e se non lo saremo personalmente non rimpiangerò un girone giocato all’attacco, bene e con totale controllo del gioco, non rimpiangerò un ottavo di finale sofferto e risolto prima dello spauracchio dei rigori da tutta una squadra scelta accuratamente e che ha dimostrato di essere competitiva e completa nella sua totalità, non rimpiangerò di aver visto un “vecchio” leone a Wembley scendere dalla panchina ed abbracciare l’amico di sempre che lasciava andare una tensione durata cento minuti in un urlo liberatorio seppur sempre contenuto nella sua naturale eleganza.

Bravo mister Mancini, bravi tutti ragazzi, io guardo le partite e seguo il gioco senza preoccuparmi del resto voi continuate così, quello che sarà lo vedremo alla fine per ora sono soddisfatto di voi.

E comunque io Chiesa lo avrei messo prima…