Pari...! Dispari…!

Bim bum bam…!! Due…cinque…sette, dispari. Tocca a me!

Scelgo Franchino.

OK, allora io prendo Bubu.

Io scelgo Lele… (voce di Franchino in sottofondo: prendi Gigi, prendi Gigi…).

Un tempo per strada, in oratorio o al campetto, le squadre si facevano così. Ho preso spunto da un commento che mi ha lasciato Damiano Fallerini qualche giorno fa “…La faccenda PSG fa male da vedere, del resto tu avrai vissuto atmosfere assai più "oneste" delle mie riguardo il calcio degli anni passati”.

Mi spiace deluderti caro Damiano non sai quanto. Ma no, atmosfere oneste da tanto a questa parte non ne esistono, non c’erano nemmeno quando ero più giovane io, basta fare veloci ricerche per scoprire che anche il passato è pieno di porcherie, dal calcio scommesse (anche noto come “totonero”) allo scandalo dei passaporti fino a Calciopoli (o “moggiopoli” come lo chiamava chi non ama la vecchia signora) eccetera, eccetera fino al “Last Bet” della procura di Cremona e certo non è questo il passato a cui mi riferisco nel titolo. Nel nostro caso però, riferito al PSG, non avrei utilizzato onesto quanto immorale, azzardo vergognoso.

Io non lo so se l’emiro ha rispettato il “Fair Play Finanziario”, non lo so se il City ed il Real lo rispettano e lo hanno fatto in passato, ho chiesto a mio cugino ma non lo sa nemmeno lui, da tanto tempo però mi pare sia diffusa la convinzione che fare regole e leggi ad personam che “giocare sporco” sia sempre stato un difetto tutto italiano, non sono sicurissimo che sia davvero così.

Mio cuggino mio cuggino, mio cuggino è preoccupante e parla coi rutti: Ciao, come va.

Mio cuggino ha fatto questo e quello, l'autoscontro e il calcinculo, mio cuggino 'o malamente: ma è un prodotto della mente. Anzi: ha prodotto della menta ma non era autorizzato, per cui l'hanno imprigionato. Ue'.

Questo rischia di trasformarsi in uno sterile sproloquio estivo e, mentre rileggo, mi rendo conto che ho già espresso questo disagio più volte, in ultimo nel mio recente racconto sulle emozioni dei giochi olimpici e nei commenti che ne sono seguiti con alcuni utenti di questo Blog, il carrozzone del calcio farà tranquillamente a meno di un cliente, a chi può seriamente interessare? Oggi però ho intenzione di esagerare.

Riflettevo in generale sui piccoli strumenti che abbiamo per rimediare a questa deriva immorale, sto entrando in un campo minato me ne assumo i rischi e la prendo un pochino larga lo so, ma non perdiamo di vista il target, cioè noi i clienti-consumatori-tifosi. È un po’ come comprare al mercato, in qualunque super store o centro commerciale un prodotto Made in PRC, quasi tutto ormai è prodotto nell’Impero Celeste, tutto maledettamente uniformato e troppo spesso di bassa qualità, tutto uguale, a volte addirittura tossico (non lo dico io, lo dicono le analisi che si possono trovare sui media, in TV, sui giornali). C’è modo quindi di fermare questo declino e magari non trovare in un negozio, su uno scaffale, solo materiale scadente che ha percorso diecimila chilometri per arrivare fin qui? Certo che esiste, io, tu che leggi, i tuoi parenti, gli amici, chiunque conosciamo, prende ogni singolo articolo, lo gira e legge: fabbricato in…? E lo rimette al suo posto. È un’attività difficile, anzi no, praticamente impossibile ma sarebbe l’unica strada e non è nemmeno percorribile fino in fondo ma è qualcosa.

Mi domando anche perché dovremmo mangiare in pieno inverno le fragole prodotte nelle serre di una delle regioni più aride della Spagna. La zona di Huelva nello specifico, dove si estendevano meravigliose pinete, ora è una enorme piantagione di fragole e poiché è appunto aridissima, secondo una stima del WWF, la spaventosa quantità d’acqua necessaria alle coltivazioni viene attinta da oltre mille pozzi illegali scavati sempre più in profondità con il solo risultato di rischiare il prosciugamento delle acque sotterranee dell’intera regione. E Pazienza se oltre questo poi si debbano sobbarcare un bel viaggio di due, tre o diecimila chilometri per raggiungere la destinazione di vendita, vuoi mettere una bella coppa di enormi fragole rosse a dicembre...?

Si lo so, vi sento. Queste cose ormai sono note a tutti, anche che le bistecche inquinano più delle auto probabilmente, ma fate qualcosa nel vostro piccolo? Ehm, no perché non sarò certo io rinunciando ai miei due euro di fragole spagnole a cambiare le cose e poi quel mouse mi serve. Peccato, ma devo anche confessare che nonostante tutto io stesso mi accorgo a volte di fallire in questo mio personale obbiettivo, capita che sia impossibile evitarlo, però ci provo. Sicuro non transigo sulla frutta sudafricana e spagnola ma sui prodotti orientali qualche volta, magari trasversalmente, è davvero difficile, il mouse serve anche a me...Certo è che se tutti smettessimo di acquistarli forse, solo forse, qualcosa cambierebbe.   (omissis).

Meglio che mi fermi qui, ho appena cancellato una grossa parte che è sicuramente meglio non pubblicare, tanto lo so che tutto questo non serve dirlo, pensarlo e soprattutto non si dovrebbe scrivere, ne puoi parlare giusto con gli amici, quei pochi che hanno voglia di starti a sentire, magari solo perché ti vogliono bene anche se non sono d’accordo. Qui sopra questo discorso rischia di essere etichettato come semplicistico, qualunquistico, demagogico forse anche stupido, record di pollici rossi insomma? Qui e comunque in generale in pubblico, oggi bisogna seguire il vento e le correnti, dire tutto ed il contrario di tutto sempre cercando di non ferire nessuna categoria, nessun genere che sia lui, lei o loro, dire che sei a favore del vaccino ma in linea di principio contrario al Green Pass, oppure a favore di tutti e due, è meglio! Dire che Conte è stato uno straordinario presidente del consiglio ma che oggi, forse, non lo voteresti, dire che Draghi avrebbe anche potuto vincere una medaglia alle olimpiadi se solo avesse voluto, ma non ha avuto il tempo di allenarsi.

Davvero se ognuno di noi facesse la propria parte con coscienza non potremmo cambiare le cose?

Potremmo provarci sì, ma quasi sicuramente senza riuscirci perché siamo probabilmente arrivati ad un punto di non ritorno e non perché lo dica Greta che non saprebbe nemmeno girarsi su sé stessa senza perdersi ed è ormai solo un marchio commerciale e non più una ragazzina. Non potremmo perché ormai le nostre vite dipendono da cose che non possiamo controllare, dovremmo rinunciare ad una parte di tecnologia che è ormai troppo radicata in profondità. Mettiamo, per esempio, che qui decidessimo tutti di rinunciare al nostro smartphone cinese e optassimo per un italianissimo cellulare prodotto da un’azienda piemontese che fa apparecchi per persone non più giovani, posso dire anziani senza offendere nessuno? Ecco, ci sarebbe il grande vantaggio di avere un telefono con i tasti ed il display abbastanza grandi così che, quando ci calerà la vista e ci tremeranno le mani, saremo già pronti. Tuttavia, anche i nostri amici piemontesi necessitano di pezzi che arrivano dall’oriente, ecco perché questa strada ad un certo punto si interromperebbe in ogni caso, si è interrotta tanto tempo fa. Allora torno mestamente al futile argomento del quale si dovrebbe trattare qui sopra, il pallone.

Basta Sky, nessuna offerta DAZN e nemmeno Amazon, nulla. Lo faccio solo io? Hanno perso un cliente, uno solo, fastidioso per giunta.

Lo facciamo in dieci, cento, mille? Sempre troppo poco. Lo facciamo in centomila? Qualcosa scricchiola, l’istituto tedesco che esegue le analisi di mercato delle grandi corporazioni vede il grafico che scende. Diventiamo un milione? Ecco, adesso è un segnale vero, tangibile come se nessuno qui prendesse più le fragole spagnole o gli oggetti di plastica cinese ad un euro.

Ma no dai almeno il calcio in TV non toglietemelo, già siamo chiusi in casa da due anni e adesso, nonostante i vaccini e i ristoratori con lo scanner per il QR code del Green Pass, rischiamo un autunno ed un inverno con la…scusate mi sono perso il numero, quale ondata? Sarà la terza o la quarta?  Ah… abbiamo già detto ad anziani e bambini di non uscire nelle ore calde e bere tanta acqua? Siracusa ieri 48.8 gradi, la raffredderà un ghiacciaio che sciogliendosi la sommergerà e, passando, spegnerà anche l’Etna. Per sempre.

Niente, l’indice RT risale spinto dalla variante delta, oppure dalla lambda già incubo degli USA, scoperta un anno fa in Peru e ormai diffusa in quasi trenta paesi, maggiore contagiosità e soprattutto resistenza agli anticorpi neutralizzanti dei vaccini. A questo punto salviamo il Natale, ci saranno anche le fragole!

Ma come ti permetti dico io, chi ti credi di essere un virologo? Pure ‘sta storia delle fragole e dei prodotti cinesi, per caso hai un MBA in economia conseguito ad Harvard? Ti hanno mai invitato da Fabio Fazio? Ma io ti avevo già capito all’inizio, tu sei quello che apprende le notizie da tuo cugino…

Mi ha detto mio cuggino che una volta in discoteca ha conosciuto una tipa Che però poi non si ricorda più niente e alla fine si è svegliato in un fosso tutto bagnato che gli mancava un rene, mio cuggino mio cuggino.

(Acc…sento aleggiare lo spirito di Arsenico17).

Ecco, ho deviato di nuovo dall’argomento principale, chiedo venia, ripartiamo dal pensiero che il commento del giovane Damiano mi ha smosso, il calcio degli emiri e dei petrolieri russi che comprano tutti e fanno “bim bum bam” tra di loro:

Bim bum bam…!! Cento milioni…!

Rilancio, centotrenta e 25 l’anno a lui. Ho vinto io!  Scelgo Lukaku.

Io allora prendo Messi (voce fuori campo: prendi Hakimi, prendi Hakimi! Sssstt...lui lo abbiamo già scelto).

Leo non piangere che a te ne diamo 40!

E anche il calcio degli americani, nuovi padroni dei club nostrani, dei fondi di investimento britannici che acquistano percentuali della Liga spagnola, il calcio della banca d’affari made in USA che avrebbe garantito la superlega, il calcio dei fabbricanti di mascherine ed auto, in ordine inverso puramente cronologico, che ricapitalizza per coprire i debiti. Questo era l’argomento principale.

Flashback, piccolo salto indietro nei ricordi, il povero illuso che scrive ha un’immagine di sé stesso bambino impressa nella memoria, sono in piedi su viale Alcyone nella piccola località di mare nella quale sfocia Pescara lungo la riviera adriatica e sono in fianco a mio padre, passano Fiat 127 strombazzando, sventolano le bandiere biancazzurre, è il 1° luglio del 1979, non ho ancora 10 anni. Quell’estate un mare di tifosi pescaresi invade Bologna per lo spareggio con il Monza, ancora oggi chi tra i tifosi del delfino ne ha memoria ricorda la trasferta dei quarantamila. Piccole squadre come la mia hanno assaporato il piacere della massima serie poche volte in 80 anni di storia, difficile mantenerla, una sola salvezza peraltro casuale, tanta serie B, tanta serie C. E tanti come noi, anche belle realtà come può essere ad esempio l’Empoli che da diversi anni sale e scende dalla massima serie valorizzando giovani e giocando campionati di assoluto rispetto. Altrove, solo gonfiando il pandoro si è potuto fare di più, ma alla fine il dolce avvelenato prima o poi ti uccide. Risulterò un pochino presuntuoso, ma il calcio è di quelli come me, non dell’emiro o del petroliere russo e nemmeno delle dinastie uscite da “Dallas” che hanno comprato la Roma, lo Spezia, il Parma e così via.

Il calcio, lo sport, sono del bambino che oltre quaranta anni dopo quel primo luglio del 1979 si è trovato in quell’esatto punto del lungomare con la stessa felicità nel veder passare auto, totalmente diverse da quelle di allora, sventolare i tricolori per la vittoria ad Euro 2020. Lo spirito di questo GIOCO è dentro quel bambino che ancora vive dentro il malinconico illuso che scrive. È triste da dire ma non credo possa essere dentro i bambini che oggi imparano a memoria i nomi dei giocatori giocando a “Fifa o a PES” anziché con le figurine (celo, celo, manca) cercando di capire perché in uno dei due software alcune delle squadre più note in Italia si debbano chiamare Piemonte Calcio, Latium o Bergamo Calcio mentre nell’altro tutto sia normale e ci siano Juve, Lazio ed Atalanta.

Molti di loro hanno sempre e solo visto i grandi campioni in TV, non sono mai nemmeno entrati in uno stadio, hanno chiesto al papà o alla mamma la maglia Lukaku, quella di Messi. Poi il loro beniamino, novello sovrano della parte di città che ama i suoi colori con tanto di selfie a dominarne il panorama, ha deciso di cedere il proprio regno per un cavallo, in questo caso non per salvarsi la vita ma per altri motivi che non è più necessario discutere. Quei bambini non ricorderanno le bandiere sventolare sul lungomare o in centro a Milano, ricorderanno solamente un volto disegnato da un computer con la maglia del Piemonte Calcio.

Ma voi, quando vi fermate a riflettere, in quei momenti in cui non siete travolti dal lavoro, dagli impegni familiari quotidiani, dalle scadenze, dalla routine insomma, ci pensate mai che più o meno tutti ad un certo punto cercano sempre di più la pace a la tranquillità della natura? Il progresso ad un certo punto ha iniziato a sradicare le persone dalle proprie terre e le ha spostate in massa verso le grandi città, quasi tutti a fine corsa sono tornati indietro o almeno hanno sognato di farlo, i più sfortunati li ha riportati indietro un’impresa con il Mercedes lungo perché così avevano chiesto ai figli. Qual è il motivo per cui, in un’epoca nella quale esistono auto che sembrano astronavi e che possono percorrere 500 chilometri con un carico di energia elettrica, praticamente tutti si fermino a guardare con ammirazione una minuscola 500 vecchia di sessant’anni, bellissima e perfettamente funzionante parcheggiata a bordo strada? Perché sorridete guardandola è solo la malinconia dei ricordi e della gioventù o forse molte delle cose che abbiamo ora non servono?

Credo fermamente che se vogliamo avere un futuro dovremmo guardarci indietro e tornare alle cose buone e semplici che avevamo in passato imparando dagli errori che sono stati commessi, certo non è necessario girare con una 500 del 1690 e nemmeno tornare tutti in campagna, ma riprendere a produrre artigianalmente, consumare prodotti del territorio e non comprare cose tossiche e scadenti, quello sì, sicuramente. E magari anche smettere di alimentare il business che è diventato il calcio di oggi, molti non saranno d’accordo ma guardate che piuttosto che vedere un Salernitana-Venezia di fine stagione andare a vedere in un piccolo stadio, per esempio, Giana-Triestina potrebbe essere molto più divertente. O il basket, o la Pallavolo.

Sì d'accordo free Mandela, free Valpreda e tutti gli altri, ma free anche mio cuggino. Anzi: free anche a mio cuggino.

Na na nai, mio cuggino na na nai,na na nai, mio cuggino na na nai.

Mi illudo di nuovo, sarebbe bellissimo avere di nuovo le squadre italiane composte perlopiù da calciatori che non arrivano dall’altra parte del mondo come eterne giovani promesse, quantomeno quelle della serie B o della Lega Pro. Sarebbe bellissimo vedere i bambini che hanno voglia di approcciare questo sport, o qualunque altro sport, con la passione che esisteva mezzo secolo fa, sarebbe bello non saperli travolti dalle console e dalla luce azzurra degli smartphone, sarebbe bello vederli di nuovo per strada a giocare

Pari...! Dispari…!

Bim bum bam…!! Due…cinque…sette, dispari. Tocca a me!

Scelgo Youssef.

OK, allora io prendo Lorenzo.

Io scelgo Kevin… (voce di Youssef in sottofondo: prendi Omar, prendi Omar…).

Titoli di coda e dediche.

Questo “pezzo” è dedicato a Damiano che è giovane ma ha voglia di leggere, scrivere, confrontarsi e giocare per strada o sul campetto, a Frankie62 che non pubblica cose ma che partecipa attivamente alla vita di VxL con pensieri colti ed illuminati apportando sempre qualche spunto interessante. Non tutti i pensieri e le opinioni devono per forza essere di destra, di sinistra o contornati di stelle, seguite un suo input e andate a ripescare il “Piano Marshall”, rendetevi conto di quale inganno sia stata la storia italiana del dopoguerra e cercate di capire che non siamo ancora fuori da certe “influenze”, si possono anche avere pensieri propri e ragionare con la propria testa cercando di utilizzare il buonsenso e fare nel proprio piccolo qualcosa per cambiare le cose, per migliorare, senza uniformarsi e parlare o scrivere sempre del sesso degli angeli.

E ancora, è dedicato a Calatino che mi fa l’onore di leggere qualunque idiozia io abbia voglia di scrivere e di commentarla sempre con bellissime immagini che escono della sua penna, a Dart-Davids del quale penso di aver colto l’animo nel suo blog in 11 puntate, ma soprattutto (e qui mi sorprendo da solo) ad Arsenico17 del quale non conosco né il nome e nemmeno il cognome, suppongo di conoscere le iniziali sparite insieme a due dei suoi “pezzi” che sono prima apparsi e poi scomparsi tra domenica e lunedì. Ti ho detestato, caro Arsenico, dal primo giorno che ho letto un tuo pezzo, eppure solo oggi mi rendo conto quanto ti possa capire e a che livello le difficoltà nel farti comprendere possano averti generato un fastidio tale da farti attirare tante antipatie, come la mia. Se tu non mi ascolti, io urlo più forte, se tu non reagisci io ti tiro la giacca finché non ti ribelli.

I feel your pain Arsenico, fermati davanti a quel buco perché a volte hai esagerato, lascia le classifiche e i voti a chi produce in serie scritti tutti uguali senza anima né contenuti, sono voti alla forma non ti servono, io come Damiano sono interessato “alla capa” perché tu sì o’ Pallune!

E adesso, se potete, dimenticatevi di tutto questo e perdonatemi. Saranno stati i quasi 50 gradi di Siracusa, anche se non mi trovo lì, o forse solo la voglia di dire che vorrei che si fermasse tutto e io, i miei fratelli e mio cugino potessimo tornare nei cortili di cinquanta anni fa a giocare e ridere in semplicità.

Giusto, prima che mi dimentichi, questo pezzo è anche per mio cugino, Marcello, che come tanti cugini di una volta è anche stato mio fratello.