Qualsiasi tifoso al mondo, qualsiasi sia la squadra di calcio che sostiene, senza distinzione di categoria, per quanto possa essere affezionato ad un Giocatore specifico, ad un Presidente, un Dirigente, un Allenatore o qualsiasi altro protagonista che ha contribuito a scriverne la storia sportiva o semplicemente ne ha fatto parte, al punto di ammirarlo in modo assoluto, non arriverà mai al punto di essere preferito alla squadra che tanto si ama. Nel nostro caso è SEMPRE il Milan ad essere al primo posto, è lui che ci emoziona da oltre 120 anni, è lui che continuerà ad appassionare i tifosi rossoneri di tutto il mondo, mentre tutto e tutti, continueranno ad esserne una parte, un tassello, ma mai insostituibili .

Una precisazione che oggi, dopo l'intervista rilasciata al quotidiano Repubblica, da Paolo Maldini, ha maggiore ragione di essere ribadita, poichè a tutti noi che abbiamo il Milan nel cuore, non interessa minimamente se "Paolino" abbia ragione o torto, oppure se era preferibile tenerlo continuando su quel percorso che appariva vincente. Quello che ci interessa è che il MILAN possa competere per le vittorie più importanti. Punto e fine.  A sei mesi dal suo licenziamento e probabilmente questo lasso di tempo non è casuale, Maldini ha voluto fare chiarezza sui motivi del suo allontanamento, insieme a Massara, e nel farlo ha probabilmente scelto il momento migliore per lui, per avere la risonanza mediatica che merita e contemporaneamente il peggiore della recente storia rossonera, per risultati e tensioni Societarie fin troppo conosciute.
Ho scelto di non trascrivere alcun passaggio dell'ottima intervista, lasciando a voi la facoltà di leggerla e di trarre le vostre personalissime opinioni. Desidero però fare un'unica considerazione, che è scollegata dalle dichiarazioni dell'ex Dirigente e che non è neppure condizionata dal fatto che ho sempre ritenuto sbagliatissimo il suo allontanamento.
Paolo Maldini decidendo di insistere perchè Gazidis venisse sostituito, complici le precedenti diatribe e il licenziamento di Boban, non ha capito che affidandosi a Furlani la situazione sarebbe notevolmente peggiorata, sia per lui che per il Milan. Uno sbaglio non così irrilevante. Cardinale aveva tutti i diritti di scegliersi il management che riteneva più idoneo al suo progetto e quindi anche licenziare Maldini e Massara, ma aveva la "responsabilità verso milioni di tifosi", di sostituirli con Dirigenti dello stesso livello, o superiori e non certo proporci il più classico dei salti nel vuoto. Eppure le risorse economiche messe a disposizione, proprio nella consapevolezza dei rischi a cui si andava incontro, sono state ben superiori a quelle prospettate a Maldini. Ricordo a tutti che a maggio ancora non si sapeva quanto fosse il budget a disposizione e i nomi che circolavano oltre a Sportiello, svincolato e Loftus Cheek, erano imbarazzanti, fra Arnaotovic, Aouar, Ndika o Kamada, dove El Sharawy o Orsolini ci sembravano pedine di lusso per aggiungere italiani alla lista UEFA. Maldini era sotto scacco e con lui tutto il Milan, quindi capisco perfettamente chi ha gradito il cambiamento. 

Ma oggi il punto diventa un altro. Come pensano di proseguire? Se non sono riusciti a capire la gravità della situazione, causata dagli infortuni che hanno decimato la rosa, se Pioli è lasciato solo e deve guidare la squadra fino a fine stagione, se lo spogliatoio è in subbuglio, spaventato dai troppi guai muscolari e da una stagione che rischia di essere già compromessa a dicembre e se Furlani e Moncada non sono in grado di svolgere il compito di Maldini e Ibra tentenna oltretutto con un eventuale incarico non in ambito Milan, ma Redbird???
Noi tifosi non vogliamo salire sul carro di nessuno, chiediamo solo rispetto e una Società che sappia fare il suo meglio, non affidandosi a "improvvisati" alle prime esperienze. Se non si dimostrano all'altezza e questo stanno dimostrando, vanno accompagnati alla porta. Non penso sia complicato ad esempio contattare Tare, che ha fatto tanto bene con la Lazio. Così come chiediamo giocatori degni di indossare la maglia del Milan, lo stesso vale per la Dirigenza.

Torniamo a discorsi fatti centinaia di volte, serve uno spirito vincente, soffrire quando si perde, non ridere come nulla fosse. Se Cardinale queste cose non le sa, se ha preferito Furlani a Maldini, deve solo dimostrare di aver avuto ragione, attraverso i risultati, altrimenti spetta ai tifosi spiegargli la gravità del suo sbaglio e se sarà economico non potrà certo farlo ricadere sulle programmazioni future, come in realtà pensa di fare.
Ho appositamente evitato di citare Scaroni, il solo fatto che le sue dichiarazioni siano passate in secondo piano, dimostra l'assenza di un ufficio stampa in grado di evitare figuracce e la non idoneità di tale persona al ruolo di Presidente.
Chi sbaglia, paga, caro Jerry, in America come in Italia, o in alternativa, VENDE!