La Finlandia è ufficialmente entrata nella NATO e a breve sarà il turno della Norvegia, se non sbaglio, sarà la trentaduesima nazione di una coalizione alla quale, prima o poi, andrà aggiunta anche l'Ucraina.
Uno scenario ben diverso rispetto a quello creatosi dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, quando il blocco Comunista sbarrava la strada ad ogni concetto Democratico e Capitalista. Ricordo, per i meno attenti, non solo che la Germania era divisa in due Stati, con influenze politiche, opposte, ma che la "guerra fredda" si basava su schieramenti, contrapposti militarmente, rappresentati dalla NATO e dal Patto di Varsavia e quest'ultimo appariva come una minaccia concreta ed era ben dentro l'Europa. Un cambiamento, lento ma epocale, aveva aperto alla distensione, con una Russia sempre meno invadente e partner sempre più importante, nella costruzione di un'Europa pacifica, forte e competitiva.
Fuori dai loro confini, tutte quelle basi militari che in passato, non solo preoccupavano, ma autorizzavano l'intervento della "Madre Russia", appena ci fosse il sentore di un'apertura all'Occidente, non esistono più. L'America, al contrario, ha continuato ad armarsi e a non lasciare la minima possibilità di un coinvolgimento europeo con quella parte di Europa, che deve, volenti o nolenti, restare ostile.

Appare evidente, almeno a me, che si è passati da una Russia minaccia per l'Europa, all'inverso e cioè una Russia preoccupata di una minaccia NATO, forte delle centinaia di testate nucleari, disseminate anche per tutta l'Europa e puntate verso Mosca e obiettivi sensibili. In questo contesto, le parole che Putin ha usato recentemente, spiegando al suo popolo che la Russia si sta difendendo da un attacco Occidentale, rivolto a distruggerli, economicamente e militarmente, è un ulteriore tassello che, oltre ad aggravare una situazione, già più che allarmante, allontana quasi definitivamente la possibilità di avere la Russia quale parte pacifica di un progetto Europeo ancora in fase di costruzione. Per molti ciò potrà sembrare la migliore delle soluzioni, forti delle convinzioni che non vi sia nulla di positivo da un regime ben lontano dai "modelli europei". A mio modesto parere è uno sbaglio grave, di cui l'Europa ne pagherà a caro prezzo le conseguenze e con esse gran parte dei cittadini che la abitano. Va inoltre evidenziato che molti degli Stati che già aderiscono all'Europa non sono poi così democratici quanto si voglia credere.

Sicuramente, nel lungo percorso intrapreso dalla Russia, manca ancora troppo per poter parlare di Democrazia e Libertà, ma non si può ugualmente sorvolare su tutti i miglioramenti apportati. L'invasione all'Ucraina ha drammaticamente riportato indietro le lancette dell'orologio ricostruendo quelle divisioni storiche, da cui l'America ha sempre tratto giovamento. Spettava ai Governanti Europei saperla evitare, mentre al contrario, hanno prima sottovalutato e poi subito le interferenze americane, incapaci di trovare soluzioni.
Quando si sottolinea che la Guerra in Dombas durava dal 2014, con l'Ucraina che bombardava le sue città, privandole dell'acqua, non è certo per giustificare l'invasione Russa, ma perchè andava trovata una soluzione, prima che gli eventi diventassero ingestibili. Ma nessuno ha mai pensato di mandare un esercito di pace o aprire all'idea di territori autonomi, aspettando gli eventi, che oggi sono sotto i nostri occhi. La Russia ha invaso quei territori, ha fatto e vinto un referendum "farsa" e sta costruendo barriere difensive nella convinzione che, anche a costo di combattere per anni, quei territori non saranno più Ucraini.
Una sequenza di sbagli così gravi che diventa impossibile capirne i motivi.
Ha fallito la DIPLOMAZIA, quasi totalmente assente, o imbavagliata dal volere a stelle e strisce, favorevole al conflitto e a studiarne gli sviluppi. Ha fallito l'INTERVENTISMO, bloccando Gran Bretagna e Polonia, pronte a intervenire militarmente, almeno per la copertura aerea. Hanno fallito, gli AIUTI MILITARI, rallentati o a singhiozzo, regalando troppo tempo ad un esercito russo, sorpreso dalla resistenza ucraina. Hanno infine fallito, gran parte di quelle SANZIONI ECONOMICHE, applicate da Europa e America, ma che il resto del Mondo, non applica.

Appare evidente che la percezione della gravità di questo conflitto è solo Europea, costretta a pagarne tutte le conseguenze. Oggi la RUSSIA presiede l'ONU, come se nulla fosse accaduto, la Francia compra il gas dalla Cina, anche se è russo, i paesi Africani guardano a Putin, per aiuti militari e per azzerare il loro debito, quelli Arabi si sganciano dall'America, troppo disponibile con l'Iran, mentre la Cina e l'India cercano di trarre vantaggio dalle sanzione imposte alla Russia. In questo contesto, con l'Europa orfana della Gran Bretagna, con la Germania in difficoltà, privata di quelle risorse russe a prezzi vantaggiosi, obbligata a far fronte alla pressione di profughi, ora anche dall'est e ad aumentare notevolmente le spese per gli armamenti militari, come farà a stare al passo con le Potenze Mondiali?

Zelensky in Polonia è accolto dalla protesta degli agricoltori, penalizzati dalla guerra, a dimostrazione che la "gente comune" non capisce perchè, territori che da decenni chiedono, combattendo, l'autonomia da Kiev, debbano portare ad un conflitto così lungo e cruento. Un sentimento trasversale che coinvolge moltissimi Stati ed Europei, oltretutto nella consapevolezza che solo un Guerra Mondiale, potrebbe mutare l'esito finale.

Ecco quindi che le domande che mi pongo e lo stesso fanno in molti, sono principalmente due: a cosa porterà questa guerra, quando sarà conclusa? E l'Europa che sogniamo, sarà perennemente sottomessa all'America? Penso che già avere le risposte sarebbe importante per quel futuro Europeo che appare già compromesso.
Insomma, i Governanti hanno deciso di rinunciare al gas e al petrolio, pur nella consapevolezza di far fallire migliaia di imprese e abbandonato al loro destino quelle che avevano investito in Russia.
Il turismo russo così come gli investitori, banditi totalmente, mentre il resto del Mondo non ha le nostre stesse percezioni. Decisioni volute e imposte dagli Stati Uniti, ma chi ne pagherà il prezzo?
Se poi vogliono raccontarci che lo facciamo per il Popolo Ucraino e in difesa della DEMOCRAZIA, allora tutto è chiaro e ci arrendiamo all'arroganza di chi sa sempre mentire.