qui per la parte II

Nuovo Summit in Casa Juve, all’indomani della semifinale Juventus Siviglia, giocata malissimo, con un pareggio acciuffato per i capelli, e a tempo ampiamente scaduto. Ma non è l’imperfetto, o il presente il tempo che interessa a Lapo. Certo, se la Juve dovesse vincere l'Europa League di sicuro non gli dispiacerebbe, ma non è vincere adesso l'obiettivo di questi incontri da lui voluti.

Dopo il primo, burrascoso incontro, tenuto qualche giorno prima, e che (immagino) ricorderemo soprattutto per la scena grottesca di un Lapo in giacca e mutande, piuttosto che per ciò che in quell'occasione è stato deliberato, Lapo ha insistito affinché ne venisse immediatamente indetto un altro.
Obiettivo: battere il ferro finché è caldo. Tradotto: evitare assolutamente che tra un incontro e il successivo passi troppo tempo, che la fiamma della passione si affievolisca, che la carica emotiva venga dispersa, con conseguente rischio di smarrire per strada i buoni propositi, e, in ultima analisi, di far sì che tutto passi, come si dice, in cavalleria
. Rischio che in passato troppe volte si era concretizzato, col risultato di discutere, anche animatamente, arrabbiandosi, combattendo, per poi non veder realizzato nemmeno un decimo di quanto si era deciso.

Stavolta Lapo era davvero determinato: forse sentiva che questa era la vera, e forse anche ultima, grande occasione che gli veniva offerta per ritagliarsi anche lui, Lapo Elkann, nell’Olimpo degli Agnelli, nella Hall of fame bianconera, uno spazio tutto suo, dedicato a lui, col suo nome inciso per sempre, in modo indelebile.
Per farlo bisognava prendere decisioni, essere tempestivi, agire al momento giusto, senza esitazioni, con la dovuta energia. Decisioni che prima di essere modificate beneficiassero della possibilità di essere messe alla prova dei fatti per almeno un po’ di tempo, di poter avere, quindi, la possibilità di essere applicate per verificarne l'efficacia. Le parole d’ordine volute da Lapo sono stavolta: rapidità di analisi, rapidità di decisione, e fermezza nel tenere fede agli impegni presi. Nessun cedimento alla tentazione di rimettere, ogni volta che le cose non fossero andate come sperato, tutto in discussione. No a decisioni dettate dall’emotività del momento. La juventus di Lapo sarebbe stata figlia di un approccio scientifico. Nulla sarebbe stato lasciato al caso.
Calvo, persona senz’altro in grado di capire al volo ciò che viene detto, ma ancor più ciò che deve essere dedotto leggendo tra le righe, recepisce l'esigenza di massima rapidità decisionale, provvedendo a indire immediatamente una nuova giornata di lavori.

Calvo, con fare solenne, ma stringato: “in virtù dei poteri conferitimi dichiaro aperta l’odierna sessione di lavori nell’ambito del progetto denominato La Juventus che verrà. Presenti Calvo, John, Lapo, Allegri, Oriana, e per mezzo di Oriana, l’anima del defunto Avvocato”. Qualcuno nota che stavolta non è presente, né viene citato, Cherubini, definito la volta scorsa scherzosamente l’uomo del mistero.
Allegri: “E Federiho Herubini cheffine haffatto?”
Calvo, in un'atmosfera inquietantemente orwelliana, da 1984 (romanzo scritto da George Orwell n.d.r.), con le sopracciglia aggrottate, chiede: “Cherubini? Cherubini chi?
Allegri, pensando ad uno scherzo, stava per accennare una risata sguaiata delle sue, quando, guardando la faccia livida di Calvo, dovette immediatamente ricredersi: un brivido partì dalla sua schiena e salì fin su al cervello; nel frattempo, tra sé e sé, continuava a ripetere: “ma in che senso Cherubini chi? cazzarola! Cherubini! Quello che ogni giorno viene nominato su Tuttosport dalle 20 alle 30 volte al giorno. Ecco chi, cazzarola!”. E mentre diceva questo, si recò nel bagno più vicino, per prendere la copia del giorno di TuttoSport (per tradizione in casa Juve, utilizzata, una volta fatta a strisce di dimensione compatibile con i classici rotoli, come carta igienica.

Una volta in bagno, Allegri solleva lo sportellino del dispenser, e tira fuori il rotolo del “giornale igienico”. Srotola che ti srotola, il nome di Cherubini non salta fuori in nessun articolo! Non dico in pezzi di un qualche rilievo, che so io… un editoriale, o una spalla… in quelli sarebbe stato comprensibile che non comparisse, il problema era che Cherubini non compariva nemmeno nel più inutile e insignificante degli articoli, nemmeno in un trafiletto! Nemmeno nel (suo) a questo punto, eventuale necrologio! Lo stesso nelle copie di TuttoSport dei giorni precedenti: niente di niente! In buona sostanza Cherubini sembrava non solo non esistere più, ma addirittura non essere esistito mai.
Ma cosa era successo? I soliti ben informati parlavano di due ipotesi.
A quanto pare Lapo, leggiucchiando qua e là, o, (ipotesi decisamente più probabile) consigliato da qualcuno che l’aveva letto per conto suo (di Lapo n.d.r.), si era imbattuto nel romanzo 1984 e aveva trovato affascinante la tecnica del ‘buco di memoria’ che, nella narrazione orwelliana, il ministero della verità applicava per ottenere l’annientamento dei dissidenti e di ciò che essi, vivendo, avevano lasciato: oggetti o ricordi che fossero.
Nemmeno in articoli che Allegri ricordava benissimo di aver letto, e nei quali giurava di ricordare benissimo che riferimenti a Cherubini ce ne fossero a volontà... niente! Niente di niente! Dopo qualche minuto, Max cominciò a dubitare che Cherubini fosse mai esistito. E lo stesso fu dei suoi parenti ed amici, nessuno più si ricordava di… ehm… di cosa stavamo parlando?
La cosa interessante ed al contempo inquietante era che mentre alcuni articoli, semplicemente erano scomparsi dai giornali e dalla memoria di tutti, altri articoli non erano scomparsi, semplicemente erano stati parzialmente riscritti.
Ora però recavano un nome diverso… ad essere citato decine e decine di volte era adesso il nome di Antonio Cassano! Ma nessuno lo trovò strano: Cassano risultava, e quindi era alla Juve da sempre!

Raro caso di DEJA VU nella narrazione di un evento (vedi sotto):
Calvo, con fare solenne, ma stringato:
“in virtù dei poteri conferitimi dichiaro aperta l’odierna sessione di lavori nell’ambito del progetto denominato La Juventus che verrà. Presenti Calvo, John, Lapo, Allegri, Oriana, e per mezzo di Oriana, l’anima del defunto Avvocato, ed infine Cassano e Ventola, in qualità di consulenti speciali…
Cassano, persona apprezzabilissima per la sua spontaneità, con un gran cuore, generosa, e che per questo motivo a volte rischia di eccedere in enfasi... Basta! Lo confesso: in realtà, di come sia veramente Cassano nella vita privata, non ne so nulla. Si è creato un alone fatto di mille assurdità, di paradossi, di aneddoti deliranti. Soprattutto di occasioni perse. Per me potrebbe tranquillamente essere il migliore degli uomini, come anche la peggiore delle canaglie, ma nel dubbio, non avendo elementi concreti, preferisco non andare a cercarmele, e propendere per la prima ipotesi: Cassano? Bravissimo ragazzo!
Volendo essere un minimo equilibrati possiamo sicuramente affermare che per dare il meglio di sé come consulente, necessitava di una figura che sapesse interagire con lui per smussarne gli spigoli e prevenirne i potenziali eccessi. Questa figura, all’apparenza impossibile da trovare in tempi brevi, in realtà, era lì, già pronta, con un nome ed un cognome: Nicola Ventola.

Cassano si presenta: “Signori, io come sapete, da quando ho smesso di giocare, la mia passione è rimasta il calcio, perché io, due sono le cose che sono capace a fare: una è a scippare alle vecchie, ché tanto ci divertivamo a Bari Vecchia, con mio cuggino Girolamo, che pure  mò, quando viene a Genova, dove sto io, qualche vecchia ancora la scippiamo. Ma mica per cattiveria! Cosììì… addivertimeeento. La borsetta alla fine, gliela ridiamo! E’ come nella pesca sportiva, il pesce poi lo ributtiamo in mare. Anche lo scippo, se non è fatto per campare, è come uno sport!” “Ou Nicò, tel’arricordi all’ultima vecchia? Mica la voleva mollare la borsetta! La sera la vedemmo al tg regionale, che l’avevano fatta come una mummia. Ahahahah” e parte una risata fragorosa di Cassano, seguito in modo molto meno sguaiato da Ventola, che, osservando che nessun altro ride, prontamente si ricompone.

Lapo, è letteralmente entusiasta di avere nel suo team una persona così competente e motivata, ma soprattutto capace di strafalcioni epici, in grado di oscurare i suoi eventuali peccatucci grammaticali assolutamente veniali. Ventola, lanciando un’occhiataccia a Cassano, spera che capisca che non deve andare avanti nella narrazione con ulteriori dettagli: si tratta pur sempre di reati non ancora caduti in prescrizione, teoricamente ancora perseguibili.
Spostando poi l’attenzione di Cassano su qualcos’altro, come si fa coi bambini: “E l’altra cosa che sai fare bene, qual è, Antò?” Cassano: “Scusa, e quale deve da ess? (Quale vuoi che sia? n.d.r.) il calcio! E scusa! Io quello dico sempre: che uno deve fare quello che si sente portato. Io, per esempio, sento che sono portato a fare l’opinionista.

Avvocato: fino a quel momento silente, ma messo in grado di seguire la discussione in modo eccelso, grazie al lavoro impeccabile di Oriana (La mediana) medium di casa Agnelli: “Mi pevmetta di divle, cavo Cassano, che se fosse stato della genevazione di Le Voi Michel (Platini n.d.r), avvei fatto cavte false pev aveve la possibilità di vedevvi giocave insieme, la massima espvessione della fantasia, coniugata ad una appvopviata dose di sano pvagmatismo…”.
Cassano
, rivolto a Ventola: “Ma ci jè cuss? (Chi è questo? n.d.r.). Dov’è che l’ho già visto?”
Ventola, con una occhiata fulminante: “Antò, ti ricordi che ieri Lapo ce l’ha spiegato. Che ci sarebbe stato pure un collegamento con la partecipazione dell’Avvocato… possibile che non ti ricordi?”
Cassano: “Avvocato? Gia da mò? Ancora nan sìm fatt nudd (non abbiamo ancora fatto niente n.d.r.) e già mettiamo in mezzo all’avvocato?” John, visibilmente infastidito per la piega tutt’altro che professionale che la discussione stava prendendo: “Per favore! Possiamo andare avanti con la riunione?” Allegri: “e hosa vuoi aggiunge, te, qua si deve andà avanti a piccoli passetti, ogni vittoria zero a zero è un piccolo passettino, un saltello in avanti”.
Avvocato: “Indietvo di sicuvo non si può!  Cavo Allegvi… se lo lasci dive, se dovessimo affidavci a lei, pev aveve un minimo di divevtimento nel vedeve le pavtite savemmo davvevo vovinati! Cevte pavtite sono state vevgognose, suvvia!
Allegri
, sfacciato come nessuno mai era riuscito ad essere nella storia dell'umanità, se ne esce con un'auto incensamento di quelli che richiedono delle qualità oratorie eccezionali: “se non fosse stato per me che quest'anno ho valorizzato tutti i giovani, a quest'ora la Juve sarebbe già bella che fallita”.

Lapo, sbalordito da cotanta faccia tosta si dà dei forti pizzicotti per essere certo di non sognare.
Poi parte al contrattacco: Allegri… ma non eri tu all’inizio di questa stagione che dicevi che i ragazzini in prima squadra non dovevano sperare di fare più di 5 minuti a partita? Tra l’altro, dicevi anche che persino Vlahovic lo consideravi un giovane e che quindi, anche se lo avevamo pagato un botto, doveva anche lui fare i 5 minuti canonici, e basta. Al massimo se voleva fare di più doveva mettersi a bordo campo a fare il raccattapalle. Davvero un’ottima strategia di valorizzazione dei giovani, complimenti Allegri!
L’Avvocato, cercando di infondere in tutti un po’ di ottimismo, dice una cosa che avrebbe dovuto, nelle sue intenzioni, rallegrare, e aiutare un po’ tutti i tifosi della Juve, ma anche in generale gli amanti del calcio a vedere il futuro prossimo da una prospettiva decisamente più rosea: “lasciamo pevdeve le polemiche, guavdiamo avanti: adesso che abbiamo di nuovo Pogba che sembva vinato, l’Europa League e il secondo posto nel campionato sono più che alla nostva povtata!

I presenti si guardano l’un con l’altro allarmatissimi: (richiamando la famosa scena del film “La caduta” del 2005, nella quale i collaboratori più stretti di Hitler, radunati attorno a lui nel bunker sotto la Cancelleria, dove si è rifugiato, ancora speranzoso di riuscire a ribaltare le sorti del conflitto, gli danno la notizia che il generale Steiner non sferrerà l’attacco finale, perché non ne ha più la forza. Notizia che chiaramente preannuncia la disfatta, e che lo porterà nelle successive, drammatiche ore, a togliersi la vita): evidentemente l’Avvocato non è stato informato del nuovo infortunio di Pogba! Tocca al mr. Wolf della Juve dare la ferale notizia all’Avvocato, Calvo prende il coraggio a due mani e riferisce: “Ehm… Avvocato…da quello che ci dice deduco che ancora non l’abbiano informata… Pogba si è infortunato di nuovo. I tempi di recupero si pensa dovrebbero essere stavolta decisamente più brevi, ma visti i precedenti, nessuno vuole più sbilanciarsi in previsioni."
L’avvocato,
senza perdere il consueto aplomb, si limita a chiedere, con distacco, come se la cosa lo incuriosisse, piuttosto che interessasse davvero: “e stavolta che si è fatto?” Calvo fa il punto: “Si tratta di una lesione di primo grado dell’adduttore della coscia destra. Stavolta il ginocchio non c’entra.
Avvocato: avvilito, con un filo di voce: “Buono a sapevsi…”


A presto dal vostro inviato Piccio delle otto in punto!