Summit segreto alla Continassa: primi faccia a faccia sulla Juve che verrà

Come anticipato qualche giorno fa, mentre la squadra era impegnata sotto la guida di Landucci nell’allenamento mattutino in preparazione della semifinale col Siviglia, Allegri era alle prese con un duro faccia a faccia con la dirigenza e la proprietà.

Presenti al summit il mr. Wolf della Juventus: Francesco Calvo, l’uomo da chiamare quando sei nella m**** fino al collo; Federico Cherubini, l’uomo del mistero, colui che nessuno, nemmeno lui stesso, sa cosa faccia per campare; John e Lapo Elkann, che non hanno certo bisogno di presentazioni, anche se, ad essere sinceri, un po’ vorresti non aver dovuto sapere chi fossero, ma purtroppo ti toccava, qualcuno te l’ha detto, e da quel giorno le cose per te sono peggiorate irrimediabilmente, ma va bene così…
Mister Allegri, per il quale sarebbe possibile dire lo stesso di quanto detto per gli Elkann. E, fortissimamente voluta da John, anche la medium di Casa Agnelli: Oriana (detta la Mediana), che nel recente passato ha più volte rappresentato l’arma segreta della Juve, permettendo con le sue doti paranormali di entrare in contatto col mondo dell’oltretomba, ed in particolare con lo spirito dell’Avvocato.

La sete di vendetta di Ceferin, personaggio che se non ci fosse qualcuno che ha avuto a che fare con lui e ci può (ahimè!) confermare che davvero esiste, fino all’ultimo noi, avendone avuto solo brutte descrizioni, spereremmo (un po’ come fanno i bambini con l’uomo nero) che non esistesse. Al pari di un dio del male, questo dittatore del calcio, dopo il sacrificio di Andrea Agnelli, se non fisico, comunque mediatico, sembra essersi finalmente placata: i torti arbitrali subiti dalla Juve cominciano ad essere meno numerosi, e soprattutto meno sfacciati. Il Barcellona con Laporta e il Real Madrid con Perez sono avvisati: ora sanno cosa dovranno fare per tornare nelle grazie di questo personaggio, al cui confronto, Blatter prima, e Platini poi erano da considerare dei benefattori.

Dopo l’esilio di Andrea, la responsabilità, almeno dal punto di vista finanziario, è ora tornata direttamente a John, il quale, già oberato nel tentativo di rilanciare (o affossare definitivamente, a seconda dei punti di vista) le sorti del cavallino rampante, sta meditando di affidare a suo fratello Lapo la responsabilità di riportare la Juve agli antichi fasti.

Dopo aver atteso qualche minuto, a beneficio di eventuali ritardatari, Calvo dà il via alle danze: “in virtù dei poteri conferitimi dalla proprietà, dichiaro aperto questo summit, il cui obiettivo è quello di fare il punto sulla situazione, per definire una base di partenza, per cominciare a tracciare a grandi linee un piano di rilancio sportivo della società che mi onoro, sia pure ad interim, di amministrare.”
Lapo, fintamente impressionato dalla capacità di formulare frasi così articolate, rivolgendosi principalmente a John, senza grossi problemi a farsi sentire comunque da tutti, Calvo compreso: “ma questo qua, si può sapere dove l’abbiamo raccattato? Ne abbiamo lasciato uno (Andrea n.d.r.) che già aveva i suoi problemi, e ne ritroviamo un altro che è pure peggio!”
Calvo, di estrazione Bocconiana, da professionista serio qual è non si perde in chiacchiere, e men che meno in polemiche con la proprietà:
“partecipanti alle ore 10:00 risultano essere:

  • Dott. Francesco Calvo
  • Dott. Federico Cherubini
  • Ing. John Elkann
  • Sig. Lapo Elkann
  • Sig Massimiliano Allegri
  • Sig.ra Oriana (La mediana)
  • Avv. Gianni Agnelli c/o Oriana (La mediana)”

Lapo: “Ma dove siamo? Cos’è tutta questa pagliacciata? Calvo, che fai? Non li conti i millesimi per vedere se abbiamo raggiunto il quorum per deliberare la sostituzione dell’antenna parabolica sul tetto? Sembra l’assemblea condominiale…”.
John: “Lapo, finiscila! Ricordati che se sei qui e ti viene concesso diritto di parola è solo per mia intercessione.
Poi, rivolto a Calvo: “dottor Calvo, per favore verifichi che sia presente anche nostro nonno".
L’Avvocato si palesa tramite Oriana, sempre in grado di offrire una qualità del segnale e dell’audio eccezionali: “John! Lapo! Che gioia visentivvi! Ma… non vedo Andvea, che fine ha fatto? E’ in vitavdo? Aspettiamo che avvivi!”
John: “Nonno! Che bello! Come stai?” Poi riferito alla domanda su Andrea: “No nonno, purtroppo Andrea ha deciso di prendersi un lungo periodo di riposo. Una specie di anno sabbatico… ehm… L’ho sentito l’altro giorno e ti saluta tanto, ma adesso si occupa di altro…”.
L’Avvocato, a cui di sicuro non è mai mancata, in vita, la perspicacia, capisce al volo che non si tratta di argomento da trattare in quella sede: “Ah… ho capito, salutamelo tanto, allova!”

Riportando la discussione su temi meno “perigliosi”: "Allova, cosa mi vaccontate di bello?".
Lapo: “ciao Nonno, di bello io direbbi ben poco…” Facendo cenno con la testa in direzione di Allegri e di Calvo” Purtroppo lo vedi bene anche tu, in che mani siamo finiti…
Sempre Lapo: “qua, di anno in anno le cose, invece di risollevarsi peggiorano sempre”.
L’avvocato all’improvviso si ricorda di un impegno che di lì a poco lo costringerà a salutare tutti: “Solo una covtesia: tva non molto comincia un tovneo di buvvaco a cui io pavt, …ehm… assisto come spettatove, e a cui non vovvei pvopvio mancave. Pev cui, ad un cevto punto, se non doveste sentive più nulla, non pveoccupatevi, semplicemente vuol dive che è inziato il tovneo, e quindi ci sentiamo dopo, o nei pvossimi giovni, se vi fa piaceve…”
Lapo, che conosce fin troppo bene le dinamiche di chi soffre di gioco d’azzardo compulsivo, essendone (stato) lui stesso vittima: “Vai nonno, cerca di vincere, mi raccomando!” John incrocia lo sguardo di Lapo e lo fulmina.
Lo incenerisce definitivamente assistendo ad uno spettacolo a cui non avrebbe mai pensato di dover assistere in vita sua: Lapo si alza in piedi e mostra di indossare la giacca, ma non i pantaloni!

Per capire cosa sia successo bisogna però fare un passo indietro, e tornare alla sera prima, quando Lapo ed altri suoi amici, si erano ritrovati a casa di altri amici per un party. Ad un certo punto, tutti ubriachi, probabilmente avevano lanciato dalla finestra alcuni indumenti. Sta di fatto che la mattina del giorno dopo, cerca di qua, cerca di là, i pantaloni di Lapo non si trovano più.
Così Lapo decide di raggiungere la Continassa prima che arrivino gli altri convocati al summit, e di chiedere ad uno degli inservienti di trovargli un paio di pantaloni, possibilmente bianchi
come la giacca e la camicia. Ora, nel bel mezzo del meeting, l’inserviente, non trovando nessun altro pantalone bianco si presenta in sala con un paio di pantaloncini da calciatore. Lapo quindi, per poterseli mettere si deve alzare, mostrando non senza imbarazzo, il suo bel paio di slip sotto la giacca.
Bisogna ammettere che i pantaloncini bianchi della divisa, almeno da un punto di vista cromatico si adattano benissimo al bianco della giacca, che effettivamente è bianca bianca (e non ad esempio crema o panna, colori che mal si sarebbero abbinati).
Il problema è la lunghezza!
Calvo, sempre discretissimo, aspetta che Lapo, leggermente irritato, termini di indossare i pantaloncini e riprenda posto a sedere
per annunciare il primo punto della scaletta: “direi che possiamo partire col contributo di Lapo”.
Detto questo, Lapo parte esponendo la sua vision, il suo “manifesto programmatico”, e naturalmente lo fa contando sul supporto di audiovisivi accattivanti, musica, effetti e tutte le tecniche più innovative di comunicazione sviluppate dal suo team di creativi di Italia Independent, la sua azienda di design a tutto tondo, che attualmente non naviga certo in acque definibili come tranquille.
Il manifesto programmatico di Lapo, proprio in quanto concepito da Lapo, si rivela essere di semplicità e chiarezza estreme: fuori Cherubini-fannullone, dentro Giuntoli-formichina operosa, nuovo DS con portafoglio praticamente illimitato. La logica dietro la candidatura di Giuntoli è di una linearità imbarazzante: se Giuntoli con i fichi secchi di De Laurentiis è riuscito a vincere con così grande distacco il campionato di serie A, avendo a disposizione un budget praticamente infinito, (come quello che gli avrebbe concesso la Juve), sarà in grado di vincere non solo il campionato, ma anche la Champions League e la Coppa Italia, e il tutto nel giro di una sola stagione! Al massimo due, toh!

Una montagna di soldi, per un’opera ciclopica! Qualcosa di mai visto prima, e che avrebbe segnato un’epoca: te lo ricordi il periodo a cavallo tra gli anni 25 e 30? Quale? Quello della Juve di Lapo? Certo che sì, un periodo di m**** come pochi, ma c’era la Juve di Lapo a darci speranza per un futuro migliore. Questo si sarebbe dovuto dire, ricordandosi della sua Juve! Qualcosa un po’ alla PSG, ma molto, molto più in grande!  In aggiunta a tutto questo, qualora quanto finora detto non bastasse, a garantire ulteriore credibilità al progetto… (rullo di tamburi… n.d.r.) et voila: un Del Piero, vicepresidente “alla Nedved”, pronto a sostenere la causa di Lapo mettendoci, come si dice, la faccia.

Lapo riprende: “A garantire continuità, senza grossi scossoni, la presenza a tempo determinato di Calvo, ottimo gestore delle emergenze, col sangue freddo necessario per tenere la barra dritta tra i gorghi… “Lapo ferma la presentazione, si guarda intorno e nota che Calvo sta sorridendo compiaciuto per le parole di elogio che Lapo aveva appena enunciato. A questo punto, Lapo apre la presentazione e modifica la descrizione che aveva appena letto (preparata da uno dei suoi writers) con: “Calvo, gestore di piccole emergenze, decisamente un caca-sotto, ritenuto nient’affatto idoneo”
E per la guida tecnica? Continuare con Allegri o puntare su forze fresche e ambiziose?
Lapo
: “Ma… dico! C’è bisogno di chiederlo?” Secondo voi noi dovremmo perdere tempo a trovare una giustificazione per mandarlo via? Non basterebbi vedere come giochi e come parli?
Tudor
, porterebbe alla Continassa una mentalità ed un “respiro” più internazionali, foss’anche solo per via del fatto di essere lui stesso straniero. Allegri, invece, coi suoi aneddoti e le sue massime mutuate dal mondo dell’ippica che potevano anche avere senso ai tempi di Febbre da cavallo con Proietti e Montesano ma che al giorno d'oggi, insistentemente propinate ai giocatori durante gli allenamenti e nelle conferenze stampa ai giornalisti, non possono che produrre noia o irritazione, entrambe cattive compagne di percorso.

Lapo, come noto, non è di sicuro mai stato l'emblema di nessuna delle 7 virtù teologali, ma non riconoscergli alcun talento, nessuna qualità, nemmeno la più piccola ed insignificante non sarebbe un modo onesto di vedere le cose.
La sua testa era un vulcano di idee, alcune, bisogna dirlo: banali, o peggio: strampalate. Altre, ardite oltre la normale concezione che un uomo può, a torto o a ragione, avere di sé, degli altri e del mondo che lo circonda. Ovviamente non tutte destinate ad essere carezzate da successo: come si dice, per fare un centro, bisogna scoccare 100 frecce, e chi pensa di risparmiare tempo e denaro limitandosi a scoccare solo la freccia “giusta” non potrebbe essere altrimenti definito se non come un ingenuo o un presuntuoso. Ebbene: Lapo, ben lungi dal credersi migliore degli altri, (mai, mai e poi mai creduto d’esserlo) era la testimonianza vivente di ciò che la metafora dell’urna e delle palline aiuta a comprendere: e cioè che un evento non cambia la sua probabilità di verificarsi, se lo si ripete più volte. Se in un’urna, ad esempio, ho 100 palline numerate, e ne estraggo una a caso, e poi la ripongo nell’urna, la probabilità di essere nuovamente estratta torna ad essere la stessa di prima.

Ma esiste un corollario, dettato dal buon senso ed ispirato dalla storia di Lapo, che afferma che se effettuo un miliardo di estrazioni, segnandomi ogni volta il numero della pallina estratta, e poi la rimetto ogni volta nell'urna, se, dicevamo, dopo così tante estrazioni ci fosse una pallina che ancora non risulta estratta, ebbene, ci sono serie possibilità che quella pallina nell'urna non ci sia proprio! Allo stesso modo, sempre seguendo la metafora dell’urna, era lecito cominciare a sospettare che la pallina di Lapo, o meglio, la sua idea vincente, nell’urna delle idee vincenti, per dispetto, o per negligenza, non ci sia stata mai.
Era quindi giusto concedere anche a lui almeno una possibilità
, così come era stato fatto per Andrea e per John. Certo, il mondo del calcio è spietato, il fallimento non è mai privo di conseguenze, anche personali, ma Lapo sentiva di essere pronto ad affrontare questa sfida pur con tutte i pericoli che essa comportava.

Allegri, che fino a quel momento aveva preferito non dire nulla, intuendo la malaparata: “Come dicevo ieri in honferenza stampa, qua un ci sta manco uno che rinuncia a dire lassua. Sanno tutti hosa bisognaffare! Quali sono i problemi un losànnessuno. Ma tutti sanno quali son le soluzzioni: “Metti Pogba e togli Miretti! Metti Fagioli e togli Milìk! E codesto chell’è? Il gioho delle treccarte? La quadriglia?

442 – 352 – 3511 , ecchellè, la habala? Una volta voglio vedè sse li faccio sul cellulare se mi risponde hualched’uno! Ahahahah”

Poi, rivolto a Lapo: “oh Lapo, telòggiaddetto tante volte: tettù di calcio non hapisci una fava”, “tettù devi stazzitto”, e poi ancora: “col potere mediatiho che cciò io, tra dazòn, scai e tutta la sala stampa, che fa quello che diho io, sai quante bischerate che hai combinato in questi anni soccapace di trovarti? Non le dico subito perché ti voglio bene, ettulosai, ma se mi ci costringi…”
Come già una volta in passato era successo, il viso di Lapo, lentiggini comprese, sbianca, assumendo lo stesso colore del suo completo, pantaloncini compresi, come sempre griffato Italia Independent.

Sempre Allegri: “Ettutto questo senza honsiderare che le sostituzzioni adesso son cinque! Se honsideriamo anche questo, le hombinazzioni fra giocatori che entrano ed escono dal hampo aumentano a dismisura. Voi pensate hosa succederebbe se nello spogliatoio ognuno dicesse la sua su hambi e formazzioni di partenza. E huncisipuòffànnulla dobbiamo sempre sentire codesti geni che hun si hapisce come mmai alla fine loro rimangono a casa a parlàvvanvera, ed io invece sono qui affare… c’ècchiparla e cchiffà Un motivo ci sarà…”
“O no?”


A presto dal vostro inviato Piccio delle otto in punto!