Riecco la Nazionale. Siamo già alla seconda sosta del campionato, affinchè si disputino le partite per la Nation League. Per gli azzurri è previsto un doppio impegno, un’amichevole che ha visto gli azzurri in campo ieri sera a Genova, per rendere omaggio alle vittime del ponte Morandi(toccante lo stop alla partita nel minuto 43, il numero delle persone che persero la vita), contro l’Ucraina, e domenica invece per la nostra  terza partita di Nation League contro la Polonia.

Come detto quindi, ieri azzurri in campo, attesi all’ennesimo banco di prova della gestione Mancini che, dal suo insediamento alla guida tecnica, ha visto il magro bottino di una sola vittoria, un pareggio e due sconfitte, ma soprattutto una nazionale arida di idee e gioco. I problemi ormai sono cronici e di difficile risoluzione, anche se ieri qualcosina si è intravista, specie nel primo tempo, ma ancora troppo poco. Ennesima partita sperimentale, la difesa è quella che dovrebbe essere la migliore possibile ad oggi, con Donnarumma in porta, Chiellini e Bonucci centrali, Florenzi e Biraghi sugli esterni. Il centrocampo a tre con Verratti e Jorginho a interscambiarsi nella posizione centrale di regista, con il giovane barella a completare il reparto. In avanti il tridente leggero, con Chiesa, Bernardeschi e Insigne.

Come detto la squadra nel primo tempo si è mossa bene, soprattutto con i tre davanti. Squadra abbastanza compatta, diverse le occasioni create, con il portiere ospite in serata di grazia(anche se poi nel gol ci sono delle responsabilità). Italia brava anche nel pressing, fatto da squadra, con i reparti che accorciavano al bisogno. Solo qualche rischio corso in difesa su azioni di rimessa. Soliti problemi per il centrocampo, con Verratti(all’esordio con Mancini) e Jorginho spesso a pestarsi i piedi, quasi ad annullarsi a vicenda, ottimo l’esordio del terzo di centrocampo, il Cagliaritano Barella, che ha ben impressionato. La ripresa sembra iniziare sulla falsa riga del primo tempo e vede andare gli azzurri in vantaggio dopo 10 minuti, ma è solo un fuoco di paglia. L’Ucraina pareggia dopo 6 minuti, e qualche minuto dopo prende anche una clamorosa traversa. E da lì sembra come se la nostra nazionale sia ripiombata nelle sue solite paure e lacune. La partita arriva al novantesimo senza altri grossi sussulti.

A differenza delle ultime uscite, finalmente qualche spunto positivo per mister Mancini c’è. Ottima la prova dei tre davanti, anche se la sensazione è che una punta di peso serva. Buoni i movimenti degli attaccanti e in generale della squadra che è sempre stata corta, accompagnando l’azione in avanti e accorciando quando c’era da difendere. Ma ci sono state anche delle note dolenti. Infatti, centrali di difesa a parte, hanno deluso, chi più chi meno, tutti coloro che erano stati identificati come i cardini di questa nuova nazionale di Mancini, per costituire quello che dovrebbe essere lo zoccolo duro della squadra, ovvero i vari Donnarumma, Florenzi, Verratti, Jorginho, Insigne, Immobile. Donnarumma, chiamato a raccogliere l’eredità di Buffon, continua ad alternare, così come succede nel Milan, ottime prestazioni a black out preoccupanti. Infatti ieri oltre al gol, dove non è stato certamente irreprensibile, ha fatto decisamente peggio qualche minuto dopo, dove su di una punizione da distanza siderale, e per giunta con traiettoria centrale, ha totalmente sbagliato l’intervento, ma fortunatamente salvato dalla traversa, per quella che sarebbe stata una topica clamorosa. Florenzi ieri completamente fuori forma. Verratti continua ad essere l’eterno incompiuto, potenzialità enormi, ma in campo internazionale continua a deludere. Chiamato a fare il Pirlo, non azzarda quasi mai il lancio, cercando sempre il compagno vicino in orizzontale, con l’aggravante che ormai è dal 2014 che si cerca di costruire un progetto su di lui, ma con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Come se non bastasse, sembra anche problematica la coesistenza con Jorginho, anch’esso al di sotto dei suoi standard, bravo nel giro palla in orizzontale, ma senza dar mai vita ad un lancio o apertura in verticale. Per Insigne discorso un po’ diverso. Sicuramente al di sotto di quello che è il suo rendimento a Napoli, ma, sebbene è nel giro della nazionale da qualche anno, sono le prime partite che sta facendo da titolare con continuità, quindi sarebbe il caso di insistere un po’ su di lui. Immobile è un po’ nella stessa condizione di Verratti. Nel giro azzurro da ormai 4 anni, con tante partite che l’hanno visto anche titolare, ma quando l’asticella si alza, l’apporto è nullo o quasi.

Viste le tante occasioni sprecate, forse mister Mancini è il caso che inizi a prendere in considerazione di fare anche scelte impopolari, facendo dei tagli in elementi che, a quando sembra, non riescono a dare il giusto apporto alla causa azzurra.